Federico Ercole per Dagospia
Il quarto Trine di è un fiume di immagini strabilianti per una passeggiata fantasy tra boschetti ameni, bianchi picchi innevati e ruderi su cui vegetano verdi rampicanti. La contemplazione è interrotta dalla meditazione, raramente dall’azione, perché per attraversare i cinque atti di Trine 4 e giungere alla conclusione della sua storia da opera buffa del favoloso, è necessaria soprattutto la logica, l’esercizio intellettuale vi conta più di quello manuale.
Sviluppato dai finlandesi di Frozenbyte per Nintendo Switch, Playstation 4, PC e Xbox One, Trine 4 è uno dei tanti giochi che rischiano di affondare nel disinteresse, affogati dalle troppe uscite di questa tarda estate, giocato con superficialità o fretta dalla critica specializzata per passare subito ad un altro titolo, ignorato dagli “influencer” e quindi anche da tanto pubblico. Un peccato, perché malgrado abbia ricevuto recensioni in media positive, Trine 4 verrà percepito appunto come videogame “medio”, invece è bellissimo e non solo per la qualità estetica della sua illustrazione.
PLATFORM ENIGMATICO IN DUE DIMENSIONI E MEZZO
Nel gioco interpretiamo un terzetto di personaggi che riassumono le classi del gioco di ruolo fantasy, ma senza severità e gravità nella rappresentazione, perché risultano buffi e simpatici: il barbuto mago Amadeus, il guerriero goloso Pontius e l’agile ladra arciera Zoya.
I tre dovranno tornare a viaggiare insieme, in un bidimensionale e mezzo (il 2,5D e la sua quasi profondità illusoriamente tridimensionale) mondo fantastico per recuperare un principe fuggitivo con il nuovo e malaugurato potere di trasformare gli incubi in realtà.
Ognuno di questi eroi possiede abilità caratteristiche che ci consentono di risolvere i puzzle ambientali per procedere e ammirare il successivo panorama disegnato a mano e poi renderizzato.
Il mago può materializzare sfere, grandi cubi e piattaforme per poi spostarle con la telecinesi; la ladra, oltre a lanciare frecce persino fiammanti o glaciali, tende corde vi si appende o le annoda agli oggetti; il guerriero può attaccare con uno spadone e usare lo scudo in maniera creativa, ad esempio per farvi rimbalzare l’acqua di una cascatella o riflettere la luce.
La risoluzione degli enigmi, variabile e interpretabile, è oltremodo stimolante, mai noiosa e monotona, ed è basata su una fisica plausibile, poiché gli oggetti sono sottoposti alla gravità o all’attrito del vento e all’influenza degli elementi in generale.
E’ raro che serva un potere unico per superare gli ostacoli del puzzle, ma è necessaria la sinergia tra i personaggi, che possiamo cambiare in tempo reale agendo sul pulsante dorsale della console. Ad esempio per valicare l’abisso che si spalanca tra le pendici di una foresta di betulle bisogna prima creare un cubo, farlo levitare oltre il crepaccio e posarlo sull’orlo del baratro, poi la ladra crea un ponte con le sue funi ma ecco che le corde si spezzano perché nei paraggi c’è un fiore che spara semi di fiamma, ma con lo scudo magico del guerriero è possibile mutarne permanentemente la traiettoria affinché quei proiettili risultino inoffensivi.
Ci sono enigmi a base d’acqua, di raggi luminosi, di correnti aeree e di forza della gravità, alcuni possono richiedere un certo tempismo ma ciò che conta ancora di più della logica è l’immaginazione.
Ci sono anche momenti di combattimento, non troppo frequenti e assai veloci, dove si utilizza soprattutto Pontius sebbene talvolta la collaborazione sia necessaria. Se le battaglie con i nemici più comuni non richiedono troppo impegno o fantasia, risultando la parte più debole di Trine 4, sono invece appassionanti e spettacolari le battaglie con i “boss” di fine livello: lupi abnormi, streghe con il loro calderone, regine arciere protette da corone-scudo. Questi scontri richiedono non solo un’abilità manuale ma risultano enigmatici come i puzzle, obbligandoci ad una strategia.
DA SOLI O IN COMPAGNIA
Trine 4 si può giocare i modalità “single-player” e risulta in questa maniera assai godibile, soprattutto in portabilità con la Switch, perché la console si trasforma in un libro incantato tra le nostre mani, sulle cui pagine scorrono le illustrazioni meravigliose di un tomo di fiabe. Con le cuffie risalta inoltre la gradevole colonna sonora che accompagna i suoni della natura.
Tuttavia l’esperienza di Trine 4 è davvero entusiasmante quando giocato in compagnia locale con altri due giocatori, risultando in un indimenticabile viaggio condiviso, in un esercizio comune di logica e in una cooperazione emozionale e dialettica.
Da vivere insieme ai vostri amici “nerd” fissati di giochi di ruolo oppure con la famiglia invece del solito e capitalistico Monopoli oppure dell’ennesimo torneo a Fifa, Trine 4 è un avventura non troppo lunga ma piena di sfide e segreti, soprattutto di bellezza nascosta o evidente. Che sia da soli o in compagnia, Trine 4 è comunque una grande fiaba, una collezione di stimolanti enigmi e una delle cose numeriche più gradevoli da osservare che si siano mai viste, smisurato panorama di forme, orizzonti e colori dalla squisita realizzazione artistica.