Federico Ercole per Dagospia
Non è impresa semplice entrare in sintonia con la natura "always online" di Helldivers 2, soprattutto per chi preferisce trovare nel videogioco un mezzo per isolarsi dalla socialità diffusa, morbosa, solo virtuale e fittizia della contemporaneità e preferisce quindi esperienze videoludiche solitarie, avvolgenti, escludenti, ordite con arte millimetrica dell’illusione.
Il primo approccio mette il giocatore di fronte a tutti quei paletti profondamente impressi nel genere "game as a service", cose temibili e persino disprezzabili di un presente che ci esige sempre online: obbligatorietà di una connessione perpetua per esperire il prodotto, impossibilità di giocare a schermo diviso con un amico nella stessa stanza, l'obolo di un abbonamento per usufruire del prodotto su PlayStation 5. Tutti aspetti che non possono che amareggiare gli appassionati memori dell'epoca d'oro degli sparatutto su console, brodo di coltura per titoli enciclopedici come Halo 3 e i Gears of War, più generosi nell'offerta di opzioni, modalità e possibilità di fruizione.
Tuttavia, ho cercato di non essere prevenuto, di non proseguire sulla strada dell’ antipatia. Così, convinto dall’amico, disegnatore ed esperto Jacopo Tagliasacchi, a suo modo e in maniera sorprendente quanto inattesa deliziato da Helldivers II, ho deciso di esperirlo con lui. Da quelle numerose ore di gioco nascono queste considerazioni.
LA SUPER TERRA
Una volta superata l'irritazione per questi passaggi farraginosi ma ormai accettati dalla maggior parte dei giocatori , l'opera del team di sviluppo svedese Arrowhead studios rivela una relativa ma innegabile grandezza, introducendoci nella galassia della Super Terra con un filmato realizzato con una sua arte del cinema, beffardo e sornione.
Senza nascondere mai l'ispirazione chiara a Starship Troopers, capolavoro fantascientifico, mostruoso e politico di Verhoeven tratta dal romanzo di Heinlein, Helldivers 2 ci catapulta letteralmente in un futuro distopico in una maniera illusoria ma oggi più che possibile in cui i terrestri, cresciuti in una società fascistoide unita quanto bellicosa, combattono minacce aliene, indottrinati da una martellante e muscolare propaganda di regime.
Il tono dei dispacci militari è ridanciano, gioca con intelligenza con i luoghi comuni e la retorica del cinema militarista (non quello di guerra) ed esplode in un rapporto dialettico e metareferenziale con il giocatore che prosegue al di fuori del gioco, invadendo i social. Sui canali ufficiali del titolo gli sviluppatori mantengono infatti il gioco delle parti, raccontando aggiornamenti indispensabili per un titolo online "in divenire" come cronache di guerra e ordini alle truppe.
E' grazie a questa geniale pantomima che fenomeni come la "disfatta di malevolon Creek", periodo in cui i giocatori convergevano su un infame pianeta per fermare l'avanzata dei temibili Automatons, da semplici eventi a tempo si sono trasformati in episodi di una recita collettiva a favore della narrativa del gioco, con miriadi di video, post e meme sulla sconfitta dell'umanità da parte di videogiocatori partecipi, interventi intonati alla perfezione al linguaggio sardonico di Helldivers. E' un volto rinvigorente quello della community del titolo, divertito e unito, in un periodo in cui le divisioni e il bipolarismo si fanno sempre più opprimenti, sciocche e per lo più inutili anche nella comunità dei giocatori. Un luogo comune nel quale la diversissima platea di Helldivers 2 si racconta tramite aneddoti, filmati e battute.
LO SPETTACOLO ANTIMILITARISTA DELLA GUERRA
Non è però solo con la geniale teatralità degli sviluppatori e degli utenti che si può spiegare pienamente il fenomeno innescato da Helldivers 2, titolo che dopo mesi dal suo rilascio continua a mantenere ed accrescere il pubblico giocante, sia su Playstation che su pc. C'è infatti un'impalcatura ludica energica e competente che cattura inevitabilmente chiunque superi il divertente tutorial e si lanci in una delle infinite missioni proposte dal gioco.
Accompagnati da un’esaltante e ormai iconica colonna sonora, fino a quattro giocatori vengono "sparati" da capsule spaziali sugli inospitali terreni di innumerevoli pianeti, tratteggiati in maniera vivida da ambientazioni colorate, cangianti e valorizzate da quasi palpabili effetti ambientali. Qui i goffi soldati virtuali devono svolgere missioni cicliche, mentre sciami di enormi insetti e schiere robotiche di "cameroniana" memoria li assediano in infernali scontri a fuoco.
E' nel perfetto feeling delle sparatorie e nel vorticoso utilizzo degli "stratagemmi" (abilità distruttive cicliche utilizzabili solo tramite codici manuali da inserire "al volo") che si genera un rapporto di fiducia obbligato con i propri compagni di squadra, mai competitivo ma rivolto ad una difficile sopravvivenza che richiede cooperazione e coordinazione. Ci si abbarbica sulle strutture più alte falcidiando i nemici mentre un commilitone cerca di chiamare l'elicottero d'estrazione, si condividono i rifornimenti di cura e munizioni nei pochi momenti di calma, si pianifica un bombardamento in una determinata area per evitare di falcidiare i compagni a causa dell'infido fuoco amico.
C'è poi un virtuoso sistema di monetizzazione a sorreggere l'impalcatura multiplayer del titolo: se la più avida industria del videogioco ha ormai abituato a pass stagionali "a scadenza", che intrappolano gli utenti in una partecipazione assidua e febbrile per non perdere oggetti e armi sbloccabili, Arrowhead studios propone set sempre disponibili, rendendo la frequentazione del gioco meno stressante e più sana, sopratutto per i videogiocatori più giovani e influenzabili.
Se la recente promessa di una svolta verso titoli multiplayer di Sony poteva incutere un certo timore, l'esordio di Helldivers 2, prodotto sotto l'egida della casa di Playstation, è invece di buon auspicio, dimostrando che un approccio più sano al genere è possibile e che può trasformarsi in un motore di successi superiore agli squallidi modelli assuefacenti che inondano troppo spesso il mercato.