E IL VATICANO VOLEVA PRENDERSI PURE IL SAN RAFFAELE: IL POLICLINICO GEMELLI SPROFONDA NEI DEBITI - NEL 2011 L’OSPEDALE UNIVERSITARIO HA CHIUSO CON UNO SPAVENTOSO ROSSO DI QUASI 100 MLN € - QUINDI ORA C’È UNA SOLA PAROLA D’ORDINE: TAGLI - SI IPOTIZZA UNA DIMINUZIONE DEL COSTO DEL PERSONALE DI 20 MLN € - TURNOVER BLOCCATI, QUATTORDICESIME SCOMPARSE, CONTRATTI A TERMINE A RISCHIO - E IL FATEBENEFRATELLI È SULLA STESSA BARCA…

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Mauro Evangelisti per "il Messaggero"

Cento milioni. Per la precisione 99,6. E' questa la perdita che ha fatto segnare, nel 2011, il Policlinico Gemelli. Ben oltre gli ottanta di cui si era parlato inizialmente. Il dato è stato reso pubblico, ieri sera, al termine della riunione del consiglio di amministrazione dell'università Cattolica del Sacro Cuore, presieduto dal pro rettore Franco Anelli. Il passaggio più delicato, della nota ufficiale, parla di un «risultato dell'esercizio 2011 gravemente negativo, con una perdita di 99,6 milioni di euro a carico della gestione del Policlinico Gemelli, che il Consiglio di Amministrazione ha disposto di coprire, impiegando le risorse patrimoniali dell'Ateneo».

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Come si è arrivati a questo abisso? Prima di tutto la Regione per il 2011 ha previsto uno stanziamento destinato al Gemelli di 510 milioni di euro, inferiore ai 535 dell'anno precedente. Non solo, anche quella cifra di 510 milioni va ridimensionata, perché rappresentava un tetto massimo: in virtù delle prestazioni effettive ci si ferma a 480 milioni.

«Un tale decremento delle risorse finanziarie destinate al Gemelli trova origine in un approccio della Regione Lazio che tende impropriamente ad assimilare il Policlinico Universitario Agostino Gemelli alle strutture private accreditate, disconoscendo in tal modo le caratteristiche dimensionali e qualitative del Policlinico».

Come si salverà il Policlinico Gemelli? Il consiglio di amministrazione della Cattolica parla di «misure da porre in essere per ripristinare le condizioni di equilibrio economico e finanziario, indispensabili per garantire la prosecuzione dell'attività della struttura sanitaria e per assicurare la prioritaria esigenza di salvaguardare l'integrità del patrimonio dell'ateneo». In sintesi: il cda ha previsto misure con «una marcata accentuazione degli interventi di razionalizzazione e recupero di efficienza previsti nel piano approvato nel dicembre 2011».

lorenzo ornaghilorenzo ornaghi

Si tagliano costi dei beni e servizi acquisiti dall'esterno, si taglia il costo del personale. A marzo erano stati disdetti i contratti di tutto il comparto (tutto il personale, escluso i medici, 3.700 dipendenti). La trattativa, anche con il personale medico, è in corso ed è delicata, visto che si ipotizza un taglio al costo del personale di 20 milioni di euro. Per duemila dipendenti che ne hanno diritto c'è stata anche la brutta sorpresa del mancato pagamento della quattordicesima per problemi di cassa.

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Bloccato il turnover, a rischio i contratti a termine. E i toni usati ieri dal cda rischiano di rendere ancora più amara la medicina. Con un avvertimento sintetizzato nel documento di ieri: «Senza il puntuale adempimento delle obbligazioni a carico del servizio sanitario e senza il riconoscimento, da parte delle Istituzioni Regionali e Statali, del ruolo e delle funzioni svolte dal Gemelli a beneficio della collettività risulterà particolarmente arduo mantenere i livelli quantitativi e qualitativi dell'assistenza fornita».

Ma sul fronte della crisi della sanità cattolica ieri è arrivata un'altra brutta notizia: i lavoratori del Fatebenefratelli hanno spiegato: «La Regione da parecchi mesi deve dare soldi a vari ospedali classificati e questo mese sta toccando anche al Fatebenefratelli di Roma sull'isola Tiberina, dove rischiano di non essere pagati gli stipendi a fine mese».

 

 

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