Federico Ercole per Dagospia
Rara è una musica ottocentesca che restituisca un sentire giovanile come l’Ottetto in Mi Bemolle Maggiore di Felix Mendelssohn composto nel 1825, quanto il musicista aveva sedici anni, un capolavoro di pulsioni ed emozioni quasi incontenibili da un rigore formale che dimostra invece la maturità dei suoi studi. Otto strumenti: quattro violini, due viole e due violoncelli, per edificare un racconto di suoni nel quale sono incise l’ebbrezza, i turbamenti , le speranze e sopratTutto l’esuberanza di un ragazzo poco più che adolescente.
Mi è capitato più volte di pensare e di riascoltare questo formidabile Ottetto per archi durante le lunghe ore necessarie per completare Octopath Traveler II, il nuovo gioco di ruolo corale di Square-Enix per Nintendo Switch, Playstation e PC sviluppato da Acquire e prodotto dal più sperimentale e creativo inventore di epopee della casa di Final Fantasy, ovvero Tomoya Asano di FF Four Heroes of Light, Bravely Deafault, Triangle Strategy.
Inizialmente questa bizzarra corrispondenza con la musica di Mendelssohn nasceva da motivazioni superficiali, otto strumenti distinti le cui voci si intrecciano in una forma compiuta come le storie degli otto protagonisti di Octopath Traveler II si uniscono in una singola epopea, in una maniera simile al primo Octopath ma qui in una maniera assai più complessa e appunto armonica, un contrappunto ludico e narrativo.
Tuttavia la corrispondenza si è poi rivolta proprio sul concetto di “giovinezza”, perché sebbene Octopath Traveler II sia stato realizzato da una pluralità di persone e queste senza dubbio non fossero adolescenti come il Mendelssohn dell’Ottetto, nel videogame in questione si esprime infine la gioventù di un genere che molti ritengono obsoleto: quello dei giochi di ruolo con i combattimenti a turni e incontri casuali con i nemici, disegnato con una grafica non realistica che rimanderebbe al passato in 16/32 bit non fosse arricchita da una straordinaria profondità di campo, da pittorici effetti luminosi, da una bellezza artistica che non ha nulla di vecchio.
Non c’è la nostalgia di un’anzianità che rivanga un passato remoto, ma la fresca consapevolezza che questo genere seminale di giochi di ruolo giapponesi non è superato malgrado il suo sfrenato classicismo e che la sua forma può essere ancora contenitore di idee, invenzioni ludiche e storie fresche e potenti. Ecco, perdonatemi un’altra corrispondenza musicale, questa volta con la quarta sinfonia di Johannes Brahms, opera la cui struttura è senza dubbio legata al passato (che si sta dissolvendo, ammette con un sentore di tragedia il musicista con la “ciaccona” dell’ultimo movimento) ma il cui contenuto anticipa armonie, ritmi e melodie che risuonano già novecenteschi.
OTTO PERSONAGGI, OTTO STORIE, UN’EPOPEA
Proseguendo in una sorta di ragnatela narrativa esploriamo un mondo che è fantasy in superficie ma che rimanda in maniera analitica, politica e persino spietata al presente, tramite le formidabili storie di otto personaggi. C’è la la lotta anti capitalista del mercante Partitio che combatte per un commercio equo e solidale in un mondo già oppresso da un’industria tirannica incurante dei diritti dei lavoratori e dei consumatori.
Lo studioso Osvald è incarcerato per il presunto omicidio della famiglia compiuto invece da un mendace “amico” con l’intenzione di appropriarsi delle sue idee e di lasciarlo languire in prigione a vita. La talentosa danzatrice Agnea con il suo sogno di diventare una diva che si scontra con i biechi e criminali meccanismi dello “star-system”. L’idealista inquisitore Temenos che indaga su una nuova e pericolosa eresia dietro la quale si cela un complotto della stessa gerarchia religiosa che serve.
La speziale Ochette la cui storia si incentra sul lato oscuro della medicina. L’illuminato e pacifista samurai Hikari esiliato e perseguitato in una stato che non rinuncia alla guerra per convenienza e tradizione. L’orfana Throné, educata come schiava e ladra in un perverso e mafioso sistema criminale. La cacciatrice Ochette in un racconto miyazakiano ed ecologico sul pianeta umiliato che genera catastrofi.
Queste storie il cui collante è quello di una clamorosa ingiustizia da combattere, si contaminano in una maniera più decisiva rispetto al primo Octopath, dando vita ad un’epopea che muove verso una continua emozione, esaltata da musiche incisive e ispirate oltre che dalla bellezza estetica e simbolica dei panorami.
TENSIONE STRATEGICA
I combattimenti a turni, derivati nelle loro dinamiche dal primo episodio e da Bravely Default, risultano ancora più appaganti perché la loro componente strategica è vieppiù alimentata dal carisma dei personaggi, da quel senso di disperata sete di giustizia che li giustifica e muove. Possiamo quindi risparmiare l’energia per scaricare attacchi sempre più potenti ma nel frattempo dobbiamo cercare di stordire il nemico colpendolo più volte con l’arma o l’incanto adeguato per abbassare la sua difesa. Gli incontri casuali con gli avversari generici, dal disegno molto vario, non sono così frequenti da penalizzare l’andamento dell’esplorazione.
Le varie città che visiteremo sono animate da una popolazione che sembra “vivere” senza l’artificialità di tanti abitanti dei giochi di ruolo che spesso appaiono come manichini nello scenario. C’è più vita in un borgo di Octopath Traveler 2 che in tutto Hogwarts Legacy. La gente qui esprime le proprie vicissitudini, i problemi esistenziali e pratici. Inoltre ogni personaggio ha la facoltà di interagire in due maniere diverse con il popolo, di giorno o di notte che sia: si possono allietare le persone per convincerle a donarci i loro oggetti, esercitare un’introspezione, convincerle a mercanteggiare o ad accompagnarci come alleati, derubarle o sfidarle.
Octopath Traveler II ha l’andamento e le qualità di un grande romanzo popolare, un’opera che muove ad essere “letta” fino a tarda notte, per viaggiare tra le sue terre affrante da violazioni inaccettabili e soprusi per riportarvi la giustizia, il sogno realizzabile di un futuro migliore attraverso l’etica e l’eroismo dei suoi indimenticabili personaggi.