Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”
IL CONTO DEL SUPERBONUS - MEME BY OSHO
Sul Superbonus e le ristrutturazioni edilizie è in arrivo un altro giro di vite. Aumentano gli oneri a carico delle imprese e le tasse sulle plusvalenze e diventano più serrati i controlli sulle variazioni catastali post-lavori.
Sul mattone il governo, dopo essersi svenato a causa dello sconto in fattura, inizia anche a far cassa aumentando dall'8 all'11% la ritenuta effettuata dalle banche e da Poste Italiane al momento di accreditare alle imprese che effettuano i lavori i pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d'imposta, il famigerato "scontrino parlante".
Questa misura, che scatterà dal 1 marzo 2024, infatti, secondo le previsioni del governo porterà nelle casse dello Stato ben 518 milioni di euro nel 2024 e 622 milioni dal 2025 drenando una notevole liquidità alle imprese. La legge di Bilancio, poi, inasprisce la tassazione delle plusvalenze, esentando solamente gli immobili acquisti per successione e quelli adibiti ad abitazione principale dal venditore o dai suoi familiari.
Per evitare che i proprietari dopo aver effettuato la ristrutturazione dei loro immobili a spese dello Stato possano monetizzare subito l'aumento di valore che ne deriva vendendoli a lavori eseguiti, è previsto che le plusvalenze vengano tassate al 26% se non sono trascorsi più di 10 anni dai lavori. […]
Oltre a questo, la legge di bilancio introduce nuove verifiche sugli immobili ristrutturati con il Superbonus dando la possibilità all'Agenzia delle Entrate di incrociare i dati delle sue banche datti per verificare se dopo i lavori i proprietari degli immobili hanno correttamente presentato la dichiarazione di variazione catastale. In caso di difformità, è previsto che vengano inviati ai contribuenti lettere di conformità con relative sanzioni amministrative da pagare.
Sul Superbonus resta poi aperto il problema dei cantieri che di qui alla fine dell'anno rischiano di fermarsi per effetto dell'ulteriore décalage dello sconto fiscale che dopo essere sceso al 90% da gennaio andrà al 70%. Per questa ragione, l'intera filiera delle costruzioni che va dall'Ance alle associazioni artigiane alle cooperative, dalla rete delle professioni tecnici sino ai sindacati ha chiesto ufficialmente al governo di introdurre una proroga in modo da permettere una conclusione ordinata alla misura, che eviti la perdita improvvisa di centinaia di migliaia di posti di lavoro causata dalla sicura interruzione di migliaia di cantieri che potrebbe derivare dall'insorgere di un enorme contenzioso tra condomìni e imprese e scongiuri la corsa forsennata già in atto per finire i lavori, con conseguente rischio sia per la sicurezza dei lavoratori coinvolti sia per la qualità degli interventi eseguiti. […]
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