DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - “CONCRETE GENIE” PER PLAYSTATION 4 È UNA FAVOLA ELETTRONICA SULLA FANTASIA E LA DISPERAZIONE, ECOLOGICA E PSICOLOGICA. È UN’OPERA PICCOLA MA NECESSARIA PER OFFRIRE UN’ESPERIENZA CHE NON SIA SOLO MATERIA PER ADULTI, MA PER I RAGAZZI, SPESSO TRASCURATI DAL MERCATO COSÌ CHE POI CI MERAVIGLIAMO CHE RESTINO ORE A FISSARE IL BUCO NERO DI “FORTNITE” - VIDEO

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Federico Ercole per Dagospia

 

concrete genie concrete genie

L’arte salva il mondo e redime anche i malevoli agendo sul loro animo incattivito, fungendo da chiave empatica per aprire cuori. Almeno così succede in Concrete Genie per Playstation 4, favola elettronica sulla fantasia e la disperazione, ecologica e psicologica. Si tratta di un’opera piccola, un racconto interattivo il cui svolgimento richiederà al giocatore una decina di ore, ma necessaria per offrire al pubblico di Sony un videogame che non sia solo materia per adulti, ma per i ragazzi, spesso trascurati dal mercato così che poi ci meravigliamo che restino ore a fissare il buco nero di Fortnite che –è vero- si tratta di una geniale e a suo modo epocale trovata di marketing, persino con una sua poesia, ma non cambia il fatto che il successo universale di Epic sia brutto, dentro e fuori.

 

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Inoltre Concrete Genie è un videogame che anche un adulto può amare, ritrovandovi quella lirica macabra e favolosa dei romanzi di Clive Barker per i lettori più giovani, come Abarat. 

 

Ambientato in un paese marittimo, un tempo cuore di un fiorente mercato ittico, ma sprofondato nella recessione e nell’abbandono a causa del disastroso naufragio di una petroliera, Concrete Genie ci fa giocare nel ruolo di Ash, un ragazzino con la passione per il disegno e per questo considerato uno “sfigato” dai bulli del quartiere. Una mattina i giovani teppisti malmenano Ash e gli sottraggono il taccuino dei suoi schizzi, strappandone i fogli e disperdendoli per le desolate strade del villaggio. Toccherà a noi recuperarle in un’avventura che si trasforma presto in un viaggio salvifico.

 

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DI BULLISMO E SOFFERENZA

Non c’è solo la sporcizia oleosa del petrolio sversato a tingere di nero i porti e le spiagge del paese, ormai quasi deserto, ma un altro tipo di oscurità metafisica ancora più strisciante che sembra scaturire dalla mestizia e dalla disperazione che anima i rari abitanti e le strade, arterie di un luogo cosciente della propria fine imminente. Neri-violacei rampicanti adombrano i muri, colano dai tetti, bloccano le porte. E in questo scenario i bulli diventano ancora più meschini, consapevoli della loro cattiveria gratuita, sofferenti nell’intimo, eppure persistenti nel loro stupido sadismo contro i più deboli.

 

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Ash dovrà evitarli, altrimenti verrà gettato in un bidone della spazzatura, ma prima o poi comincerà a comprendere le ragioni del livore dei teppisti e chissà che non vi sia speranza anche per loro. Ma non è certo la fuga dai teppisti il centro ludico di Concrete Genie e non c’è nessun combattimento, salvo un accenno nella seconda parte perché le sue fondamenta giocose  sono l’esplorazione, la risoluzione di enigmi e soprattutto l’arte. Poco dopo il preludio Ash riceverà un pennello magico da un essere incantato nato dai suoi disegni e con questo sarà in grado di concretizzare le sue fantasie pittoriche e di portare di nuovo il colore al tetro villaggio.

concrete genie. concrete genie.

 

DIPINGERE LA SALVEZZA

Recuperando i fogli dispersi del taccuino, Ash acquisisce numerosi modelli discretamente personalizzabili per dipingere le sue invenzioni, agendo tramite il sensore di movimento del controller di PS4 che ci illude di pennellare. Completando un affresco murale le luci artificiali cominciano a brillare di nuovo, illuminando il buio, e il nero della tristezza si dissolve in un estasi cromatica. I disegni quasi tridimensionali, musicali e mobili, con i quali decoriamo le superfici del villaggio possono risultare davvero molto belli, ma ciò dipende dalla volontà di dipingere del giocatore e anche da un talento artistico.

 

Ci vuole comunque davvero poco per produrre stupefacenti e caotici murales composti da piante bizzarre, animati da farfalle, bagnati dalla neve o illuminati dalle stelle. Dipinto dopo dipinto il paese si rianima, acquistando inoltre un fascino nuovo e incantevole, apparendo “nostro”.

 

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Oltre l’esercizio dell’arte pittorica, Concrete Genie ci propone diversi enigmi ambientali la cui risoluzione è necessaria per proseguire nell’esplorazione e nel racconto. Anche in questo caso bisogna dipingere ma i soggetti delle nostre opere sono i “geni” del titolo, creature elementali, quindi dal potere di fuoco, acqua o vento, delle quali decidiamo la stramba forma mostruosa e simpatica, esseri capaci di spostarsi lungo le superfici lisce.

 

L’affezione nei confronti del protagonista, che si alimenta con la qualità e la coerenza della sua arte di pittore, e l’intervento dei Geni su oggetti e barriere è dunque fondamentale, tuttavia questi mostriciattoli sono anche compagni di viaggio, gli unici amici nella solitudine che ci attanaglia per quasi tutto il videogame. 

 

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C’E’ SEMPRE SPERANZA

Fiaba sulla sconfitta della depressione, sul coraggio di reagire alle persecuzioni e sulla comprensione degli altri (perché incattiviti dal dolore di una vita di sofferenza) il videogame di Pixelopus è esemplare nel raccontarci come anche nel fondo immiserito della decadenza e del brutto possa risorgere la speranza, la gioia vitale del colore.

Concrete Genie ci fa inoltre venire voglia di disegnare davvero, di dimenticarci per qualche tempo del telefono perennemente acceso e di prendere in mano un taccuino con le pagine bianche e ricche di promesse, pronte per essere animate dalle nostre matite.

 

 

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