Estratto dall'articolo di Livia Ermini per “il Venerdì di Repubblica”
Anna si sveglia, accende la luce e apre le tapparelle con un click. La doccia temporizzata e il caffè che esce bollente in cucina. La voce del pc le ricorda le pillole da prendere. Uno squillo del cellulare, e il dottore controlla i parametri vitali. Si avvia in garage e imposta sul display dell'auto con guida automatica l'indirizzo dell'asilo dei nipoti.
Questa potrebbe essere la vita di una persona anziana tra qualche anno, secondo diversi organismi internazionali tra cui l'Organizzazione mondiale della sanità, che nel 2006 lanciò l'iniziativa Global age friendly cities per spingere le città a prevedere soluzioni adatte a una popolazione sempre più avanti con gli anni.
Ma sono molti oggi a puntare gli occhi (e i capitali) su quello che, almeno prima del Covid, si annunciava essere un piatto ghiotto. Concentrandosi sulla costruzione di un mondo a misura di "diversamente giovani". Secondo i dati Istat (2021), in Italia la popolazione di oltre 65 anni è oggi il 23,2 per cento del totale, pari a circa 14 milioni di persone che saliranno al 35 per cento nel 2050, quando un italiano su tre avrà un'età superiore a 65 anni. L'attenzione del nuovo modello di società - dove si ambisce a condurre una vita dinamica il più a lungo possibile - riguarda innanzitutto l'active aging, ossia l'invecchiamento attivo.
Per Confindustria, l'over 65 medio italiano «vive in una casa di proprietà, ha buone disponibilità finanziarie (pensione). Conduce una vivace vita sociale e frequenta spesso gli amici, fa sport, va in vacanza e si dedica sempre più ad attività di volontariato».
La Silver Economy punta a creare beni e servizi volti a soddisfare le esigenze delle persone dai capelli grigi, i silver, appunto. Di questo si parlerà durante la quarta edizione del Silver Economy Forum (dal 14 al 16 settembre, a Genova), che vedrà il dibattito tra imprese, istituzioni e accademici intorno al tema della longevity revolution, la rivoluzione legata all'allungamento della vita.
POLIZZE E CROCIERE
L'obiettivo è scovare e proporre soluzioni studiate specificamente per questa fascia di popolazione. Prodotti alimentari e nutrizionali, attrezzature per la mobilità individuale e collettiva, domotica con alloggi attrezzati con le migliori tecnologie, centri specialistici per tenersi in forma, device per il controllo a distanza della salute, viaggi e crociere. Ecco fiorire polizze assicurative, prodotti finanziari e depositi bancari tarati appositamente sulle esigenze dei più longevi.
Un business da capogiro. Se fosse uno Stato sovrano, la Silver Economy sarebbe la terza potenza economica mondiale, subito dopo Stati Uniti e Cina. La stima è del report redatto da Oxford Economics e Technopolis Group per conto della Commissione Europea, in cui si calcola che entro il 2025, solo nel Vecchio Continente, «l'economia d'argento» arriverà a valere 5,7 trilioni di euro, pari a quasi un terzo del Pil dell'Unione, e a dare lavoro a 88 milioni di persone.
«La ricchezza delle famiglie italiane», sostiene Alberto Brambilla dell'istituto di ricerca e formazione Itinerari Previdenziali, «è di diecimila miliardi, quattro volte il debito pubblico. Di questa ricchezza il sessanta per cento è nella disponibilità di persone che hanno oltre 65 anni». […]
CHE COSA PREVEDE IL PNRR
ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1
Ovviamente non poteva mancare un capitolo, anzi due, per migliorare la condizione di anziani e non autosufficienti nel Pnrr. La Missione 5 stanzia circa 1,45 miliardi per "Inclusione e coesione sociale" con una voce specificatamente rivolta ai fragili e non autosufficienti e prevede, tra l'altro, la riconversione delle Rsa e delle case di riposo in appartamenti con attrezzature per rendere autonomo chi ci vive.
NON È TUTTO ORO
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Una prospettiva ottimistica se non fosse che gli ultimi eventi hanno fatto segnare il passo all'entusiasmo iniziale. Secondo il terzo rapporto dell'Osservatorio Silver Economy del Censis intitolato La Silver Economy tra nuove incertezze e prossimità c'è una situazione inedita. «Questo modello rischia di entrare in difficoltà. Se infatti gli anziani avevano "resistito" bene alla prova della pandemia, il prolungarsi della situazione di incertezza tra guerra Ucraina, stretta sul gas e caro bollette, li ha pesantemente colpiti».
Un dato su tutti: il 54 per cento degli anziani, davanti alle cattive notizie, reagisce tenendo i soldi fermi. Tutelandosi, cioè, con un tesoretto pronto per ogni evenienza. «È un meccanismo psicologico» spiega Francesco Maietti responsabile area consumer, mercati e istituzioni del Censis, «in questo momento il beneficio della rassicurazione della disponibilità di contante è più alto del costo percepito dell'inflazione. L'anziano sa che il denaro fermo nel lungo periodo erode il valore della moneta, però avere soldi disponibili nell'immediato è rassicurante e fondamentale: si sente garantito davanti alla evenzienza di un problema di salute». […]
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