Federico Ercole per Dagospia
Uncharted 4 e la sua costola, l’Eredità Perduta, splendettero già al loro ormai lontano lancio sulla quarta PlayStation, trionfi avventurosi di gioco, narrazioni e visioni che oggi escono rimasterizzati per la quinta console di Sony in una collezione che li riunisce, risultando ancora più folgoranti dopo l’operazione di restauro e intonsi nella loro qualità appassionante e vertiginosa.
Non sono dunque invecchiati questi due capolavori di Naugthy Dog che precedettero The Last of Us 2, continuano anzi ad illuminare il presente videoludico con la potenza del loro motore emozionale; un’esemplare, quasi impossibile fusione tra un racconto che scivola persino e con efficacia nelle regioni dell’intimismo e una sfrenata azione giocosa, un equilibrio perfetto tra gioco puro e storia che favorisce una forte empatia con i protagonisti di queste epopee che potrebbero rimandare agli Indiana Jones, salvo che questa corrispondenza è superficiale, o meglio risiede solo nella messa in scena spettacolare, nell’illustrazione e composizione dei ritmi dell’avventura.
C’è un’innegabile analogia fanta-archeologia, poiché fondata sul mito, il mistero e talvolta (ma assai meno in questi due episodi) sul sovrannaturale, ma ciò che differenzia gli Uncharted dai film di Spielberg/Lucas o dalle avventure di Lara Croft in Tomb Raider è la dimensione più ambigua, assai meno manichea, soprattutto del loro protagonista Nathan Drake, che presto vedremo al cinema in un adattamento per il grande schermo delle sue avventure.
Nathan Drake sbaglia e mente, uccide in maniera iperbolica folle di odiosi nemici (ricordandoci che siamo in un videogioco), compie imprese acrobatiche al limite del supereroismo ma permane sempre umano, con i suoi conflitti interiori e i suoi struggimenti, la sua indomabile volontà avventurosa che nemmeno una pacifica e deliziosa vita coniugale riesce ad estinguere.
Nathan Drake, scanzonato quanto tormentato, forse così scanzonato proprio perché troppo tormentato, è un intruglio caratteriale probabile e improbabile insieme, senza dubbio “vero” come tutte le grandi invenzioni dell’immaginario, una “persona” oltre l’icona.
UNCHARTED 4
Uscito nel 2016, Uncharted 4 è la conclusione delle imprese di Nathan e comincia con un segmento toccante di vita quotidiana che pone l’eroe e antieroe in una soffitta, dove conserva le reliquie della sua ormai abbandonata carriera di cacciatore di tesori. Percepiamo la dolorosa nostalgia di Nathan nel ricordare le trascorse avventure, malgrado viva con l’amata. Poi la moglie Elena lo chiama, distogliendolo dalle rimembranze, riportandolo al presente, così essi cenano e videogiocano insieme alla PlayStation, proprio quel Crash Bandicoot che fu una delle opere prime dei Naughty Dog.
Al “vecchio” eroe non resta che giocare un videogame per vivere ancora l’estasi di un’avventura. Tuttavia poi cambia tutto, con il ritorno inaspettato del fratello di Nathan e con una miserabile menzogna alla moglie. Nathan riparte per il suo viaggio più complesso e articolato, alla ricerca di un tesoro piratesco, cominciando una formidabile ricerca che lo porterà dalla costiera amalfitana alla Scozia, infine in Madagascar.
Ci sono scenari più vasti e aperti rispetto agli altri episodi, ad un certo punto c’è un lungo segmento che ci illude di una libertà in stile “open world”; quindi si esplora di più e si combatte con una maggiore strategia, persino gli enigmi sono più articolati e diffusi nello spazio di gioco. E non manca mai la vertigine, quel senso di meravigliata, stordita ebbrezza che ci coglie con Nathan quando valichiamo l’abisso, sospesi nel vuoto da capogiro tra la vita e il Game Over.
UNCHARTED l’eredità perduta
Questo cosiddetto “spin-off” sarebbe inizialmente dovuta essere un’espansione a pagamento di Uncharted 4, ma durante il suo sviluppo si ingigantì, diventando un videogame a se stante uscito nel 2017. Non c’è Nathan come protagonista ma Chloe Frazer, vista nel secondo episodio, anch’ella avventuriera dal carisma femmineo senza esasperazioni sessiste. Si tratta di un’avventura indiana, salgariana nel suo esotismo, alla ricerca della mistica Zanna di Ganesh, tesoro dal valore sentimentale oltre che economico.
Chloe è accompagnata dalla mercenaria Nadine, con la quale instaura un rapporto dialettico prolisso ed esemplare che anima di parole e sentimenti tutta l’avventura. Non rischiate di ignorarlo, perché si tratta di un grande videogioco, straripante di momenti memorabili come quando cavalchiamo un elefantino per sentieri giungleschi o viaggiamo tra le ossa di migliaia di soldati defunti durante una battaglia ancestrale.
L’Eredità Perduta è l’addio di Naughty Dog ad una saga più colossale di ogni kolossal d’avventura hollywoodiano degli ultimi vent’anni, così che desta una vaga tristezza terminarlo, inducendoci a vagheggiare il ritorno di Uncharted, anche se consapevoli che le cose belle hanno sempre una fine.
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