Federico Ercole per Dagospia
Essere una morbida e zuccherosa sfera rosa con gli occhioni dolci, ovvero Kirby nei suoi mondi onirici tutt’altro che pacifici, anzi addirittura ostili. Malgrado la forma deliziosa, quest’icona di Nintendo inventata nel 1992 da Masahiro Sakurai ha acquisito nel corso del tempo un potere offensivo caratteristico e sempre più devastante, ovvero quello di assorbire i propri nemici e sfruttare così le loro armi, mutando senza tuttavia perdere le sue soavi fattezze.
La rosea creaturina può dunque brandire spade e usare archi, sputare vento, fuoco, ghiaccio e molto di più, soprattutto nella sua ultima avventura intitolata Kirby e la Terra Perduta per Nintendo Switch, amabile sorpresa di questi primi mesi del 2022, senza dubbio la più tenera, colorata e indicata per i bambini, anche se non solo per loro.
Sviluppato per celebrare il trentesimo anniversario di Kirby, il videogame in questione è il primo a vantare una grafica in tre dimensioni, favorendo la rappresentazione di spazi dal disegno assai suggestivo e variegato, luoghi che sarebbero persino malinconici nel loro post-apocalittico abbandono se non fossero così accesi in una deliziosa policromia e ammorbiditi da forme gradevoli.
Si tratta sempre di un “platform” ma questa volta è più spinto l’elemento avventuroso e l’esplorazione rivela sorprese e segreti, oltre che preziosi panorami e oggetti. La difficoltà non è certo elevata, ma va bene così, perché Kirby e la Terra Perduta trascorre con graziosa quiete, rilassando occhi, dita e orecchie, concedendo momenti di puro divertimento e allontanandoci con la sua “pucciosa” bellezza dall’orrore presente, alimentando una letizia che consola quando tutto sta diventando sempre più spaventoso e opprimente.
C’è persino qualcosa di triste, soprattutto per gli adulti, in tanto superfluo quanto splendente godimento, perché le cose che sono belle e basta necessitano di una serenità interiore oggi impossibile per sbocciare appieno, altrimenti sono solo consolazione, un dolce sollievo, ma non rivelazione.
UN VIAGGIO (ANCHE) PER DUE
Tutto comincia con un vortice, un tornado favoloso che come quello quello del Mago di Oz trasporta Kirby e i suoi amici in un nuovo mondo dove tutto è rudere e i resti delle città sommersi dalla vegetazione ricordano una versione edulcorata con tenerezza di quelli realistici di The Last of Us.
Kirby dovrà trovare i suoi innumerevoli amici detti “waddle-dee” per liberarli da un esercito di bestie che li ha rapiti, viaggiando attraverso una serie di livelli che risultano meraviglianti per la loro differenza ambientale e per la fauna ostile, talvolta mostruosa senza eccessi orrifici. Trascorriamo da verdeggianti aree metropolitane decadute a spiagge cristalline dalle acque cerulee, da piane desertiche a pericolanti luna-park, da algide zone ghiacciate a vulcani.
Una geografia già vista in tanti “platform” che qui riesce comunque a risultare sempre originale, persino nuova e soprattutto non vi sopravviene mai la noia in queste aree di gioco, non si verifica il tedio da ripetizione, perché c’è sempre un modo nuovo per giocare, qualcosa da sperimentare e scoprire. Inoltre l’esperienza cambia in maniera drastica se si gioca in due, condivendendo l’avventura con un altro giocatore, e non nella vicinanza illusoria della rete ma nella fisicità della realtà, seduti affianco.
Il secondo giocatore usa una versione alternativa di Kirby tendente all’arancione, ma al contrario del protagonista questa può utilizzare solo una lancia come arma offensiva e gli mancano le mille possibilità metamorfiche; ci si può comunque scambiare il “controller” ma che un personaggio sia più immediato e semplice da utilizzare favorisce la collaborazione tra un giocatore più esperto e uno alle prime armi, universalizzando ulteriormente l’esperienza e rendendola ancora più condivisibile e coinvolgente.
UN MONDO DI GIOCHI
Ci sono tantissimi modi di giocare in Kirby, mimando quest’ultima avventura più che ogni altra sua, la poliedricità del personaggio. Kirby non solo assorbe i poteri dei nemici, tra l’altro migliorabili con effetti curiosi e spettacolari, ma può sfruttare la spassosa “boccomorfosi”, ovvero la facoltà di inghiottire diversi oggetti e trasformarsi in questi: automobili, coni, distributori di bibite, scale, alianti, trenini da montagne russe. Ogni forma garantisce sperimentali e divertenti soluzioni ludiche.
Nella città dei Waddle-Dee, che cresce e si evolve mentre liberiamo i suoi abitanti rapiti, ci sono inoltre tanti mini-giochi, come quello davvero esilarante in cui ci si trasforma in baristi per una legione di clienti esigenti. In città c’è anche la casa di Kirby, dove oltre che a riposarci possiamo ammirare i modellini raccolti durante l’avventura in un’ebbrezza da collezionismo spinto e virtuoso.
Kirby e la Terra Perduta è un videogame che serve a dimostrare ancora una volta la potenza non tecnologica ma giocosa e la fecondità della Switch, la sua naturale comodità nel favorire un divertimento immediato con opere che tornano al glorioso e storicizzato passato di Nintendo senza tuttavia adagiarvisi in una sterile superbia, ma tentando ogni volta, con coraggio e arte, una placida rivoluzione.
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