LETTERA APERTA DEL CEO DI UNICREDIT JEAN PIERRE MUSTIER
Scrive Jean Pierre... Care colleghe e cari colleghi, questa mattina avrete visto qualche speculazione mediatica sul nostro nuovo piano. Come sapete, non commentiamo mai le voci o le speculazioni, ma vorrei darvi alcune informazioni di contesto in modo che non andiate in vacanza con queste voci in mente. Siamo nelle prime fasi di sviluppo del nostro nuovo piano quadriennale di gruppo. Il piano sarà finalizzato il prossimo novembre e sarà presentato a voi e ai nostri investitori il 3 dicembre.
Come ho commentato in una recente intervista: "Nel nuovo piano, lavoreremo ancor di più sulla trasformazione di UniCredit. L'efficienza deriverà principalmente dall'ottimizzazione delle attività, semplificando i nostri processi e la nostra gamma di prodotti attraverso l'automazione e la digitalizzazione. Questa sarà una leva fondamentale in un contesto di debole crescita economica e di tassi negativi che ci aspettiamo per i prossimi anni in Europa."
Tutte le banche europee stanno affrontando questa sfida e i suoi effetti. In UniCredit, ogni evoluzione del gruppo e di tutte le nostre banche sarà gestita attraverso il prepensionamento e, come sempre, in modo socialmente responsabile e in linea con le rappresentanze dei lavoratori del gruppo.
jean pierre mustier con elkette l alce peluche di mustier
So che negli ultimi tre anni vi abbiamo chiesto molto. Il vostro inesauribile impegno verso UniCredit e il sostegno a Transform 2019 è stato prezioso per renderci una banca migliore e più forte: una banca paneuropea vincente Ora siamo all'ultimo tratto del piano, con i nostri obiettivi in vista. Permettetemi di ringraziarvi ancora una volta e di congratularmi con tutti voi per tutti i risultati finora ottenuti.
Grazie,
Jean Pierre
LA RISPOSTA DI LANDO SILEONI DELLA FABI
LETTERA APERTA A JEAN PIERRE, IL PIFFERAIO MAGICO
«Caro Jean Pierre, nella lettera di oggi indirizzata ai dipendenti confermi quello che non smentisci: i tagli al personale. Se saranno 10.000 gli esuberi, sotto la tua preziosa gestione, i tagli arriverebbero a 24.700 pari al 29% dell’attuale forza lavoro. Complimenti, un vero record. Unicredit a livello globale nel 2013, prima del tuo arrivo, aveva oltre 140.000 dipendenti. Oggi sono circa 86.000.
Dal pifferaio magico, però, non escono i seguenti numeri: il cost income di Unicredit oggi è al 52,8%, tra i migliori in Europa. Il costo del lavoro degli 86.000 dipendenti attuali è di 6 miliardi di euro, pari a solo il 30% dei ricavi, attesi poco sotto i 20 miliardi nel 2019. Unicredit Italia è oggi l’area di business più redditizia dopo l’Ungheria e produce, nel primo trimestre 2019, 395 milioni di utili netti su 1,3 miliardi del gruppo. L’area “Cee” produce 391 milioni di utili netti e la Germania solo 113 milioni.
Nel 2019 sono attesi 4,7 miliardi di utili, erano 3,9 miliardi nel 2018. I ricavi sono fermi, ma a te, pifferaio magico, i ricavi non interessano. Ti ricordiamo una tua recente pubblica dichiarazione a un quotidiano nazionale: “Non è credibile una strategia basata sui ricavi”. Se lo dici tu, che vieni dalla legione straniera, c’è da crederci, e infatti oggi Unicredit fa poco meno di 20 miliardi di ricavi, ne faceva 24 miliardi nel 2013, quando tu non eri alla guida. Dal 2013 Unicredit ha tagliato crediti per oltre 30 miliardi, il 6% dello stock complessivo.
Tu sei impegnato a fare tre cose. Uno: vendere i gioielli di casa, tra i quali Pioneer, Pekao e Fineco, dai quali hai incassato oltre 7 miliardi di euro, privandoti così di asset altamente redditizi. Due: hai pulito il bilancio dalle sofferenze a costo di provocare il famoso buco del 2016, da 11 miliardi. Tre: hai rafforzato il capitale con l’aumento da 13 miliardi. Dei ricavi, per tua stessa ammissione pubblica, te ne importa poco o niente. Sai cosa pensiamo?
Vuoi avere una banca forte patrimonialmente, pulita dalle sofferenze per creare le condizioni per una fusione in Europa in cui tu sia predatore e non preda. Quando ringrazi tutte le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Unicredit ti sei forse dimenticato un ultimo aspetto. Non vorrai mica lasciare l’Italia e trasferirti in Europa?
Perché, se così fosse, tutti i lavoratori bancari che hanno fatto la tua fortuna non la prenderebbero bene. Un’ultima domanda: uno che ha in mente di tagliare 24.700 posti di lavoro, può dire pubblicamente quanto guadagna tra stipendio e stock option? Fallo per noi, Jean Pierre, rispondi a questa semplice domanda».
Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.