Flavia Carletti per www.ilsole24ore.com
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Seduta in deciso calo per le Borse europee all'indomani della Bce e nel giorno dell'inflazione Usa, salita ai massimi dal 1981. Le forti vendite sul comparto bancario hanno appesantito soprattutto Milano, maglia nera, con il Ftse Mib che ha perso il 5,17%, pagando anche l'allargamento dello spread tra BTp e Bund e toccando i minimi dal marzo scorso.
A Parigi il Cac40 è sceso del 2,69% e a Francoforte il Dax40 del 3,08 per cento. Le vendite sono partite fin dalla mattina sulla scia della Bce di ieri, che ha annunciato due rialzi dei tassi a luglio e settembre, è apparsa poco incline a varare da subito piani anti-spread e ha abbassato le stime di crescita per il 2022 e il 2023, alzando quelle dell'inflazione.
Proprio sui prezzi al consumo, a maggio negli Usa, l'indice è salito dell'1% su mese e dell'8,6% su anno, sopra le attese e al top da dicembre 1981. Sempre sul fronte macro, il dato di giugno (preliminare) sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti si è rivelato il più basso mai registrato, con 50,2 punti - a causa soprattutto dell'inflazione - paragonabile solo a quanto avvenuto con la recessione a metà degli anni '80, secondo l'Università del Michigan.
Wall Street in calo, inflazione sale più delle stime
In calo Wall Street, dopo la pubblicazione dell'indice dei prezzi al consumo: il dato è salito dell'8,6% a maggio, mentre gli analisti prevedevano un rialzo dell'8,2%, con il dato 'core' - quello depurato dai prezzi dei generi alimentari e dell'energia - cresciuto del 6%, contro stime per il 5,9%.
Giovedì, seduta peggiore delle ultime tre settimane a Wall Street, con la giornata segnata dalle decisioni della Bce e dall'aumento del numero delle richieste dei sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, che hanno raggiunto i massimi da gennaio; le decisioni della Bce hanno poi spinto ulteriormente in rialzo i rendimenti dei titoli del Tesoro statunitense, mettendo ulteriore pressione sugli indici.
christine lagarde con mario draghi
A Milano pioggia di realizzi su Bper dopo il piano al 2025
A Milano seduta di passione per i bancari, guidati al ribasso da Bper (-12,92%), che ha pagato la giornata negativa per il comparto e i realizzi dopo la presentazione del piano al 2025. Forte debolezza anche per Banco Bpm (-12,05%).
Tra i principali numeri attesi utile netto a 800 milioni nel 2025 e a 640 milioni nel 2024 dai 384 milioni ricorrenti del 2021, ricavi a 4,37 miliardi (da 3,38) con crescita sia sul margine di interesse (a 2 miliardi da 1,5) che sulle commissioni (a 2,2 miliardi da 1,6), oneri operativi a 2,5 miliardi (da 2,1), con un Cet1 oltre il 13%.
Il piano prevede anche «operazioni straordinarie, volte a rafforzare ulteriormente la posizione competitiva a livello nazionale e garantire una maggiore focalizzazione sulle attività core del gruppo, mediante anche cessioni e deconsolidamenti di asset non strategici che consentiranno di liberare capitale per oltre 500 milioni da destinare allo sviluppo del business».
Vendite su banche e risparmio gestito, limita i danni Ferrari
In una seduta in cui hanno subìto vendite tutti i bancari europei (-4,96% il sottoindice Stoxx 600 banche), a Milano Unicredit ha perso il 9,1%, Intesa Sanpaolo il 7,38% e Mediobanca il 6,59 per cento. In Europa, a Francoforte Deutsche Bank è scesa del 5,85%, a Parigi Societé Generale del 6,15% e Credit Agricole del 5,91%, quando a Madrid Bbva ha perso il 9,13 per cento.
Tornando a Milano, nel Ftse Mib hanno subito forti vendite anche i titoli del risparmio gestito: Finecobank -9,47%, Azimut -9,08%, Banca Generali -8,3% con Banca Mediolanum -6,81 per cento. Tra i finanziari male anche Unipol (-8,2%), primo azionista di Bper, e Nexi (-6,93%). Non sono stati risparmiati dal sell-off anche i titoli dell’energia e delle utility: Saipem ha perso il 7,97%, Hera il 7,18% e A2A il 6,57%, quando Eni ha lasciato sul terreno il 5,6% ed Enel il 4,33 per cento.
Sul fronte industriale, ancora una seduta di vendite per Iveco Group (-7,35%) con Tim -6,65 per cento. Ha limitato i danni Atlantia (-0,27%), seguita da Ferrari (-1,61%), che la prossima settimana presenta il nuovo piano industriale, quando l’amministratore delegato Benedetto Vigna dovrebbe illustrare la nuova strategia della Casa di Maranello anche sull'elettrificazione.
Spread si allarga ancora a 234 punti, rendimento al 3,85%
Continua la corsa dello spread BTp/Bund che consolida la tendenza all'allargamento seguita alle comunicazioni della Bce sui tassi e sulla fine del piano di acquisto dei titoli di Stato europei.
A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco è indicato a 234 punti, sei in più rispetto ai 228 punti base del closing della vigilia. In netto rialzo il rendimento del BTp decennale benchmark che ha chiuso al 3,85% rispetto al 3,72% di ieri, aggiornando i massimi da ottobre 2014.
Asta Bot annuali per 6,5 mld, rendimento top da ottobre 2018
Rendimento in netto rialzo per i BoT annuali assegnati dal Tesoro. Nel collocamento odierno il Tesoro ha emesso 6,5 miliardi di Buoni a 12 mesi scadenza 14/06/2023 con un rendimento tornato sui massimi da ottobre 2018 allo 0,893%, in aumento di 77 centesimi rispetto all'asta del mese precedente. Buona la domanda che si è attestata a 9,145 miliardi di euro, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,41. Il regolamento dell'asta cade sul prossimo 14 giugno.
Euro prosegue flessione, petrolio debole
Sul fronte dei cambi, in calo la moneta unica che passa di mano a 1,0518 dollari (1,0632 questa mattina e 1,0658 di ieri sera) e che, secondo gli analisti di Unicredit, paga le tensioni sui titoli di Stato periferici dell'area euro e i rendimenti elevati dei Treasury Usa. Il cambio euro/yen è a 141,097 (142,37 e 142,857), dollaro/yen 134,152 (133,94 e 134,035).
In chiusura dei mercati europei, è passato in deciso ribasso il prezzo del petrolio: il contratto consegna Agosto sul Brent scivola del 2,4% a 120,13 dollari al barile e quello scadenza Luglio sul Wti del 2,39% a 118,61 dollari al barile. Gas in discesa a 83,75 euro al megawattora in Europa: -1,34% nel contratto luglio.