'IL GOVERNO APPOGGIA NETCO', IL MEF AL LAVORO
giancarlo giorgetti al forum ambrosetti di cernobbio
(ANSA) - Il dossier Netco continua ad avere l'appoggio del governo. Secondo quanto risulta all'ANSA da fonti del Mef, il governo con i suoi advisor sta lavorando a questo dossier. Le stesse fonti affermano che non sono fondate le ipotesi circolate dopo l'incontro con VIVENDI al Tesoro.
Secondo Repubblica, in particolare, il socio francese avrebbe offerto al Mef 'di salvare TIM senza vendere la rete' e sottoposto al ministro Giorgetti una proposta 'che esclude un aumento di capitale ma che passerebbe da un nuovo cambio di management'.
Non risulta che ci sia in corso su questo una riflessione del governo, che invece è fermo nel suo proposito di entrare fino al 20% con diritti strategici di governance, come dichiarato, dopo la firma del Memorandum con Kkr.
OFFERTA VIVENDI AL MEF PER SALVARE TIM SENZA VENDERE LA RETE
Estratto dell’articolo di Sara Bennewitz per “la Repubblica”
Una soluzione industriale per Tim che non comporti il sacrificio della rete: è questo il punto forte della proposta di Vivendi al governo. Il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti e il capo di gabinetto del governo Meloni Gaetano Caputi l’hanno ascoltata direttamente dal presidente Yannick Bollorè e dall’ad Arnaud de Puyfontaine, nell’incontro di giovedì scorso richiesto dal primo socio di Tim e definito da più fonti «costruttivo e cordiale».
Una strategia che per i francesi è nel miglior interesse dei soci, dell’azienda e dell’Italia, ma che è evidentemente incompatibile con l’offerta su Netco in arrivo dal fondo Kkr con il sostegno del Tesoro. Giorgetti, dopo aver ascoltato la proposta di Vivendi, che esclude un aumento di capitale ma che passerebbe da un nuovo cambio di management, si è riservato di approfondire la questione.
Il Mef non avrebbe ancora preso una decisione, ma darà una risposta ai francesi nei prossimi giorni. Né Tim né Kkr sono state informate di quanto emerso dall’incontro [...]
Il fondo Usa lavora dal 26 giugno insieme al management di Tim, per formulare un’offerta vincolante entro il 15 ottobre per Netco, la società che racchiude la rete primaria e secondaria, e i cavi sottomarini di Sparkle (che il Mef intende rilevare in un secondo momento). L’offerta di Kkr, che è superiore a 20 miliardi (elevabili a 23 al verificarsi di alcune condizioni) è stata definita a valle di una lunga due diligence e di un contratto di servizio (Master service Agreement) condiviso con Tim che dopo la vendita, continuerà ad affittare l’infrastruttura.
Lo scorso 10 agosto il Mef ha firmato con Kkr una lettera d’intenti (Mou) non vincolante, ma dettagliata, impegnandosi a rilevare fino al 20% di Netco e a investire fino a 2,5 miliardi di risorse pubbliche per assicurare il futuro di un asset strategico, nonché i dipendenti del gruppo. [...]
Secondo Vivendi il management, guidato da Pietro Labriola, avrebbe impostato una strategia industriale sbagliata che non garantisce un futuro al gruppo e non elimina neppure alla radice il problema del debito. I francesi ritengono che, se nessun operatore ha separato i servizi dalla rete (vendendola a un socio finanziario), è perché ci sono ragioni industriali più valide dell’opportunità finanziaria di ridurre il debito.
pietro labriola a Italian Tech Week
Per questo il gruppo francese avrebbe ribadito al Mef, che si opporrà alla vendita e tutelerà i suoi diritti di azionista nelle sedi legali opportune. Senza l’assenso di Vivendi, cedere la rete a Kkr sarebbe possibile solo se il cda di Tim decidesse di non chiedere all’assemblea dei soci di esprimersi in merito.
In proposito Tim avrebbe raccolto tre pareri legali, tra cui quello dell’avvocato Andrea Zoppini, secondo cui il cda è sovrano perché la vendita della rete non incide sull’oggetto sociale. La tesi è contestata da altrettanti pareri legal i raccolti da Vivendi, tra cui uno dello studio di Mario Notari e di Chiomenti.
bollore de puyfontaine assemblea vivendi
La battaglia legale per decidere le sorti della rete rischia di essere lunga, e dall’esito incerto, demandando a un giudice di decidere su un’operazione che ipoteca il futuro dell’azienda. Senza contare che la cessione di Netco è comunque subordinata al via libera dall’Antitrust e dall’AgCom, che appare scontato, ma che richiederà tempo.
giorgia meloni giancarlo giorgetti L ACCORDO PER NETCO