Marco Bresolin per “La Stampa”
Le società energetiche che nel 2022 hanno registrato extra-profitti grazie all'impennata dei prezzi di gas e petrolio dovranno versarne un terzo nelle casse dello Stato. Che a sua volta sarà obbligato a utilizzare queste risorse per misure "mirate" di sostegno economico alle famiglie che più faticano ad affrontare il caro-bollette. I fondi serviranno anche per compensare le imprese che decideranno di ridurre i consumi di elettricità e per promuovere gli investimenti nelle rinnovabili.
Ursula von der Leyen annuncerà ufficialmente oggi - durante il suo discorso sullo Stato dell'Unione - quello che è stato ribattezzato «contributo temporaneo di solidarietà», una sorta di tassa europea sugli extra-profitti che sarà applicata alle aziende nel settore del gas, del carbone, del petrolio e delle raffinerie.
DA QUALI FONTI SI PRODUCE ENERGIA ELETTRICA
Il livello esatto dell'aliquota è stato concordato ieri durante la riunione del collegio dei commissari e il riferimento al 33% è infatti scritto nero su bianco nell'ultima versione del documento. Si applicherà alla quota di extra-profitti che eccederà il 20% degli utili medi registrati negli ultimi tre anni.
Anche le società che producono energia da fonti rinnovabili, oppure con il nucleare e la lignite, dovranno pagare un prezzo. Per loro sarà calcolato in un modo diverso, attraverso una sorta di tetto massimo ai loro ricavi. Oggi il prezzo dell'energia che vendono non è basato sui costi di produzione, ma sul prezzo del gas e questo ha permesso loro di aumentare esponenzialmente i guadagni nel 2022.
Nella sua proposta legislativa, la Commissione ha stabilito che non dovranno incassare più di 180 euro per Megawattora e dunque dovranno restituire allo Stato la quota in eccesso: i governi saranno obbligati a usare le risorse per finanziare le misure di sostegno alle imprese e alle famiglie.
I cittadini, dunque, continueranno a pagare le bollette a prezzo pieno e la redistribuzione premierà così le famiglie più in difficoltà in una logica di equità. «Nel selezionare i beneficiari della redistribuzione - si legge nel documento - gli Stati dovranno aiutare il più possibile i consumatori finali, siano essi privati o commerciale, che sono più esposti all'impennata dei prezzi».
Confermata anche l'imposizione di un taglio dei consumi di elettricità, ma l'obbligo riguarderà solo le ore di punta. Gli Stati dovranno «fare il possibile» per ridurre l'uso della corrente del 10%, ma saranno obbligati a tagliarla del 5% nelle ore di punta.
Toccherà a loro scegliere come e quando, anche se la definizione delle "ore di punta" dovrà coprire circa 3-4 durante i giorni feriali.
La questione del caro-energia sarà uno dei punti-chiave del discorso sullo Stato dell'Unione che sarà pronunciato questa mattina da Ursula von der Leyen al Parlamento di Strasburgo. Ampio spazio verrà dato anche al sostegno dell'Unione europea a Kiev: in platea ci sarà la first lady ucraina Olena Zelenska in qualità di ospite d'onore.
La presidente della Commissione con ogni probabilità dovrebbe fare un accenno all'efficacia delle sanzioni alla Russia, anche se ha dovuto fare retromarcia sul piano (già annunciato) per imporre un tetto al prezzo del gas russo. La commissaria all'Energia, Kadri Simson, ha spiegato che la Commissione «sta valutando i possibili impatti avversi su alcuni Stati membri» (in particolare quelli dell'Europa dell'Est che più dipendono dal metano di Mosca) e sta continuando a studiare la proposta di un "price cap" sul gas generalizzato.
Il tema sarà sicuramente al centro della prossima riunione straordinaria dei ministri dell'Energia, convocata per il 30 settembre con l'obiettivo di adottare almeno le tre misure presentate dalla Commissione. Pur senza entrare nei dettagli, Ursula von der Leyen dovrebbe fare un accenno alla riforma del Patto di Stabilità, che sarà presentata dalla Commissione alla fine di ottobre.
URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY
Per avere un'idea di quanto sia difficile trovare una sintesi tra le posizioni dei diversi Stati membri basterebbe riascoltare l'intervento di Sanna Marin al Parlamento europeo. Ieri mattina la premier finlandese ha detto molto chiaramente che «non bisogna allentare le regole», che serve «responsabilità» e che l'esperienza del Next Generation EU è da considerarsi "una tantum": «Non può essere un modello per le crisi future».
IL PREZZO DEL GAS DIFFERENZA PREZZO DEL GAS - USA - CINA - EUROPA prezzo gas 1 ursula von der leyen conferenza sul futuro dell europa 1