STIAMO TOCCANDO IL FONDO – L’FMI TAGLIA LE STIME DEL PIL ITALIANO: L’ECONOMIA NEI PROSSIMI DUE ANNI CRESCERÀ SOLO DELLO 0,7% – IL DEBITO PUBBLICO RAGGIUNGERÀ IL 143,7% NEL 2023 (CON IL 5% DI DEFICIT), PER POI RIDURSI NEL 2024 AL 143,2% - L’ANALISI DEL WORLD ECONOMIC OUTLOOK: “LA DOMANDA DOMESTICA È DEBOLE. L’ITALIA SCONTA L’INDEBOLIMENTO DEL SETTORE INDUSTRIALE E UN CALO NEGLI INVESTIMENTI DELL’EDILIZIA” (GONFIATI NEGLI ULTIMI ANNI CON IL SUPERBONUS)

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giorgia meloni giorgia meloni

1. FMI TAGLIA LE STIME DEL PIL ITALIANO, +0,7% NEL 2023

(ANSA) - Il Fondo Monetario internazionale taglia le stime del Pil dell'Italia per il 2023 e il 2024 nell'ambito della generale frenata dell'economia globale e in particolare di quella europea.

 

Per l'anno in corso il fondo, nel suo World Economic Outlook presentato a Marrakech, vede una crescita dello 0,7%, con un taglio di 0,4 rispetto alle previsioni di luglio, quando le previsioni erano state invece corrette al rialzo Anche per il 2024 il nostro Paese crescerà dello 0,7%, con una limatura di 0,2 rispetto alle precedenti stime.

 

Per quanto riguarda il debito pubblico, l'Fmi prevede che raggiunga quest'anno il 143,7 per scendere al 143,2 al 2024 e al 140,1 al 2028 mentre il deficit sarà pari al 5% per poi calare al 4% il prossimo anno

 

Kristalina Georgieva, direttore generale del fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva, direttore generale del fondo monetario internazionale

2. FMI, SULL'ITALIA PESA DEBOLEZZA INDUSTRIA E EDILIZIA

(ANSA) - L'Italia sta scontando un indebolimento "del settore industriale" e un calo "negli investimenti dell'edilizia". Queste le cause principali per le quali l'Fmi ha rivisto al ribasso la crescita del pil dopo la revisione al rialzo operata a luglio.

 

Lo affermano i responsabili del dipartimento studi dell'Fmi in conferenza stampa secondo cui si registra anche in indebolimento dei servizi. "Anche se abbiamo visto un primo trimestre forte, nel secondo abbiamo registrato una contrazione e una domanda domestica relativamente debole". Pesa anche il peggioramento delle condizioni di finanziamento per via della stretta monetaria della Bce.

SPREAD AL 9 OTTOBRE 2023 SPREAD AL 9 OTTOBRE 2023

 

3. FMI, LA CRESCITA DELL'ECONOMIA MONDIALE FRENA NEL 2023-2024

(ANSA) - La crescita dell'economia mondiale sta frenando nel 2023 e si ridurrà ulteriormente il prossimo anno, con un rallentamento che investe maggiormente i paesi sviluppati e meno gli emergenti.

 

Nel suo World Economic Outlook presentato al meeting annuale a Marrakech, il Fondo prevede che il pil globale segni un +3% dal 3,5 del 2022 per limarsi a +2,9% nel 2024 (la precedente stima era di +3%). Tra le cause del rallentamento il rapporto indica la guerra in Ucraina, la crescente frammentazione dell'economia e alcune più cicliche come la stretta monetaria anti inflazione, il ritiro degli aiuti pubblici e gli eventi climatici estremi

 

DATI SUL SUPERBONUS DATI SUL SUPERBONUS

Gli analisti dell'Fmi sottolineano come l'economia mondiale, dopo i colpi subiti per la pandemia, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e l'inflazione, ha rallentato ma non è crollata. Aumentano così le probabilità di uno scenario di soft landing (atterraggio morbido) dove la lotta all'inflazione avviata dalle principali banche centrali con la stretta monetaria e che sta causando il raffreddamento dei prezzi (dal 9,2% a livello mondiale al 5,2 quest'anno) non sta causando una recessione

FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

 

E tuttavia la crescita resta diseguale e con importanti differenze fra le diverse economie. Il rallentamento, pur generale, appare più pronunciato nei paesi sviluppati, con la notevole eccezione degli Stati Uniti che vede a cotnrario rialzare le stime a un +2,1% del pil quest'anno e all'1,5% il prossimo, rispetto agli emergenti e quelli in via di sviluppo. Per questi paesi, in media, la correzione è stata modesta ma appare "fuori portata" il ritorno ai tassi visti prima della pandemia. C'è inoltre il brusco rallentamento della Cina deve affrontare i contraccolpi della crisi immobiliare e dell'indebolimento della fiducia e le cui previsioni sono state tagliate al +5% nel 2023 e al +4,2% il prossimo

 

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