1 - TIM: PIETRO LABRIOLA NOMINATO AMMINISTRATORE DELEGATO
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Pietro Labriola, direttore generale di Tim, e' stato cooptato in cda e nominato amministratore delegato del gruppo. Lo apprende
Radiocor da fonti vicine al dossier.
2 - DAGONOTA
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI
Dopo i contatti col socio pubblico Cdp, Pietro Labriola ha presentato un piano che prevede lo scorporo di Tim, come da desiderata del governo.
Un piano che Labriola assicura che può diventare realtà in tre mesi, mentre con Kkr ce ne vorrebbero 18. Cosa che mette in difficoltà il fondo Usa che attende il prossimo 26 gennaio per conoscere dal Cda Tim l’esito alla sua richiesta di quattro settimane per verificare i conti della società (“due diligence”).
In caso di esito negativo, gli americani potrebbero lanciare un’Opa che per Vivendi, azionista di maggioranza, sarebbe “ostile”. E la faccenda diventerebbe più che mai politica.
C’è una parte del governo interessata solo all’italianità della parte strategica; l’altra parte, capitanata da Giorgetti, che invece è favorevole, visto che c’è già al comando, al duplex Labriola-Vivendi.
Poi c’è in ballo il cambio di guardia alla presidenza: al posto di Salvatore Rossi, si fa largo il ritorno in Tim di Massimo Sarmi. Ma parte del management patisce un presidente che, a differenza di Rossi, sa dove mettere le manine.
salvatore rossi foto di bacco (1)
Infine, la domanda delle cento pistole: arrivati a questo punto, che ha in mente di fare Krr, lascia o raddoppia?
Il fondo Usa ha già impiegato cospicui importi tra analisti, avvocati e advisor e, in caso di ritiro, mettere tali cifre tra le perdite non farebbe certamente felici i soci di Kkr, quindi, per ora, sono intenzionati ad andare avanti.
3 - TIM IL MERCATO VEDE KKR PIÙ LONTANA
Sara Bennewitz per "la Repubblica"
Più passa il tempo, più il mercato vede allontanarsi la possibilità di un'Opa di Kkr, più il titolo torna sui livelli a cui trattava il 26 novembre, prima che il fondo Usa palesasse il suo interesse. Allora Tim valeva 0,35 euro, contro gli 0,41 (-3%) di ieri. E questo a prescindere dal piano che Pietro Labriola, che domani sarà nominato ad, presenterà al mercato il 2 marzo. Nel dubbio chi aveva comprato in attesa di un'Opa vende, anche perché nel frattempo Tim ha fatto il terzo profit warning e Iliad sta per farle concorrenza sul fisso.
Se anche il piano di Labriola saprà creare valore, si vedrà solo nel medio termine: solo per separare la NetCo e la ServiceCo ci vorrà almeno un anno. Anche l'eventuale creazione della rete unica fra Tim e Open Fiber fa storcere il naso agli investitori, che temono che le istituzioni e la Cdp - socia al 9,9% della prima e al 60% della seconda - potrebbero avallare un concambio non equilibrato.
Un motivo di irritazione in più per Kkr, che ritiene invece che il suo 37,5% in Fibercop, la rete secondaria di Tim, sia un asset più pregiato di Open Fiber. Se il fondo Usa vuole lanciare un'Opa dovrà farlo in tempi brevi, ma anche il cda di Tim dovrà prendere una posizione.
4 - LABRIOLA DIVENTA AD, RIMBALZO PER TIM E NEL PIANO C'È IL RITORNO DELLA RETE UNICA
S.R. per "la Stampa"
Tim tenta il rimbalzo in Borsa alla vigilia del cda che nominerà il nuovo amministratore delegato. Non sono attesi colpi di scena, il consenso intorno al direttore generale Pietro Labriola si è cristallizzato dopo l'incontro nel quale il manager ha illustrato gli scenari che si aprono sul gruppo.
Il processo ha le sue liturgie, Spencer Stuart - il cacciatore di testa - ha portato la sua rosa di nomi al Comitato nomine che porterà al cda la sua raccomandazione e oggi deciderà. A prescindere dalla cooptazione Labriola non ha mai smesso di lavorare al piano industriale che deve portare Tim fuori dalle secche e che sarà cruciale anche per rispondere a Kkr, rimasta in attesa dopo aver presentato la sua manifestazione di interesse.
Il titolo si assesta sui 42 centesimi di euro (+3,3%) mentre si ragiona sulla Rete Unica e la scissione di Tim in due (Netco e ServicCo) se non in tre società. La cornice si comporrà entro il 26 gennaio, quando le linee guida saranno sul tavolo del cda e poi dovrà correre per arrivare alla versione definitiva il 2 marzo.
La creazione di due società quotate con una scissione proporzionale permetterebbe poi ai principali azionisti - Vivendi e Cdp - di investire su quella più vicina ai loro interessi. Per i francesi potrebbe essere la parte dei servizi, per far ripartire il progetto di mediacompany paneuropea con cui avevano fatto l'ingresso nel capitale di Tim; per la Cassa - ha rilanciato ieri Bloomberg - quello della fusione con OpenFiber (di cui possiede già il 60%) realizzando la Rete Unica.
henry kravis vincent bollore PIETRO LABRIOLA