Federico Ercole per Dagospia
Sono soprattutto le nuvole ad incantare lo sguardo, una visione celeste che almeno all’inizio astrae gli occhi da ogni altro dettaglio. Sovrapposti nel cielo quasi celato, sia esso azzurro, nero o roseo, ci sono cumulonembi, nembostrati, altocumuli o cirrocumuli disposti in una pittura dell’empireo favolosa quanto plausibile che delizierebbe uno studioso di nefologia. D’altronde “navighiamo i mari del sole” come canta Bruce Dickinson, a bordo di un’aeronave, voliamo assai oltre la terra sebbene questa, con la sua gravità, infine ci trarrà ad essa.
Si tratta di Granblue Fantasy Relink uscito per Playstation 5 e PC, una specie di seguito/ripensamento di un celeberrimo videogame per “mobile” del 2014 che vendette milioni di copie soprattutto in oriente, un gioco di ruolo d’azione dallo sviluppo sofferto durato più di otto anni e che lancia anche in occidente l’ispirata mitologia fantastica di Cygames.
Così dopo la contemplazione celeste ecco sopraggiungere una nuova attenzione dedicata alla ciurma della nave volante chiamata Grandcypher, personaggi che dovremmo già conoscere e le cui gesta qui proseguono, una squadra di eroi la cui vicenda in atto può essere approfondita nei menù del gioco o successivamente in una sorta di “missioni” selezionabili e solo narrative. Ma non importa, malgrado l’iniziale confusione del neofita, l’azione si fa subito frenetica: una drago maestoso e terribile dapprima alleato è colto dalla follia e ci attacca, così combattiamo in uno spettacolo di luci, movimenti e colori catastrofici e infine precipitiamo, così che quest’avventura ha davvero inizio.
VIAGGIANDO TRA LE ISOLE DELL’EMPIREO
Precipitati in una selva nei panni (all’inizio selezionabili) di un eroe o di un’eroina, separati per qualche tempo dall’ancestrale Lyria dai lunghi capelli azzurri con la quale condividiamo l’energia vitale per trascorse vicissitudini, cominciamo a viaggiare attraverso panorami che sorprendono già dai primi passi silvestri, sebbene con questi “quadri animati” l’interazione sia scarsa ed essi brillino soprattutto per la loro qualità artistica. Ogni cosa che si vede, dalle città ai villaggi, dai monti algidi ai deserti, dai modelli dei mostri a quelli degli innumerevoli personaggi positivi, negativi o ambigui, è davvero bella quanto quelle nuvole che continueremo ad ammirare per tutto il gioco, o come la musica cameristica o sinfonica alla quale ha collaborato anche il maestro Nobuo Uematsu.
Quando si tratta di combattere, come nei più interessanti giochi d’azione, talvolta ci si ritrova in una meravigliosa astrazione marziale e ipercinetica che non esclude tuttavia il controllo del giocatore, sebbene i compagni del protagonista agiscano in maniera indipendente ma assai calcolata e mai “scervellata”, tanto da essere utilissimi per l’esito della battaglia e motori di spettacolari mosse combinate.
Il gioco rallenta quando si giunge in centri urbanizzati, che diventano il luogo d’origine di innumerevoli missioni secondarie utili per potenziare la propria squadra che conviene scegliere e mantenere identica dall’inizio, non solo per motivi affettivi, ma perché il suo miglioramento può essere arduo durante lo svolgimento del gioco a causa di un sistema di salita di livello che può risultare limitante a lungo termine.
Le soste sono necessarie ma c’è sempre una volontà di proseguire, di vedere cosa c’è oltre le prossime nuvole, quale altro meraviglioso o spaventoso panorama sarà rivelato in questo “anime” interattivo.
UNA CONCISIONE ILLUSORIA
Ci vogliono solo una ventina di ore per giungere alla conclusione di Granblue Fantasy Relink, un tempo ridotto per un videogame del genere. Inoltre si tratta di un gioco semplice, anche quando giocato in una modalità difficile, tanto che raramente si precipita nel Game Over. Questo almeno durante la storia principale, perché quest’opera di Cygames è ricchissima di contenuti “end-game” in grado di prolungare l’esperienza per ore e di complicarla, trasformandola in una specie di Monster Hunter dalla difficoltà crescente durante la quale è possibile anche collaborare online con altri tre giocatori, un immenso epilogo che può esaltare o risultare trascurabile se non noioso, dipende dal soggetto che gioca e da ciò che cerca in un videogame di questo tipo.
In ogni caso anche la fruizione della sola storia principale di Granblue Fantasy Relink risulta gratificante malgrado la sua “concisione”, sebbene quando si realizza che il vero viaggio sta per concludersi è inevitabile il desiderio di altri panorami, di altre storie.
Videogame che avrebbe potuto rivelarsi fallimentare proprio per i problemi intercorsi durante il suo sviluppo, Granblue Fantasy Relink si è invece rivelato un travolgente “tour de force” estetico e ludico che coinvolge anche chi non ha consuetudine con l’universo multimediale di Cygames, alimentando l’interesse per questo, la voglia di approfondirlo.
Malgrado sia uscito insieme ad un’opera d’arte del gioco di ruolo giapponese (ne parleremo presto) come Persona 3 Reload e l’uscita dell’attesissima seconda parte del remake di Final Fantasy VII sia imminente, sarebbe un peccato trascurare Granblue Fantasy Relink e la sua sovrabbondanza di magnifiche visioni.