Federico Ercole per Dagospia
Geometrici e pirotecnici, saettanti e “cataclismatici”, i duelli del leggendario manga Dragon Ball hanno influenzato da decenni, con la loro dirompente innovazione visiva, l'intero panorama del fumetto, dell'animazione e del videogioco. Le particolarissime proporzioni dei corpi e dei volti disegnati, lo sconvolgente ritmo nello storytelling e l'inedita commistione fra toni sardonici, drammatici, di fantascienza a stampo super-eroistico (Superman) e mitologia cinese (Il viaggio in Occidente) sono diventati pietra fondante del linguaggio pop contemporaneo e base imprescindibile nella scrittura e nel disegno dei manga per ragazzi.
Nello sconfinato calderone dei titoli su licenza dedicati alle battaglie dello scimmiotto alieno Son Goku sono però rari i casi in cui il peculiare vocabolario marziale di Akira Toriyama è stato tradotto con perizia. Le costrizioni bidimensionali di un classico picchiaduro limitano la portata degli scontri, che spesso coinvolgono lande e città distrutte, scambi di colpi velocissimi, attacchi in volo e un parterre di lottatori sconfinato.
La serie "Sparkling!" (Budokai Tenkaichi in occidente) si libera da queste catene con una struttura completamente tridimensionale, dipingendo scontri dinamici che iniziano sul suolo spostandosi senza soluzione di continuità in cielo e ritraendo le conseguenze disastrose degli attacchi sulle ambientazioni. Ecco dunque qualche riflessione sul nuovo episodio di questa da troppo tempo latitante serie, pensata come sempre, quando si tratta di picchiaduro con l’esperto in materia me disegnatore Jacopo Tagliasacchi.
DECINE E DECINE DI PERSONAGGI
Sparkling zero segna il ritorno a questa peculiare impostazione dopo ben 17 anni, affacciandosi sul mercato videoludico con un contenitore ricchissimo, che non nasconde il sentito tributo all'opera del recentemente scomparso Maestro dei manga. Solamente navigando fra i menù del titolo si viene travolti dalla passione degli sviluppatori per il fumetto: Son Goku si sposta di schermata in schermata ora in sella alla nuvola Speedy, ora teletrasportandosi, all'interno di scenette che coinvolgono innumerevoli comparse del fumetto.
L'attenzione ai dettagli viene poi confermata dalle modalità in single player, che consentono di rivivere le grandi saghe di Dragon Ball dal punto di vista di diversi personaggi, addirittura presentando bivi narrativi che possono portare a sviluppi inediti rispetto al canovaccio originale. C'e inoltre una particolarissima opzione, "Battaglia personalizzata", che permette di costruire scontri ipotetici e sognati dai fan, condividendoli poi online per la fruizione altrui.
È infine sorprendente la sconfinata proposta di combattenti, ben 180. Dalle innumerevoli incarnazioni di Goku ai più bizzarre entità del recente Dragon Ball Super; dai tanti, e spesso dimenticati, antagonisti dei film animati quali Bojack o Garlic Jr. ai buffi comprimari che caratterizzavano gli albori del fumetto, come il lussurioso maestro Muten e il selvatico spadaccino Yajirobei: è difficile trovare figure tralasciate dal gioco e i pochi eroi dimenticati verranno sicuramente inseriti attraverso espansioni future già annunciate.
Nel novero totale diversi spazi del roster si rivelano semplici "trasformazioni" ma la loro inclusione permette di inscenare situazioni esaltanti come la costante mutazione del maligno Freezer durante una battaglia. L'elevato numero di personaggi viene infine valorizzato nell'Enciclopedia, dove le tre storiche figure femminili di Dragon Ball (Chichi, Bulma e Videl) commentano con gustosi siparietti tutto il cast presente nel titolo.
Anche il comparto multigiocatore online si rivela ricco, permettendo scontri diretti, a gruppi (bilanciati da un punteggio che calibra la potenza dei personaggi) o le immancabili "ricostruzioni" dei celebri tornei marziali della serie, come il Tenkaichi o il Cell game.
MANCANZA LOCALE, CELEBRAZIONE TOTALE
Discorso diverso va però fatto per il multiplayer locale: rispetto alle vecchie incarnazioni della serie, la proposta "split-screen" risulta limitata e relega le sfide fra due giocatori al solo stage della "stanza dello spirito e del tempo", un'ambientazione povera di dettagli e ben poco stimolante rispetto agli altri colorati livelli. E' una mancanza che colpisce sopratutto chi ricorda i divertenti pomeriggi in compagnia degli amici sui vecchi capitoli e che pone interrogativi sulle opportunità sociali "dal vivo" troppo spesso tralasciate o messe in secondo piano dai videogiochi contemporanei.
Un plauso va infine rivolto alla sensibilità degli sviluppatori nel ricalcare, attraverso i modelli poligonali dei protagonisti, l'evoluzione del tratto di Toriyama lungo l'estesa vita editoriale del suo manga: dalle forme morbide e tondeggianti degli albori alla spigolosità di corpi e capigliature dell'epoca di Dragon ball Z, Sparkling Zero rappresenta, anche da un punto di vista visivo, la celebrazione di un autore inimitabile e dei mondi da lui partoriti, tra i più iconici mai partoriti dalla prolifica scuola del fumetto giapponese.
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