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1. 'VISCO INDAGATO PER MPS'. BANKITALIA, NESSUN ATTO NOTIFICATO
(ANSA) - "C'è anche il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco tra banchieri, magistrati, dirigenti e funzionari delle authority di vigilanza indagati a Brescia nell'ambito dell'inchiesta per abuso in atti d'ufficio per la gestione delle indagini sul Monte dei Paschi di Siena": lo scrive il quotidiano La Verità, affermando che l'ipotesi di reato a carico del numero uno di palazzo Koch è quello di "false comunicazioni sociali" e riguarda "fatti o meglio presunte "omissioni" che si sarebbero verificate negli anni che vanno dal 2012 al 2015. "Al governatore non è stato notificato alcun atto. Valuteremo la veridicità delle affermazioni riportate nell'articolo", fanno sapere all'ANSA fonti di Bankitalia.
2. MPS: VISCO INDAGATO, PER FONTI GIUDIZIARIE È UN ATTO DOVUTO
(ANSA) - Il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco risulta tra gli iscritti nel registro degli indagati della Procura di Brescia, con l'ipotesi di false comunicazioni sociali, in seguito ad una denuncia del 2021 di Giuseppe Bivona, rappresentante legale di Bluebell Capital Partners, socia di minoranza di Mps.
L'iscrizione, da quanto si è saputo in ambienti giudiziari, è un atto dovuto. Il fascicolo, nel quale è indagato il numero uno di Palazzo Koch come anticipato da 'la Verità', scaturisce da una serie di esposti di Bivona e riguarda presunte omissioni da parte degli organi di vigilanza, tra cui Bankitalia e Consob, relative alla gestione dei bilanci dell'istituto senese quando era guidato da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, tra il 2012 e il 2015. In uno dei filoni dell'inchiesta bresciana è finito indagato, tra gli altri, per presunto abuso d'ufficio nella gestione delle varie indagini sul caso Mps anche l'ex procuratore di Milano Francesco Greco.
Per lui la Procura di Brescia ha già chiesto l'archiviazione, a cui lo stesso Bivona si è opposto. Il gip ha fissato udienza per il 12 aprile e nel caso dovesse archiviare la posizione dell'ex capo della Procura milanese l'intero fascicolo, che vede indagati anche altri funzionari e consulenti, potrebbe essere trasmesso a Milano, non essendoci più un magistrato del capoluogo lombardo coinvolto. E' probabile che anche la posizione di Visco, come quella di altri iscritti, possa andare verso l'archiviazione.
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3. FALSE COMUNICAZIONI SUL PASTICCIO MPS VISCO È INDAGATO (CON UN PM) A BRESCIA
Estratto dell’articolo di Tobia De Stefano per “La Verità”
C’è anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco tra banchieri, magistrati, dirigenti e funzionari delle authority di vigilanza indagati a Brescia nell’ambito dell’inchiesta per abuso in atti d’ufficio per la gestione delle indagini sul Monte dei Paschi di Siena.
L’ipotesi di reato a carico del numero uno dell’istituto di vigilanza sulle banche fa riferimento all’articolo 2621 del codice civile, «False comunicazioni sociali», e riguarda fatti o meglio presunte «omissioni» che si sarebbero verificate negli anni che vanno dal 2012 al 2015.
«Per tre anni», si legge nel verbale della denuncia che ha originato l’iscrizione nel registro degli indagati del numero uno di Palazzo Koch, presentata dal consulente di fondi e azionisti, Giuseppe Bivona, «Banca d’Italia ha ricevuto 27 esposti nei quali si informavano i vertici delle authority (tra gli altri Visco) che Profumo e Viola stavano falsificando i bilanci di Mps. Come? Contabilizzando cinque miliardi di derivati alla stregua di investimenti in titoli di Stato». E nonostante queste informazioni - è il senso della querela – l’authority non avrebbe fatto nulla per punire o almeno porre fine a quella condotta.
Che la posizione di Visco non sia stata archiviata l’hanno confermato alla Verità autorevoli fonti giudiziarie. La sua situazione è connessa a quella dell’ex procuratore di Milano Francesco Greco. La Procura di Brescia è in attesa di un’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione per Greco, accusato di abuso di ufficio per la gestione del fascicolo Mps, prevista per il 12 aprile.
[…] In cosa avrebbe mancato il governatore? L’articolo 2621 prevede che «gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali, al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, previste dalla legge, consapevolmente espongono fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, ovvero omettono fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore, sono puniti con la pena della reclusione da uno a cinque anni».
Ma non ci sono solo Visco e l’articolo 2621. Tra gli altri a Brescia risultano indagati, con l’ipotesi di falsa testimonianza (articolo 372 del codice penale), i funzionari della Consob Guglielmina Onofri e Maria Antonietta Scopelliti, i funzionari della Banca d’Italia Carmelo Barbagallo (che dal 2019 ricopre il ruolo presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria della Città del Vaticano) e Mauro Parascandolo, il consulente della Procura della Repubblica Francesco Corielli e Riccardo Quagliana, lo storico dirigente del Monte dei Paschi di Siena.
Sempre per falsa testimonianza con l’aggiunta della frode processuale (articolo 374 del codice penale) è, poi, iscritto nel registro degli indagati il consulente della Procura di Milano Roberto Tasca.
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[…] Riepilogando. Secondo l’accusa, che si basa sulle segnalazioni della Procura generale di Milano e sulla denuncia del 2021 di Bivona, i magistrati milanesi, su input di Greco, si sarebbero resi responsabili di omissioni e irregolarità negli accertamenti sugli ex vertici del Monte, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, per i quali furono chieste archiviazioni e assoluzioni. Brescia ha iniziato a indagare sulle toghe milanesi per abuso d’ufficio e dopo l’archiviazione delle posizioni dei pm Civardi, Baggio e Clerici l’inchiesta avrà un crocevia molto importante nell’udienza del 12 aprile quando si discuterà della posizione dell’ex capo della Procura meneghina, Francesco Greco. Se anche la posizione di Greco dovesse essere stralciata il filone che riguarda la «malagestio» dei magistrati entrerebbe in un vicolo cieco e l’inchiesta sugli altri indagati – Visco, i banchieri e gli altri ex funzionari di Consob e Banca d’Italia - dovrebbe tornare a Milano.
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