Giuliano Balestreri per “la Stampa”
L'aumento dei tassi d'interesse non ferma la domanda di prestiti a ottobre. Anche perché le famiglie italiane sono strette tra la corsa dei prezzi alimentata dal caro energia e dalle bollette, sempre più difficili da pagare. «Siamo di fronte alla stessa dinamica a cui abbiamo assistito durante i mesi più duri del Covid. I consumatori si indebitano perché hanno bisogno di liquidità e chiedono nuovi finanziamenti per consolidare debiti pregressi» spiega Alessio Santarelli, direttore generale del gruppo MutuiOnline, che poi aggiunge: «Come nel 2020 si chiedono prestiti per le spese correnti, in particolare per le bollette. Una finalità che piace meno alle banche e per questo si fatica di più a chiudere le operazioni».
Come a dire che le domande di prestiti sono molto più alte di quelle certificate dai dati Assofin per i primi dieci mesi del 2022 con oltre 40 miliardi di euro finanziati tra prestiti personali, finalizzati e non, linee di credito rateali e cessioni del quinto, e una crescita del 13% su base annua. L'osservatorio PrestitiOnline.it evidenzia una leggera crescita dei tassi ad ottobre con probabili aumenti più significativi entro la fine dell'anno. «Ipotizzando - si legge nell'Osservatorio - che i tassi medi di prestiti personali e cessioni del quinto recepiscano per intero l'aumento di 125 punti base luglio e settembre, i tassi medi finalizzati all'acquisto rateale nel terzo trimestre sfioreranno l'11%, mentre quelli per la cessione del quinto arriveranno quasi al 9%».
Il finanziamento per la liquidità costa in media il 6,87%, ma continua a essere il più richiesto e nel quarto trimestre dell'anno è arrivato a superare il 28% delle richieste: le domande per comprare un'auto usata si fermano al 19% e quelle per ristrutturare casa al 15,7%. La durata media del finanziamento per i prestiti personali supera leggermente i 5 anni e mezzo, in rialzo rispetto ai trimestri precedenti, ma sempre lontano dalla media delle cessioni del quinto che superano gli otto anni e se l'importo medio dei primi è di circa 11.200 euro è quasi il doppio per le cessioni che sfiorano i 21.000 euro.
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Con una crescita costante dei dipendenti privati, arrivati al 62,9% dei richiedenti: a conferma che gli stipendi non bastano più a far fronte alla situazione economica del Paese. «La cessione del quinto - prosegue Santarelli - è molto più conveniente per i consumatori, soprattutto in questa fase di aumento dei tassi. Certo, in valori assoluti, la stretta monetaria sui finanziamenti personali non ha lo stesso impatto che ha sui mutui ipotecari, ma iniziamo a vedere una riduzione dei tassi di chiusura.
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Ovvero aumentano le persone che chiedono un finanziamento, ma non lo ricevono». Certo la cessione del quinto si porta dietro lo stigma dei finanziamenti per i protestati e tanti hanno una sorta di remora morale nell'informare il datore di lavoro, «ma si tratta di uno strumento destinato a crescere, soprattutto se le banche inizieranno a chiudere i rubinetti del credito. La cessione del quinto, invece, è garantita dalla busta paga e dal Tfr».
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