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1. ELKANN, GIOIELLI VERI E REGALI FINTI PER EVADERE IL FISCO
Estratto dell’articolo di Marco Grasso per “il Fatto Quotidiano”
Ci sono poche cose in una vita che riescono a esprimere un amore più puro e disinteressato dei regali di una nonna. Ma di sentimenti, in questa storia, ce ne sono pochi, secondo i magistrati. C’è però un paio di pendenti che vale 78 milioni. Le “asserite donazioni” di Marella Caracciolo ai nipoti John, Lapo e Ginevra Elkan, sarebbero in realtà un “artificio”, una “documentata spoliazione post-mortem” che ha consentito ai rampolli della dinastia di aggirare consistenti tasse e di saltare in linea ereditaria la madre Margherita, in guerra con tutta la famiglia.
Un piano studiato a tavolino da una schiera di professionisti, che, dopo la morte di Marella, avvenuta il 23 febbraio del 2019, orchestra la catalogazione, la spartizione con il bilancino e infine l’occultamento di 170 milioni di euro fra quadri di pregio e gioielli.
La punta dell’iceberg di un patrimonio che sarebbe stato nascosto al Fisco italiano attraverso due trust fasulli basati a Nassau, nelle Bahamas – The Providenza Settlement e The Providenza II Settlement – che avrebbero raccolto 700mila euro provenienti da Bundeena, veicolo offshore usato dalla defunta.
Il grosso della fetta dei “regali” finisce alla più giovane dei nipoti, Ginevra: oltre 111 milioni di euro di opere d’arte e preziosi, fra cui spiccano un paio di orecchini Harry Winston, pendenti in diamanti bianchi, rossi e blu dal valore astronomico di 78 milioni di euro. Non è un caso, secondo i pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Giulia Marchetti: nella divisione dei beni immobiliari svizzeri Ginevra ottiene la parte meno pregiata, lo chalet di Lauenen, mentre John e Lapo diventano proprietari della prestigiosa proprietà di Sankt Moritz.
GIOIELLI DI MARELLA CARACCIOLO BATTUTA DA SOTHEBYS E CHRISTIES
[…] retrodatando le donazioni, infatti, spariscono gli obblighi fiscali dovuti invece in caso di passaggio ereditario tout court. Nella ricostruzione dell’accusa, accolta pochi giorni fa dal gip Antonio Borretta, questo disegno avrebbe fruttato agli Elkann un “ingiusto profitto” di 32 milioni di euro.
L’architettura delle finte donazioni è stata ricostruita in modo minuzioso dal nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Alessandro Langella, ed è una parte significativa delle prove con cui gli inquirenti hanno ottenuto alcuni giorni fa un provvedimento inaudito nella storia della famiglia Agnelli: il sequestro di 74 milioni di euro ai tre fratelli Elkann, accusati a vario titolo di evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato insieme al commercialista di famiglia Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs Robert von Gruenigen, esecutore testamentario di Marella Caracciolo Agnelli.
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john elkann margherita agnelli
Gli investigatori trovano infatti traccia di vari elenchi, che mostrerebbero come, fra aprile e agosto del 2019, una serie di opere d’arte e gioielli vengono sfilati dall’originario inventario, per finire nella lista dei “regali”.
Per costruire una parvenza di realtà a quella storia, la segretaria di famiglia Paola Montaldo prepara anche un file Excel dal titolo “date regali”: “Un promemoria delle ricorrenze riferite a John Elkann, Lapo e Ginevra (anniversari, compleanni, dati di nascite dei figli) che secondo gli inquirenti era stato predisposto – in assenza di documenti scritti – allo scopo di associare un determinato “regalo” a una specifica data, come tra l’altro si intuisce dalla messaggistica tra Paola Montaldo e John Elkann”.
GIOIELLI DI MARELLA CARACCIOLO BATTUTA DA SOTHEBYS E CHRISTIES
In una mail inviata da Montaldo a Elkann, intitolata “Caro ingegnere”, emergono secondo i pm le preoccupazioni della segretaria riguardo alla tenuta della ricostruzione: “Alla luce di quanto dicono gli avvocati secondo me non è normale che la nonna abbia regalato fisicamente tutti i suoi gioielli a Ginevra prima della sua scomparsa. Credo potremmo mettere le scelte e qualcosa in più come regalati e lasciare una lista generale per la successione”.
Questa versione sta così poco in piedi che i documenti si contraddicono: in certi casi la nonna avrebbe “regalato” lo stesso quadro a nipoti diversi. John Elkann risulta essere beneficiario di donazioni per 29 milioni di euro: un quadro di Robert Delawney da 5,5 milioni; un Andy Warhol da 10 milioni; un Robert Indiana da 5,5; gioielli per oltre 10 milioni. Lapo Elkann avrebbe avuto in dono dalla nonna un Claude Monet da 17,7 milioni; un Andy Warhol da 2,5; gioielli per 3,6 milioni; piatti russi per mezzo milione.
Mentre Ginevra, oltre ai gioielli, avrebbe anche avuto una collezione di opere dal valore di 21 milioni di euro, tra cui un Francis Bacon che da solo ne vale 12. Tutte queste valutazioni sono state fatte fare dalla famiglia alla casa d’aste Sotheby’s. […]
2. EREDITÀ AGNELLI, DONAZIONI FITTIZIE DI QUADRI E GIOIELLI
Estratto dell’articolo di Simona Lorenzettie Massimiliano Nerozzi per il “Corriere della Sera”
Quadri, gioielli, oggetti d’arredo. Un tesoro da 170 milioni di euro che i fratelli Elkann — John, Lapo e Ginevra — si sarebbero spartiti alla morte di donna Marella, classificandoli negli inventari e nei documenti via via redatti come «regali» che la nonna avrebbe donato loro quando era ancora in vita. Uno stratagemma — raccontato nelle cento pagine del decreto di sequestro preventivo per 74,8 milioni — che avrebbe consentito agli eredi di ridurre la «massa ereditaria» e pagare meno tasse.
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Ed è così che dalle carte dell’inchiesta emergono anche i beni «scelti» dai fratelli Elkann in base ai loro gusti personali. E se Ginevra ha messo in cassaforte un paio di orecchini pendenti con diamanti blu del valore di 78 milioni — ai quali si aggiungono altri importanti gioielli —, Lapo ha optato per un servizio di piatti russo. Non sarebbe andata diversamente per i quadri dell’Avvocato. Stando alle tabelle che la segretaria personale di Marella e di John, Paola Montaldo, avrebbe proprio denominato «Scelte», l’ad di Exor (estranea all’indagine) avrebbe «ereditato» — tra gli altri dipinti — «Batman» di Andy Warhol del valore di 10 milioni; Lapo, invece, «Glaçons, effet blanc 1894» di Claude Monet (17 milioni e mezzo).
E infine Ginevra: il valore delle donazioni ammonta a 111 milioni e spiccano gli orecchini firmati Harry Winston e «Three studies for portrait (Gianni Agnelli)» di Francis Bacon, stimato 12 milioni. Ebbene, rispetto a questa piccola galleria d’arte, i pm — il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti — sottolineano che si tratterebbe di «false donazioni» raccontate in tre file — con tanto di certificazioni della casa d’aste Sotheby’s nel luglio 2020 — che Montaldo ha inviato al commercialista Gianluca Ferrero per rendicontare, dopo la morte di Marella, l’entità dei beni.
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Per il gip numerosi sono gli elementi «a riscontro della stabile permanenza di Marella Caracciolo in Italia per la maggior parte del tempo», quantomeno dal 2003: sono emersi «l’esistenza di un vero e proprio “piano”, dettagliato e risalente nel tempo, volto a scongiurare il rischio di disconoscimento della residenza svizzera della donna e, dall’altro, di numerose attività volte a “presidiare” detta residenza».
E «John Elkann — scrive il gip — appare, allo stato, l’effettivo “regista e attore primario” della strategia di “presidio” della residenza elvetica della donna», ed «è presente in tutte le comunicazioni mail/incontri di rilievo con i professionisti e parte di alcuni contratti simulati/fraudolenti».
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Il sequestro — per il gip — si rende necessario perché gli indagati potrebbero replicare «la strategia fraudolenta», anche attraverso «movimentazioni bancarie e di soggetti societari esteri», compresi trust alle Bahamas.
«A fronte dello stillicidio di documenti che dovrebbero essere discussi nelle aule giudiziarie e che vengono invece diffusi in modi che non consentono alcun giusto contraddittorio — ribattono i difensori degli Elkann — rinnoviamo la ferma convinzione di poter dimostrare l’estraneità alle accuse dei nostri assistiti». E ancora: «Ribadiamo che il sequestro è ingiustificato: i fratelli Elkann hanno sempre assolto i loro oneri fiscali, e i loro beni sono alla luce del sole».
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