Giuliano Balestreri per “La Stampa”
Il modello di voli low cost? «Cambierà, ma continuerà a esistere». La crisi estiva nei cieli? «Dipende dai controllori di voli, non ne usciremo finché non interverranno Francia e Germania». E gli scioperi che coinvolgono piloti e assistenti di volo di Ryanair? «Quali scioperi? Sento solo il rumore di alcuni sindacati che non rappresentano i nostri dipendenti».
Eddie Wilson, 57 anni, è amministratore delegato di Ryanair dal 2019, quando fu chiamato per domare una lunga serie di scioperi e far fronte a una concorrenza sempre più agguerrita. Adesso deve affrontare ritardi a catena in tutto il mondo e un modello di business in forte evoluzione.
Michael O' Leary, pochi giorni fa, ha decretato la fine delle low cost dicendo che l'industria dei viaggi non è sostenibile con una tariffa media di 40 euro a biglietto. Che accadrà a Ryanair?
«Il ragionamento di Ryan era molto più ampio e riguardava l'intera industria dei voli. La disponibilità complessiva di posti è destinata a calare e di conseguenza i prezzi aumenteranno. Ma noi abbiamo una base di costi molto bassa e saremo quelli che ne soffriranno meno. Resteremo l'operatore con le tariffe più basse, ma è chiaro che il numero di biglietti superscontati diminuirà. D'altra parte, il mercato è cambiato. Noi guardiamo sempre a chi appartiene questo o quell'aereo, ma alle persone interessa solo raggiungere la loro destinazione al prezzo più basso».
I sindacati sostengono che la vostra competitività sia finanziata a scapito di piloti e assistenti di volo che a bordo non hanno neppure l'acqua.
«Forse dovrei venire in Italia più spesso per raccontare meglio Ryanair e spiegare quanto investiamo sui nostri dipendenti».
eddie wilson michael o'leary ryanair
Gli scioperi, però, ci sono stati.
«In Italia abbiamo raggiunto un accordo con i piloti e stiamo conducendo un negoziato con Fit-Cisl sul personale di bordo.
Direi che molti commenti che circolano arrivano da sindacati che non sono rappresentati in Ryanair. Avevamo tagliato gli stipendi del 20% per non licenziare nessuno durante il Covid, dieci settimane fa abbiamo restituito la metà del taglio ai piloti e ad aprile 2023 i salari torneranno a livello pre-pandemia. Poi arriveranno gli aumenti concordati».
Ma l'acqua a bordo c'è per i dipendenti?
«L'acqua è gratis per piloti e assistenti i volo. E i nostri piloti sono ben pagati, perché noi investiamo sulle nostre persone. Hanno fatto grandi sacrifici, ma adesso manteniamo la parola con gli aumenti dovuti».
Il caos nei cieli però è reale.
«Sapevamo che il traffico aereo sarebbe ripartito. E ci siamo preparati per tempo. Per questo non stiamo soffrendo. E per fortuna, in Italia il sistema aeroportuale se la sta cavando meglio dei Paesi del Nord Europa, in particolare di Francia e Germania dove manca il personale. Se Parigi e Berlino non risolveranno il problema dei controllori di volo, si tornerà alla normalità solo la prossima estate. Il grosso del traffico aereo europeo passa da lì. E così si creano ritardi che non si possono recuperare».
I problemi riguardano anche la Gran Bretagna, dove sono pure aumentate le tariffe dell'Eurotunnel.
«Sono stati colpiti duramente dalla Brexit, che ha portato alla carenza di personale di sicurezza e di lavoratori di base. Lo vediamo negli aeroporti e nel trasporto ferroviario con l'Eurotunnel».
SCIOPERI E RITARDI NEGLI AEROPORTI
La privatizzazione di Ita è una minaccia per Ryanair?
«No. Per noi non importa chi controlla quale vettore, ma cosa offre al mercato. Noi abbiamo investito moltissimo in Italia, siamo il primo operatore domestico e abbiamo 92 aerei nel Paese. Abbiamo contribuito ad aumentare il turismo in Puglia, in Sicilia e in Sardegna dove adesso si può viaggiare tutto l'anno e non solo d'estate. In Veneto, a Treviso, abbiamo permesso a decine di imprenditori di volare a Londra e nel resto d'Europa senza dover prendere treni o coincidenze. Nelle varie Regioni, ad esempio a Pescara, Comiso, Lamezia Terme, abbiamo sviluppato point-to-point con le grandi capitali europee. Ita non ha mai sviluppato questa connettività. Se vuole competere sul Pescara-Londra noi le diamo il benvenuto».
L'ad di Ita, Lazzerini, ha chiesto alle Regioni di ridurre gli incentivi alle low cost.
scioperi e ritardi in aeroporto
«Le Regioni hanno tutto l'interesse a lavorare con noi perché hanno ritorni enormi. In Italia ci sono tante opportunità, basti pensare alla Sicilia. L'Irlanda, ad esempio, è più grande, ma non ha più abitanti, eppure quest' estate avrà 133 rotte in totale. Un numero enorme. La stessa cosa potrebbe accadere in Sicilia. Con lo smart working bisogna essere capaci di attrarre persone dall'Europa e portarle a lavorare in Sicilia. Per farlo serve lo sviluppo di quella connettività regionale in cui Ryanair ha sempre creduto e investito».
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