Benedetta Vitetta per “Libero quotidiano”
La netta vittoria del centrodestra alle politiche e il successo personale di Giorgia Meloni ieri ha messo le ali a Tim spinta in alto proprio dalle recenti posizioni espresse dalla leader di Fratelli d'Italia sul dossier della Rete Unica e sul possibile riassetto del gruppo di telecomunicazioni che dovrebbe passare attraverso il delisting, la successiva vendita di vari asset per ridurre di oltre la metà il gravoso debito che pesa del gruppo e che terminerebbe con il lancio di un'Offerta pubblica di acquisto (Opa) in cui la Cassa Depositi Prestiti (Cdp) dovrebbe giocare un ruolo da protagonista.
E così nella prima seduta post votazioni, ieri a Piazza Affari, la quotazione ha beneficiato sia dei rumor legati al progetto politico di Fratelli d'Italia in fase di definizione (soprattutto dopo l'esito elettorale pro Meloni) sia a una possibile vendita di Tim Brasil da parte dell'amministratore delegato, Pietro Labriola che, stando a indiscrezioni di stampa, starebbe appunto valutando la cessione della controllata puntando a un incasso di 5-6 miliardi per la quota in mano alla capogruppo, che agli attuali prezzi di mercato oggi vale 3,8 miliardi.
Il top manager sembrerebbe essere già in contatto con alcuni potenziali acquirenti interessati all'operazione, che avrebbe già ottenuto pure il placet del socio francese Vivendi.
DOSSIER CALDISSIMO
«Ad oggi non c'è niente di ufficiale» hanno spiegato ieri mattina gli analisti di Bestinver, ricordando però che la vendita del Brasile è semplicemente un rumor ricorrente sul mercato».
Gli esperti di Bestinver comunque attribuiscono a Tim Brasil un enterprise value di 7,9 miliardi di euro che potrebbe portare a un incasso di circa 4,3 miliardi euro per la quota del 67% in mano a Tim.
Paiono essere più ottimisti gli esperti di Intesa Sanpaolo che hanno ricordato che durante la campagna elettorale esponenti di Fratelli d'Italia hanno annunciato «che il partito è al lavoro su un progetto, chiamato Minerva, per creare un operatore nazionale wholesale controllato dallo Stato, con la possibile scalata di Tim da parte di Cdp e un successivo spezzatino». Uno scenario che per gli analisti di Ca' de Sass avrebbe, senza dubbio, parecchio «appeal speculativo, ma presenta pure punti interrogativi sul fronte regolamentare e della valutazione degli asset».
Sulle stessa linea gli analisti di Bestinver che evidenziano come un'Opa di Cdp su Tim, per aggirare le richieste di Vivendi per la rete, «è qualcosa che potrebbe essere difficile da implementare considerando il massiccio sforzo cash che Cdp potrebbe essere costretta a sopportare».
Detto questo, gli esperti di Bestinver hanno sottolineato che dopo l'esito della tornata elettorale «l'attesa di un'offerta non vincolante di Cassa Depositi e Prestiti per la Netco di Tim è ancora in agenda e dovrebbe arrivare nelle prossime settimane».
Anche Oddo BHF considera «improbabile» un takeover di Cdp su Tim ma ritiene che l'ascesa al governo di Giorgia Meloni, alla luce del forte interesse di FdI per la rete unica, dovrebbe comunque agevolare la vendita dell'infrastruttura di Tim, a cui Cdp dovrebbe recapitare a breve un'offerta non vincolante».
ALTRE DECISIVE PARTITE
Sull'onda di queste speculazioni ieri il titolo ha vissuto l'intera giornata sotto i riflettori arrivando a guadagnare fino il 6% per poi ripiegare sul finale e archiviando la giornata in rialzo del 2,61% a 0,1847 euro. Oltre a Tim, ricordiamo che sul tavolo del futuro governo ci sono altri dossier che scottano.
A partire da quello legato alla privatizzazione di Ita Airways per cui già domani è atteso un importante incontro tra Ita e Delta in cui si parlerà di flotta, forza lavoro e del capitolo investimenti. Sul fronte bancario la partita più importante e difficile da sbrogliare è quella che riguarda il futuro del Monte dei Paschi di Siena che ha appena varato un aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro.
PIETRO LABRIOLA PIETRO LABRIOLA pietro labriola