Italy's economy suffers a record blow during the mass shutdown https://t.co/HFZIPTQkZs pic.twitter.com/BCWMh4b74h
— Bloomberg Economics (@economics) April 3, 2020
Coronavirus, Pmi servizi marzo 17,4 punti: livello più basso di sempre
(LaPresse/Finanza.com) - Crollo record dell'attività del terziario in Italia, a causa della pandemia da Covid-19. A marzo l'indice Pmi servizi si è attestato a 17,4 punti, in caduta libera dai 52,1 punti del mese prima e sotto le attese degli analisti ferme a 22 punti. Si tratta della più rapida contrazione dall'inizio dell'indagine a gennaio 1998. Le aziende intervistate hanno collegato questa flessione alle misure di emergenza e alle chiusure imposte per arginare la diffusione del Covid-19. Anche i nuovi ordini e l'occupazione, ha rilevato l'istituto Ihs Markit che redige l'indagine, hanno registrato crolli record mentre le aspettative sull'attività sono scese ad un minimo record.Considerando anche le difficoltà del manifatturiero, Lewis Cooper, economist presso la Ihs Markit, ha dichiarato: "Nel complesso, i dati di marzo indicano tempi estremamente impegnativi per l'economia italiana dove la portata dell'impatto sulla produzione, sull'occupazione e gli investimenti probabilmente peserà a lungo sull'intera società".Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un'indagine condotta sui direttori d'acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull'andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un'economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.
Germania, Pmi servizi marzo crolla a 31,7 puntI
giuseppe conte roberto gualtieri
(LaPresse/Finanza.com) - Caduta verticale del terziario anche in Germania per effetto del coronavirus. A marzo, secondo la lettura finale, l'indice Pmi servizi si è attestato a 31,7 punti dai 52,5 punti di febbraio. Il dato è stato rivisto al ribasso rispetto ai 34,5 punti della stima preliminare. Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un'indagine condotta sui direttori d'acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull'andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un'economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.
L'Europa ha perso un milione di posti Patto francotedesco senza coronabond
controlli sanitari al mercato di wuhan
Marco Bresolin per “la Stampa”
Da quando è esplosa la crisi sanitaria, un milione di persone ha perso il lavoro in Europa.
Una cifra che viene considerata "prudente" e che, senza interventi decisi da parte dei governi, nelle prossime settimane potrebbe addirittura triplicare o quadruplicare, secondo le stime della Confederazione europea dei sindacati (Etuc). Per frenare l' emorragia occupazionale i sindacati guidati dall' italiano Luca Visentini chiedono ai governi di adottare al più presto un intervento da 300-400 miliardi, che è più omeno la cifra in discussione in queste ore a livello Ue.
Secondo le ultime indiscrezioni, Parigi e Berlino sarebbero vicine a un' intesa sugli strumenti: via libera a un Mes (Meccanismo europeo di stabilità-Fondo salva-Stati) con condizionalità light e a un fondo di garanzia della Bei per mobilitare 200 miliardi. Non dovrebbero esserci grandi ostacoli al piano anti-disoccupazione della Commissione (100 miliardi), mentre sembra avviarsi verso il tramonto definitivo l' ipotesi Coronabond, anche nella forma di un fondo comune proposta da Parigi (che prevedeva una condivisione del debito limitatamente alle spese per l' emergenza).
I dati arrivati ieri da Madrid sono allarmanti: dall' arrivo del Coronavirus il numero degli spagnoli iscritti alle liste di disoccupazione è cresciuto di 300 mila unità. Un aumento record, accompagnato da circa 900 mila posti di lavoro persi (compresi quelli occasionali e stagionali) e dai 3 milioni in cassa integrazione. Numeri preoccupanti anche in Austria, dove in un mese ci sono 194 mila disoccupati in più: il tasso di disoccupazione a marzo è salito al 12,2% (+4,7%).
Ma anche gli altri grandi Paesi non sono da meno. In Francia più di 300mila aziende, perlopiù di piccole dimensioni, ha chiesto un aiuto per i loro 3,6 milioni di dipendenti. In Germania - dove il tasso di disoccupazione secondo le previsioni dovrebbe salire dal 5,1% di febbraio al 7% nel mese di marzo - 470 mila imprese hanno scelto la cassa o le ferie straordinaria per i loro 7,5 milioni di lavoratori. Nel Regno Unito 950 mila cittadini britannici hanno fatto richiesta per ottenere l' Universal Credit, l' assegno sociale da circa 300 sterline al mese (più i bonus per figli o disabili a carico) e il governo ha stanziato 3 miliardi di sterline per i lavoratori autonomi (3,8 milioni di persone che incasseranno l' 80% del loro reddito medio, fino a un massimo i 2.500 sterline al mese).
coronavirus, il video messaggio di ursula all'italia 1
Il governo britannico non potrà beneficiare di "Sure", il piano anti-disoccupazione della Commissione Ue che punta a mobilitare 100 miliardi di euro attraverso prestiti ai 27 governi dell' Unione.
Lo strumento deve ancora essere approvato dalle capitali, ma le resistenze dei giorni scorsi sembrano superate. "Sure" farà parte di un pacchetto più ampio sul quale nelle ultime ore sarebbe stato raggiunto un accordo tra Francia e Germania, ma l' ultima parola spetterà all' Eurogruppo di martedì. C' è un nuovo fondo di garanzia della Bei (mobiliterà 200 miliardi), ma non ci sono gli Eurobond. Il compromesso trovato sul Mes prevede l' attivazione di linee di credito soggette a condizioni rafforzate (Eccl) per aiuti fino al 2% del Pil del Paese (36 miliardi nel caso italiano), ma anche l' istituzione di un nuovo "Strumento di finanziamento rapido" (Rfi) che avrà una dotazione di 80 miliardi (fino a 13,6 miliardi per l' Italia).
Entrambi gli strumenti prevedono condizionalità, seppure leggere (il rispetto dei vincoli Ue di bilancioe delle raccomandazioni del Semestre europeo) e un monitoraggio da parte della Commissione (nel primo caso anche della Bce). Prevista la firma di un Memorandum (per l' Eccl), che per Rfi viene chiamato "Piano per la risposta economica", ma sempre in base altrattato del Mes.