URNE FUNERARIE - LA PUZZA DI ELEZIONI FA CROLLARE LA BORSA: SIA PER L’INSTABILITÀ, SIA PERCHÉ IN BALLO CI SONO I SALVATAGGI BANCARI, CHE SECONDO LA BANCA POPOLARE DI VICENZA 'SONO IN MANO AL GOVERNO' - SONO I TITOLI DEL CREDITO A SOFFRIRE DI PIÙ A PIAZZA AFFARI, E LE PAROLE DI DRAGHI NON BASTANO A RIPORTARE LA CALMA

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1. BORSA: MILANO -0,3% CON BANCHE, CORRE ITALGAS +2%

 (ANSA) - Le incertezze sulla situazione politica italiana, con i timori di elezioni anticipate, vengono controbilanciati - commentano oggi gli analisti - dalla riaffermata politica monetaria espansiva della Bce e da dati macro positivi in Eurozona. Il listino di Piazza Affari di fatto si allinea all'andamento delle altre Piazze europee con il Ftse Mib che cede lo 0,3%.

 

BORSA MILANO BORSA MILANO

Gli ordini in vendita restano concentrati sulle banche con Banco Bpm in ribasso del 2%, Mediobanca dell'1,7%, Unicredit dell'1,8%, Intesa dell'1,5 per cento. Deboli Telecom (-1,5%) e Mediaset (-0,5%) in attesa che l'Antitrust europeo si esprima sugli impegni presi da Vivendi in materia di concorrenza. I francesi hanno presentato i loro impegni il 4 maggio e il termine per il parere Ue, inizialmente atteso per il 12 maggio e' slittato al 30 maggio ma e' possibile che possa ulteriormente slittare. Sugli scudi Italgas che sale del 2,2% in attesa dei conti 2016 e del nuovo piano.

 

 

2. ELEZIONI E BANCHE, LA BORSA TREMA

Luca Fornovo per la Stampa

 

BORSA MILANO BORSA MILANO

Il rischio di elezioni anticipate unito al difficile salvataggio di Montepaschi e degli istituti veneti (Popolare Vicenza e Veneto Banca) ha messo al tappeto Piazza Affari. La disfatta del listino milanese in rosso del 2,01% (sotto quota 21mila punti) si è accompagnata a un improvviso rialzo dello spread che ha sfiorato i 190 punti base. L' aumento del differenziale di rendimento tra titoli di Stato italiani e quelli tedeschi e la frenata della Borsa testimoniamo i timori degli operatori finanziari per la forte situazione di incertezza politica.

 

Il governo è al lavoro, impegnato ad evitare con l' Unione europea il cosiddetto bail-in (salvataggio interno) a carico degli obbligazionisti e dei grandi correntisti ed un vuoto di potere potrebbe vanificarne lo sforzo, è il ragionamento che viene fatto nelle sale operative. Così a soffrire di più in Borsa sono stati i titoli del credito. L' indice dei bancari italiani è il peggiore (dopo aver già perso il 2% tra giovedì e venerdì) e i tonfi più rilevanti sono quelli di Banco Bpm (-3,9%), Unicredit (-4,3%), Unipol (-4%) e Ubi Banca (-4,7%). Male anche Intesa Sanpaolo (-2%) e Banca Generali (-3,6%).

 

PIAZZA AFFARI BORSA MILANO PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

Neanche le parole di Mario Draghi nel pomeriggio sono bastate a riportare la calma sul mercato italiano. Al Parlamento europeo, il presidente della Bce ha confermato sia la necessità di una politica monetaria improntata sui bassi tassi d' interesse sia che la ripresa si sta rafforzando nell' Eurozona.

 

A livello europeo i danni sono stati comunque più contenuti. L' indice di settore bancario ha perso lo 0,3%. Con Londra chiusa per festività (come Wall Street e Hong Kong), Parigi ha chiuso in live perdita (-0,08%), mentre Francoforte è avanzata dello 0,21%. Tornando al nodo banche analisti e operatori si interrogano su come sarà possibile ricapitalizzare gli istituti in crisi.

 

Intesa e Unicredit (845 milioni ciascuna), ma anche Ubi Banca (200 milioni) e Banco Bpm (150 milioni), hanno versato nel fondo Atlante, azionista delle Venete e pronto a rilevare sofferenze di Mps, tre miliardi di euro, a fronte dei 500 milioni versati dalle Fondazioni, dei 500 milioni messi dalla Cdp e dei 250 milioni anticipati dalle assicurazioni. Partecipazioni che si sono tradotte, per ora, in svalutazioni per oltre 1 miliardo, di cui 547 accantonati da Unicredit per il 2016, mentre per il 2017 bisogna vedere come finirà la partita.

gentiloni e renzi gentiloni e renzi

 

È di questi giorni poi la polemica su altre iniezioni di capitale per le banche venete, con un miliardo chiesto dall' Ue, a cui sta lavorando il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan. Anche il presidente della Popolare Vicenza Gianni Mion ha confermato che gli istituti veneti sono «nelle mani del governo». Mentre il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, forte dei 100 milioni versati, ha detto che non metterà «neanche più un euro». A suo dire spetta a Padoan trovare il famoso miliardo, sempre che il governo non cada in anticipo.

 

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