Federico Ercole per Dagospia
Svegliarsi in due mondi, uno è quello consueto della deprimente, necessaria reclusione domestica e urbana di una realtà infetta, l’altro è un’isoletta deserta che abbiamo occupato in cerca di una vita nuova e non troppo selvaggia insieme a due animaletti petulanti, un procione promotore di un utopico capitalismo etico e i suoi figli. Due mondi che seppure siano distantissimi, non solo perché uno è quello fittizio di un videogioco, sono anche molto vicini, condividendo una costante universale: il tempo. Così se apriamo gli occhi oggi 27 marzo alle 6 e 30 sulle solite mura di stanze-cella, in Animal Crossing New Horizons, un orizzonte alternativo da “vivere” ed ammirare oltre lo spazio chiuso, è lo stesso giorno e la stessa ora.
Esclusiva Nintendo per Switch, il nuovo Animal Crossing esce con una dolce puntualità offrendoci una svago quieto e comico, ripetitivo e consolante, rimandandoci ad una routine quotidiana ora estinta a tempo indeterminato, una detestata ritmica della “normalità” che oggi tuttavia ci manca addirittura, quando, assordati da improvvisi inni di Mameli che ci dicono che “siamo pronti alla morte”, scrutiamo le strade deserte e militarizzate fuori dalla nostra finestra, attendendo speranzosi che l’orrore virale cominci a dissolversi e a non uccidere più.
Non pensate dunque di trovare in Animal Crossing l’epica dell’avventura, l’estasi frenetica della missione impossibile, il trionfo agonistico della vittoria in una competizione online o lo stimolo intellettuale di un videogiocare d’essai. Troverete invece la moderata gioia di avere pescato un esemplare raro, di avere arredato la vostra casetta secondo il propio gusto, della frutta che comincia a crescere sugli alberi che avete piantato, di una chiacchiera sciocca e surreale con una gallina antropomorfa, di avere estinto un debito senza scadenze e poterne fare un altro da saldare quando ci pare. Piccole e virtuali gioie, senza dubbio, ma che si assommano nella loro quotidianità prolungata diventando qualcosa di teneramente gratificante.
UN GIOCO LUNGO UN ANNO
Essendo fondato sulla sincronia temporale tra presente ludico e reale, Animal Crossing New Horizons è quindi sviluppato per evolversi durante il ciclo delle stagioni in base all’emisfero in cui lo si sta giocando, offrendo mensilmente attività e situazioni che si aggiungono alle precedenti per alimentare nuove scoperte e sorprese. Difficile quindi avere, dopo poche settimane di esperienza, una visione compendiaria della totalità dell’opera.
Tuttavia sono sufficienti poche ore per essere coinvolti nella sua placida prassi, compiendo con una naturale immediatezza i primi passi in questo spazio parallelo così ameno e consolante. Cominciamo abitando una tenda con un arredamento minimale e frattanto ci si procura il legname e i minerali per costruire i primi utensili: una canna da pesca, un annaffiatoio per bagnare i fiori nel proprio cortile sorgente, una pala e un retino per gli insetti.
Così, accumulando frutta, pesci e varie risorse possiamo rivenderli alla famiglia di procioni per guadagnare stelline e punti miglia utili per fare altri acquisti e ingrandire il nostro alloggio. Dopo qualche giorno potremo favorire la costruzione di un museo gestito da un Gufo chiamato Blatero, dalla cultura enciclopedica, dove potremo donare esemplari di pesci, insetti e stupefacenti fossili di dinosauro da esporre nelle sue innumerevoli sale.
In Animal Crossing il collezionismo è sfrenato e ci sono da catturare decine di esemplari ittici, da assemblare le ossa di maestosi tirannosauri o triceratopi, da scovare quello sfuggente insetto. Anche gli animali selvatici che abitano l’isola sono determinati dal succedersi delle stagioni, dai fenomeni atmosferici, dall’ora del giorno. Ci sono poi gli altri animali dell’isola diversi da quelli selvatici, coloro che la abitano insieme a noi, quelli antropomorfi e parlanti alla Pippo e Paperino, mentre il nostro protagonista è l’unico davvero “umano” nella forma.
Gli abitanti giungono progressivamente, se invitati, in base alla crescente e gentile evoluzione dell’isola in termini di servizi e comodità. E ci vogliono giorni e fatiche prima che traslochi una nuova bestiola “pucciosa” con la quale chiacchierare o barattare oggetti. Anche l’esplorazione dell’isola, sebbene questa sia di dimensioni ridotte, è graduale e durante le fasi iniziali non si possono attraversare i fiumi o salire sulle alture.
C’è noia? Forse qualche volta, ma non si tratta di una noia avvilente ma necessaria come tappeto sulla quale costruire una minimale gioia personale fatta di piccole, infantili ma beate soddisfazioni.
Come quando si costruisce e personalizza quel mobile nuovo che trasforma la nostra casetta in un luogo sempre più intimo, accogliente e personale; si indossa quell’abito che riteniamo appropriato; si vede crescere tra i rami la prima pesca, viene su dagli abissi un Marlin Blu; si rende felici con un regalo il micio atleta; ci si siede nel proprio giardino privato ad osservare germogli rossi, arancioni e bianchi; si festeggia la costruzione di un ponte; si viaggia tramite l’online verso l’isola di un amico che oggi non possiamo più vedere.
IL DOLCE FAR NIENTE
Sebbene anche Animal Crossing New Horizons sia fondato sull’attività come quasi tutti i videogiochi, queste sono gestibili secondo la propria volontà giocosa e il proprio tempo a disposizione. Anche giocando mezz’ora al giorno è possibile fare qualcosa di utile e spassoso, oppure non fare proprio niente deliziandosi in una contemplazione fine a se stessa: recarsi in spiaggia per ascoltare il mormorio delle onde, attendere la notte per guardare le stelle, visitare il domicilio degli altri abitanti per osservare i loro arredamenti, aprire l’ombrello sotto la pioggia per bearsi di quel rilassante gocciolio.
Non c’è violenza alcuna in Animal Crossing New Horizons sebbene qualcuno lo abbia tacciato di essere un’opera colonialista (l’isola è deserta e si parla inoltre di un luogo totalmente fiabesco che sembra fatto di pongo e popolato da pupazzi) e certe associazioni vegane americane lo abbiano criticato perché si catturano pesci e insetti (ma si mangia solo frutta) per poi esporli in vasche e teche nel museo.
Critiche pretestuose e persino ridicole, come quelle al presunto capitalismo del procione Tom Nook, che invece ci presta soldi senza interessi e non ci da mai una scadenza per rifonderli facendoci inoltre innumerevoli doni.
La società di Animal Crossing New Horizons è una brillante utopia, uno spazio civile con una sua morale pacifica e conciliante, una bellissima alternativa al presente dove vivere ore liete, buffe e graziose.
Monumentale nella sua stupenda piccolezza, profondo nella sua solo superficiale e giocosa ingenuità, questo Animal Crossing è la gioia di un’esistenza artificiale che trascende il fittizio per essere interiorizzata, una psico-ginnastica che quotidianamente allena il cuore alle delizie di una anche minima e intima felicità, risuonando sciocco e meraviglioso come la sinfonia dei giocattoli di Leopold Mozart.