Il canone Rai potrebbe aumentare. Questo è quanto emerge da alcune fonti pubblicate oggi da Il Giornale. L’aumento del canone Rai sembra molto probabile vista la decisione della rimozione dello stesso in bolletta.
Canone Rai via dalla bolletta, possibile l’aumento
La decisione dell’addio al canone Rai in bolletta, proviene direttamente dalla Ue. L’Italia deve adeguarsi alla normativa ed eliminare i cosiddetti “oneri impropri” dalla bolletta della luce. Il governo deve prendere una soluzione su come riscattare comunque la “tassa” senza aumentare troppo il suo costo. È quindi quasi inevitabile che il prezzo del canone aumenti, questo perché eliminare il canone dalla bolletta vorrebbe dire perdere introiti sicuri. Una delle ipotesi più gettonate è quella del pagamento attraverso il 730.
Al momento l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, ha fatto sapere, attraverso Il Giorno, che l’aumento del canone Rai non dipende da una decisione loro, ma del governo Draghi. Allo stesso tempo, ha commentato la necessità di non far diminuire gli introiti. Entro la fine dell’anno il governo dovrà decidere come far pagare ai cittadini il canone. La decisione è stata presa dall’Ue, che bocciò l’entrata in vigore nel 2016 del pagamento in bolletta. L’aumento del canone Rai potrebbe quindi corrispondere a circa 300 euro da pagare fuori bolletta.
Canone Rai non in bolletta, come si pagherà?
L’aumento dell’importo del canone Rai potrebbe essere giustificato in diversi modi. Prima di tutto il costante lamento di pochi fondi da parte della Rai, poi la possibilità di mettere a pagamento i servizi internet e infine l’adeguamento al sistema e ai costi di altri Paesi.
Tra i grandi Paesi europei, l’Italia è quello dove il canone per il servizio radiotelevisivo pubblico è il più basso: 90 euro, contro i 139 della Francia, i 180 del Regno Unito e i 210 della Germania. In Spagna non c’è canone a il servizio pubblico è finanziato con le tasse e con contributi degli operatori privati. Secondo uno studio universitario il costo a persona è comunque di circa 40 euro e quello per nucleo familiare di circa 100 euro l’anno.
A livello europeo ci sono poi altri Paesi in cui il servizio pubblico radiotelevisivo è finanziato non da un canone ma dalle tasse, apposite o generiche, e Paesi con canoni più alti (come la Svizzera) o più bassi (come la Grecia).
Le associazioni a difesa dei consumatori si sono poste subito sul piede di guerra alla notizia e stanno già proponendo metodi alternativi. Ci sono dei metodi che rischiano di aumentare i non paganti, mentre altre tipologie di pagamento sono ben rotate in altri Paesi. Come il pagamento tramite 730.