Estratto dell’articolo di Carlo Marroni per il “Sole 24 Ore”
Il Vaticano e il suo patrimonio immobiliare. Per i vertici della Santa Sede la percezione dell’opinione pubblica sull’immensità delle ricchezze papali è una leggenda ma i numeri, in effetti, sono abbastanza consistenti. Palazzi di pregio nel centro storico di Roma, palazzine nelle zone residenziali, terreni. Valori importanti, da cui vanno tolti gli immobili strumentali inalienabili – le sedi dei dicasteri in Piazza Pio XII o il complesso di San Calisto a Trastevere e naturalmente le basiliche - e quindi non valutabili.
L’Apsa – il dicastero del “patrimonio”, che al netto delle passività ammonta a 2,8 miliardi da bilancio - complessivamente gestisce in Italia 4.072 unità immobiliari per un totale di quasi un milione e mezzo di metri quadrati. Fra queste 2.734 sono sue, e 1.338 di altri enti. Tra le unità dell’Apsa 1.389 sono ad uso residenziale, 375 ad uso commerciale 717 sono pertinenze e 253 sono quelle a redditività ridotta. Anche all’estero i numeri sono tutt’altro che irrilevanti: oltre 1.100 unità immobiliari, mentre in Italia il 92% degli immobili è in provincia di Roma, e in particolare nelle aree adiacenti lo Stato.
stabile di sloane avenue londra
Ma quanto frutta questo patrimonio? Nel 2022 ha reso bene, 52,2 milioni di euro, in crescita di 31,4 milioni, e un dato importante deve essere tenuto presente: solo il 19% è locato a condizioni di libero mercato, il 12% a canone agevolato e il 69% a canone nullo. Meno bene è andata per la gestione del patrimonio mobiliare: gli investimenti finanziari gestiti dall’Apsa ammontano al 31 dicembre 2022 a circa 1,777 milioni di euro, e comprendono sia la gestione della proprietà che la gestione di terzi (enti della Santa Sede o ad essa collegati, tra cui la Segreteria di Stato, a seguito della nota vicenda del palazzo di Sloane Avenue): questo comparto ha visto una perdita di 6,7 milioni di euro, rispetto a quello positivo realizzato nel 2021 di 19,85. […]
[…]