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Estratto dell’articolo di Federico De Rosa per il “Corriere della Sera”
Vertice a Parigi tra il ceo di Tim, Pietro Labriola e Vivendi, primo azionista del gruppo telefonico, per chiarire le rispettive posizioni, dopo il no dei soci francesi alla vendita della rete e la sfiducia al board da parte del ceo della media company, Arnaud de Puyfontaine.
Il confronto sarebbe servito a verificare quali sono le possibili alternative per mettere in sicurezza il gruppo telefonico in assenza di operazioni straordinarie.
Labriola ha incentrato il suo piano puntando tutto sullo scorporo e la vendita della rete, ma Vivendi ha detto chiaramente che le offerte di Kkr (21 miliardi) e Cdp-Macquarie (19,3 miliardi) sono inadeguate, alzando il tiro sul consiglio di Tim che avrebbe dovuto respingere subito le proposte invece di sollecitare un rilancio.
Il 4 maggio il board si riunirà per decidere cosa fare. Le offerte saranno molto probabilmente respinte e a quel punto immaginare un percorso alternativo diventa indispensabile.
De Puyfontaine ha già detto che serve aprire «un nuovo capitolo», mettendo in discussione anche il ruolo di Labriola, senza però indicare la strada per risollevare Tim e valorizzare l’infrastruttura, al di là delle ipotesi di delisting che al momento restano ancora sulla carta. […]
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