TELECOM VA IN RETE? - RENZI RIAPRE IL DOSSIER DELLA RETE DI TELECOM ITALIA. MA L'AD PATUANO RIBADISCE: "NON E' OGGETTO DI SCORPORO" – PER LA PRESIDENZA SPUNTA GIUSEPPE RECCHI

Renzi, qualche mese fa, dichiarava di non aver nessuna pregiudiziale sul rafforzamento nel capitale degli spagnoli Telefonica ma che fosse “importante fare lo scorporo della rete” – Per la presidenza prende piede il nome è quello di Giuseppe Recchi, già numero uno di Ge South Europe, oggi presidente dell’Eni…

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Francesco Spini per ‘La Stampa'

Il premier Matteo Renzi riapre il dossier della Rete di Telecom Italia. Intervenendo alla presentazione della relazione annuale dell'Organo di Vigilanza sulla parità di accesso alla Rete, l'ormai ex commissario di governo per l'Attuazione dell'agenda digitale, Francesco Caio ha annunciato che il presidente del consiglio «ha chiesto un briefing sul dossier della Rete e sull'Agenda digitale, che speriamo di poter organizzare entro fine mese».

MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSEMATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE

Allora si scoprirà se il Renzi di governo è lo stesso Renzi che, qualche mese fa, dichiarava di non aver nessuna pregiudiziale su Telefonica ma che fosse «importante fare lo scorporo della rete». Sarà forse anche per questo che ieri l'ad di Telecom, Marco Patuano, ha puntualizzato una volta di più che «la Rete non è oggetto di scorporo».

Anzi. Il presidente dell'Organo di Vigilanza, Antonio Sassano, ha riconosciuto che il sistema di equivalence of output (la parità di trattamento nell'utilizzo della rete) organizzata con Open Access da Telecom ha dato «fino a oggi prova positiva», nonostante sia da affinare e nonostante i concorrenti non siano d'accordo.

Patuano, a sua volta, ha lamentato l'eccessiva conflittualità di questi ultimi, avendo ricevuto «richieste di indennizzo per miliardi di euro». Secondo l'ad, «non è un comportamento serio». Quindi ha rinnovato la disponibilità a percorrere la strada dell'equivalence of input, che dà parità di accesso all'infrastruttura e piace di più alla concorrenza.

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Ci vorrà però del tempo. «Gli inglesi ci hanno messo sette anni», ha ricordato il presidente dell'Agcom, Angelo Cardani. In attesa di avere le attese condizioni regolatorie, Telecom sta quindi lavorando ancora a una «equivalence of output» ma «rafforzata».
Se questa «potesse dare le stesse garanzie risparmieremmo soldi», ha detto Patuano. Sulla rete tutte le opzioni (tranne lo scorporo) sono dunque aperte.

MASSIMO TONONIMASSIMO TONONI

Ma per Telecom c'è anche il capitolo dell'assemblea che il 16 di aprile dovrà rinnovare il cda. «Credo che gli azionisti prenderanno atto del grande lavoro fatto dal Cda uscente nel proporre raccomandazioni per rinnovare la governance - ha commentato Patuano - e mi attendo che la compagine dell'azionariato tenderà a ricomporsi».

Marco Fossati per evitare lo scontro vuole che Telco condivida piano industriale e presidente. Se nei giorni scorsi Telco sembrava decisa a proporre l'ex Goldman Sachs, Massimo Tononi, prende piede un'alternativa altrettanto internazionale e data in ascesa. Il nome è quello di Giuseppe Recchi, già numero uno di Ge South Europe, oggi presidente dell'Eni.

Giuseppe Recchi ENIGiuseppe Recchi ENI

 

 

MARCO PATUANOMARCO PATUANO

 

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