Estratto dell'articolo di Alessandro Oppes per “la Repubblica”
Lo Stato spagnolo rientra nel capitale di Telefónica ventisei anni dopo la completa privatizzazione del gigante delle tlc. E lo fa a tre mesi dall’ingresso nella compagnia dell’operatore statale saudita Stc (Saudi Telecom Company), che aveva rastrellato sul mercato il 9,9 per cento del capitale.
«Applicheremo tutti i meccanismi necessari per difendere gli interessi strategici della Spagna», era stata la reazione immediata della vicepremier e ministra dell’Economia uscente Nadia Calviño, neo presidente della Bei, in risposta a un’operazione a sorpresa […] che aveva suscitato non poche preoccupazioni nella maggioranza di governo progressista.
E la replica ai sauditi è stata l’acquisto del 10 per cento del capitale (per circa due miliardi di euro) attraverso la Sepi, la società che ingloba le partecipazioni statali, che colloca così nuovamente lo Stato nella posizione di principale azionista.
Una decisione ritenuta inevitabile da parte dell’esecutivo guidato da Pedro Sánchez — forti le pressioni esercitate da Sumar, l’ala sinistra della coalizione — per la “difesa degli interessi nazionali” […]. […]
[…] Madrid non poteva pensare di restare in balìa di un cda controllato da Riad. Da qui l’esigenza di un’operazione che, per la prima volta, inverte una tendenza consolidata tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso con la progressiva privatizzazione di tutte le grandi imprese spagnole, da Endesa a Iberia e Tabacalera. […]
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