'FIRST REPUBLIC VALUTA LE SUE OPZIONI, ANCHE LA VENDITA'
(ANSA) - NEW YORK, 15 MAR - First Republic sta valutando le sue opzioni strategiche, incluse la vendita. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quale un'altra alternativa potrebbe essere un rafforzamento della sua liquidità. First Republic potrebbe attirare l'interesse di molte rivali più grandi. La banca ha chiuso a Wall Street in calo del 21%, arrivando a valere solo 5,8 miliardi di dollari, in seguito alle tensioni sul mercato bancario causate da Credit Suisse e ai downgrade di S&P e Fitch.
S&P TAGLIA RATING FIRST REPUBLIC A SPAZZATURA
(ANSA) - NEW YORK, 15 MAR - L'agenzia S&P taglia il rating di First Republic a 'BB+' da 'A-', mettendo la banca sotto 'creditwatch negative', sotto osservazione con implicazioni negative. Il livello BB+ corrisponde a 'junk', spazzatura. Secondo l'agenzia, il rischio di una fuga dei depositi da First Republic è elevato. "Riteniamo che il rischio" di fuga dei depositi sia "elevato", si legge in una nota di S& nella quale si spiega che la base dei depositi "è più concentrata rispetto alle altre grandi banche regionali americane, e questo presenta rischi" maggiori nell'attuale contesto.
La posizione di First Republic "è più debole dopo gli eventi della scorsa settimana. Riteniamo che la sua posizione risentirà della volatilità dei prezzi delle azioni e dell'attenzione dei media sulla volatilità dei depositi. Riteniamo che la sua stabilità di business sia indebolita con la percezione del mercato su un calo della sua affidabilità creditizia", osserva S&P.
ANCHE FITCH TAGLIA IL RATING DI FIRST REPUBLIC
(ANSA) - NEW YORK, 15 MAR - L'agenzia Fitch taglia il rating di First Republic a 'BB' da 'A-'. Una valutazione che è sotto osservazione con implicazioni negative. Il "profilo di finanziamento e liquidità sono cambiati e rappresentano l'anello più debole rispetto ad altri fattori per il rating", afferma Fitch.
LE BANCHE USA TREMANO, LA FED PRONTA ALLA STRETTA
(di Serena Di Ronza) (ANSA) - NEW YORK, 15 MAR - La tregua è durata poco, solo 24 ore. Mentre la Fed valuta norme più stringenti, le banche americane tornano a tremare con Credit Suisse che, lasciando intravedere la possibilità di una nuova Lehman Brothers, riaccende i timori sullo stato di salute degli istituti regionali e spaventa anche colossi come JPMorgan e Citigroup.
L'intero comparto bancario è sotto pressione a Wall Street temendo un effetto domino potenzialmente devastante, considerate le dimensioni ben maggiori di Credit Suisse rispetto a Silicon Valley Bank. Il timore di una nuova crisi bancaria rende sempre più reale la paura di una nuova recessione. Il mix di alta inflazione, rialzi dei tassi e una possibile stretta del credito rischia infatti di piegare un'economia che già sconta l'incertezza della guerra in Ucraina e non ha ancora curato del tutto le cicatrici della pandemia.
Travolte dai timori per Credit Suisse, le banche regionali americane calano pesantemente a Wall Street guidate da First Republic, l'istituto che nel giro di poche ore ha incassato due pesanti downgrade da parte di S&P - che l'ha ridotta a 'junk', spazzatura - e Fitch. Perdite consistenti, poco sotto il 5%, anche per colossi come Citigroup, Wells Fargo e JPMorgan. Il Tesoro americano è in contatto con le autorità europee e sta passando all'esame l'esposizione delle banche americane a Credit Suisse.
È fondamentale accelerare sull'Unione bancaria, afferma il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe parlando col Financial Times: "Nessuno di noi potrà mai essere assolutamente sicuro da dove possa provenire il prossimo rischio" e "il più grande antidoto" è accelerare i lavori per rafforzare le norme dell'Ue per trattare con i creditori insolventi".
Intanto la Fed monitora gli sviluppi e lavora a requisiti di capitale e liquidità più stringenti per le banche di medie dimensioni così da evitare il ripetersi di una nuova Silicon Valley Bank, la prima banca ad aver sperimentato una fuga di depositi nell'era digitale, con Twitter ad accelerare la corsa e i prelievi condotti da app invece che con lunghe file alle filiali.
Le norme all'esame della Fed che rientrano nell'indagine sui controlli e sulla supervisione di Svb avviata dalla banca centrale in seguito alla pioggia di critiche che le sono state mosse per il fallimento. Fra queste l'aver indebolito gli stress test e, soprattutto, non aver considerato i suoi rialzi dei tassi di interesse come rischi per il sistema bancario.
E mentre le autorità sono alla finestra per seguire gli sviluppi e monitorare il caos sui mercati innescato da Svb e accentuato da Credit Suisse, Goldman Sachs si avvia a incassare 100 milioni di dollari dalla banca californiana fallita per il ruolo avuto nell'acquisto di 21,4 miliardi di dollari di debito dall'istituto. Un'operazione che, insieme al piano di raccogliere capitale, non è comunque riuscita a salvare Svb.