Marco Ciminnella per "it.businessinsider.com"
Non tutti riescono a resistere al fascino di Gucci o Louis Vuitton. E per il nostro paese è una gran bella fortuna. Lo shopping del lusso attira sempre più turisti extra Ue: tra una visita al Colosseo e una al Duomo, cinesi, americani e russi si fiondano nelle boutique del centro o negli outlet per svuotare le loro tasche belle piene.
Al punto che l’Italia è lo stato europeo con il più alto aumento delle vendite tax free nel 2019. Un traguardo raggiunto grazie al successo di Roma e Milano, le mete preferite dai viaggiatori amanti dei brand più esclusivi: la spesa supera spesso i mille euro, con il primato che va a via Sant’Andrea, nel capoluogo meneghino, dove si battono gli scontrini in media più alti: 2.630 euro.
Un mercato importante quello delle vendite tax free, che in Italia vale 3,8 miliardi. E che guardando ai numeri, presenta un bel potenziale di crescita. “Nel 2019, gli acquisti fatti nei negozi italiani sono aumentati dell’11 per cento, il doppio rispetto a Francia e Regno Unito.
E per i prossimi anni ci aspettiamo un aumento degli arrivi soprattutto dalla Cina, grazie all’accordo stipulato tra Enac e la controparte cinese Caac“, spiegano gli esperti di Planet, fornitore globale di servizi di pagamento, che gestisce solo nel nostro paese 1,2 miliardi di transazioni di vendite tax free.
L’intesa tra i due enti nazionali di aviazione civile infatti permetterà di aumentare il numero di voli settimanali tra Italia e Cina: saliranno a 108 nel 2020 e a 164 nel 2022, superando così i competitor europei (la Francia lo scorso anno si era fermata a 125). Una prospettiva che per il momento è oscurata dalla diffusione del coronavirus, partito dalla città cinese di Wuhan, che ha spinto le autorità a bloccare i viaggi all’interno e all’esterno dei confini nazionali.
Proprio i turisti cinesi sono stati quelli che hanno speso di più in tutti gli stati comunitari esaminati nel 2018. Nella penisola, occupano una quota del mercato tax free pari al 36%, con uno scontrino medio di 1129 euro. E l’apertura di nuove rotte nel 2020 serviva a far crescere gli arrivi. Almeno per ora, però, questo piano potrebbe non riuscire ad avere gli effetti attesi, visto che la minaccia del virus preoccupa e potrebbe ridurre nei prossimi mesi il volume del traffico turistico, anche per gli sforzi dei governi di contenere l’epidemia.
Su questa problematica, i manager di Planet Italia fanno notare che “al momento non sono noti gli impatti che il coronavirus avrà sullo shopping nel nostro paese. Sappiamo che buona parte dei turisti con un viaggio già pianificato verso l’Europa sono comunque partiti prima dello stop ai voli.
Gli anni scorsi, secondo ForwardKeys, le partenze per i festeggiamenti del capodanno cinese sono avvenute con largo anticipo, quindi ci sono ben due incognite sugli effetti che la diffusione del virus avrà sullo shopping cinese in Europa e in Italia: da una parte, l’effetto sul numero di arrivi; dall’altra, se l’accaduto in Cina inciderà sulla propensione allo shopping dei turisti in visita in Europa.”
Inoltre, si legge nel report di Planet, il turismo statunitense è quello che cresce maggiormente in Italia, segnando un +23 per cento rispetto al 2018: con scontrini che in media si aggirano sui 1074 euro, i viaggiatori provenienti dagli States valgono oggi il 12 per cento del mercato italiano. Subito dietro russi, sudcoreani e taiwanesi, che rappresentano, rispettivamente, l’8, il 6 e il 4 per cento dello shopping internazionale tax free nel nostro paese. Questi numeri in parte sono giustificati da un aumentato potere d’acquisto di rubli e dollari rispetto all’euro: i turisti hanno avuto un motivo in più per venire a spendere qui da noi.
Per i cinesi è diverso: il tasso di cambio è oscillato di più, ma lo yuan non si è rafforzato rispetto alla moneta europea. “In questo caso, la classe media si è allargata ed è aumentato il volume di persone che si dedica allo shopping in Europa”, ci dice Sara Bernabè, general manager di Planet in Italia. Che aggiunge: “Inoltre, anche se in generale a dedicarsi a queste attività sono soprattutto millennial e generazione X, in media il consumatore cinese è più giovane di quello russo e statunitense, quindi più attratto dal mondo dei brand e dei marchi più esclusivi”.
In generale, non esiste una categoria merceologica che spicca rispetto alle altre, visto che a muovere l’interesse e la curiosità degli stranieri è un po’ di tutto, dagli abiti alle, scarpe, dai gioielli agli accessori. “Le vere differenze si notano tra i brand”, ci dice Andrea Dacò, marketing manager di Planet per l’Italia. “Ad entusiasmare di più sono Gucci e Louis Vuitton, che presentano i tassi di crescita più alti”, aggiunge.
A fare da traino a quest’anno positivo per lo shopping tax free internazionale sono alcune grandi città. Al vertice della classifica ci sono Roma e Milano, che registrano il più alto tasso di crescita nelle vendite rispetto al 2018, pari rispettivamente al 12 e 7 per cento. Dietro seguono Madrid, Vienna e Barcellona.
“Le basse performance di Madrid e Barcellona, peggiori a quelle del 2018, sono dovute alle proteste catalane e agli scontri, che ha impattato negativamente sugli acquisti e sugli ingressi turistici. Una tendenza simile si era verificata a Londra un anno prima, a causa degli attacchi terroristici, tra cui quelli a Westminster e London Bridge”, continua l’esperta di Planet.
Per quanto riguarda la Penisola, sono quattro i centri più attrattivi: al primo posto Milano, con una quota del 30,4 per cento delle vendite; seguono Roma (18,6 per cento), Firenze (13,7 per cento) e Venezia (6,5 per ento). L’importo medio degli scontrini è più alto a Venezia, pari a 1309 euro. Subito dietro Milano (1.244 euro), Roma (998 euro) e Firenze (966).
“Chi non riesce ad approfittare di questo trend positivo sono i centri medi e piccoli, dove gli importi di spesa sono più bassi e per il turista è difficile avere il rimborso dell’Iva”, chiarisce Sara Bernabè. Questo perché secondo la legge del tax free, che è un regolamento europeo, per ottenere questo rimborso in Italia è necessario spendere almeno 154,94 euro. Una cifra che si raggiunge più facilmente negli outlet o nei negozi delle grandi città.
“I piccoli commercianti vorrebbero una soglia più bassa per accedere al tax free, in modo da spingere i turisti a fare tappa anche nelle località più piccole”, continua la manager, ricordando che “in Grecia e Spagna la soglia è stata portata a zero e il turismo è cresciuto notevolmente”. Ma abbassare questo tetto è complicato per il governo, in un tempo in cui trovare le sufficienti coperture finanziarie è sempre più complicato.
Le strade più rinomate dello shopping internazionale
Ogni città ha le sue, con brand internazionali che richiamano i visitatori facoltosi. A Milano, quella che ha realizzato gli scontrini in media più alti è via Sant’Andrea (2.630 euro). Poi ci sono via Monte Napoleone (1.426 euro) e via Ugo Foscolo (832 euro). Nella Capitale, invece, a battere le ricevute più ricche sono Piazza di Spagna (1.560 euro), via del Babuino (1071 euro) e via dei Condotti (1051 euro). A Firenze primeggia Piazza della Signoria (2.490 euro), seguita da via de’Tornabuoni (1.123 euro) e via Roma (814 euro). Infine a Venezia, Calle Larga XXII Marzo tocca quota 2.343 euro; dietro c’è San Moisè (1.637 euro).
Ma sono solo le strade milanesi a guadagnarsi un posto nella classifica delle dieci strade più redditizie in Europa grazie allo shopping tax free, Via Monte Napoleone (4° posto) e via Sant’Andrea (2° posto). Al vertice di questa top ten c’è Rue Saint Honore, a Parigi.
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