Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Il glorioso nome Vivendi presto potrebbe non esistere più, perché Vincent Bolloré sta lavorando a un «big bang» che porterà alla scissione del gruppo in tre parti: Canal Plus (media), Havas (pubblicità), e «una società di investimenti» dal nome ancora da individuare che comprenderà le altre attività, di maggioranza o minoranza: dal gruppo editoriale Lagardère a Universal Music, dai videogiochi di Gameloft a Telecom Italia e MediaForEurope.
Il nome Vivendi è eredità della controversa era «J2M», il manager Jean-Marie Messier che nel 1997 cambiò il nome alla Compagnie Génerale des Eaux scegliendo un brand più internazionale che evocasse «la vita, la leggerezza e la vivacità».
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Ma da quando ha quotato Universal Music Group due anni fa, […] «Vivendi ha sostenuto uno sconto a livello di conglomerato, riducendo la sua valutazione e limitando le opportunità di crescita per le sue controllate». Per questo il consiglio di gestione di Vivendi ha proposto al consiglio di sorveglianza «di esplorare la fattibilità di un progetto di scissione dell’azienda in diverse entità, ciascuna delle quali sarebbe quotata in Borsa e strutturata di conseguenza».
La scomparsa del nome indica anche un cambio di strategia, e sembra suggerire la fine del cosiddetto modello Paddington perseguito dalla famiglia Bolloré dal suo arrivo nel 2014. L’idea era di costituire un gruppo omogeneo fondato sulle sinergie, delle quali l’esempio perfetto sembrava l’orso Paddington, il personaggio per bambini declinato nelle varie piattaforme: libro, poi film a cura di Studiocanal, musica gestita da Universal, serie animata, poi videogioco a cura di Gameloft, campagna pubblicitaria affidata ad Havas e un progetto di parco giochi come Disney. Quel modello sembra accantonato, l’aggregazione e le sinergie lasciano il posto alla divisione in tre gruppi autonomi e alla creazione di valore in Borsa, che in effetti ha subito premiato il progetto con un +10 per cento.
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[…] Con il progetto di scissione Vincent Bolloré sorprende ancora una volta e, invece di salire nel capitale di Vivendi per farla uscire dalla Borsa, come molti si attendevano, torna a puntare sulle proprie doti di finanziere.