Federico Ercole per Dagospia
Visioni, visioni, visioni... Oltre che parole e musica, soprattutto visioni: favolosi panorami di spazi che promettono l’illusione di un viaggio lungo e avventuroso e la mantengono, così che Visions of Mana si rivela come un eccellente luogo numerico per viandanti virtuali e testo drammatico profondo e sofisticato. Una delle sciocchezze più diffuse nelle recensioni che hanno penalizzato questo quinto più che ispirato e riuscito titolo di una saga fantasy che raggiunse il suo vertice artistico e ludico con il secondo episodio del 1993 intitolato Secret of Mana, è che la sua sia una storia poco efficace e sorprendente, addirittura superficiale.
Si tratta invece di una narrazione che riflette sull’accettazione del sacrificio e sulla ribellione verso di questo, sul cieco misticismo e sulla ragione, sull’ecologia e sulle meschinità del potere, sull’accezione malvagia di necessità. Temi universali qui innestati con quelli di un’epica classica, solo giapponese in maniera vaga. Probabilmente la critica che ha vituperato il racconto di Visions of Mana e i suoi significati è stata viziata da anni di serie televisive, da storie fantasy pensate solo per gli adulti e le loro pruderie, dai film degli Avengers e dalle peggiori pagine delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
Pubblicato da Square-Enix, Visions of Mana per Playstation, Xbox e PC è stato sviluppato da Ouka Studios con la partecipazione e supervisione degli storici autori e artisti della saga. Ouka Studios è una divisione della potentissima compagnia cinese NetEase che ha deciso proprio in questi giorni di chiudere il suddetto, ma sembra non sia per gli esiti economici non certo trionfali di Visions of Mana. Fa male tuttavia, perché il lavoro di Ouka Studios per Visions of Mana è stato appunto lodevole ed è probabile che questo videogioco, con il tempo e il passaparola, possa diventare un’opera di culto.
Come ai “vecchi tempi” il gioco non è sottotitolato in italiano, ma solo in inglese, francese e tedesco. Ciò ha causato le ire di molti per l’orgoglio italico umiliato e offeso, molti che comunque non avrebbero comprato il gioco. Che quest’assenza di traduzione non sia una barriera per i genitori che riterranno Visions of Mana, un gioco di ruolo d’azione, l’ideale per i propri bambini e ragazzi; muniteli di vocabolario o, come si faceva tanti anni fa quando i videogame dal Giappone era già tanto che uscissero tradotti in inglese, stategli vicino e provate a tradurlglielo affinché il giocare sia anche uno stimolo per migliorare o apprendere una lingua.
IN VIAGGIO VERSO LA FINE
Visions of Mana comincia in una maniera struggente e malgrado sia talvolta leggero e persino comico è sempre permeato dalla tragedia e dalla malinconia, sebbene non sia illustrato con violenza ma persino con tenerezza. Controlliamo un ragazzo che tenta di fuggire dal suo villaggio con una fanciulla che scopriremo essere destinata al sacrificio.
Ogni quattro anni in questo mondo i prescelti da un potere mistico connesso agli elementi sono costretti a intraprendere un lungo pellegrinaggio verso l’Albero di Mana per rinunciare ala propria esistenza, affinché il potere magico che mantiene in salute il mondo sia ripristinato. Scopriremo che c’è chi accetta ciò con letizia e abnegazione.
Ma non i due personaggi dell’inizio. La loro fuga avrà un esito drammatico. Dopo questo doloroso incipit, eccoci nei panni di Val, giovane guerriero che accompagnerà Hinna, destinata ad incarnare l’elemento del fuoco, verso il suo inevitabile martirio. Se ella prova dolore e paura li dissimula con arte, ma è intuibile nei suoi grandi occhi manga.
Comincia così il loro lungo vagare attraverso terre favolose piene di minacce e bellezza, durante il quale i due incontreranno altri predestinati, tutti personaggi carismatici e interessanti per cui risulta facile provare un’immediata affezione che cresce durante questa epopea. Oltre che la meraviglia destata da scenari stupefacenti, Visions of Mana è supportato anche da una colonna sonora lirica e trascinante che amplifica ancora il suo valore artistico.
SPADA E MAGIA
Ci sono diverse modalità per giocare Visions of Mana e si consigliano ai più esperti quelle più difficili affinché possano sfruttare al meglio le possibilità offerte dal sistema di potenziamento che include diverse classi e innumerevoli poteri magici e offensivi. La modalità “normale” o addirittura quelle più semplici rendono comunque il gioco scorrevole, appassionante e gratificante per chi si approccia al genere per la prima volta o no ha troppo tempo.
Se le missioni secondarie non sono molto originali hanno tuttavia il pregio di farci esplorare a fondo spazi magnifici, di scoprire ogni loro segreto e di indurci a conversare con tutti i loro abitanti che sarebbe sconsiderato non interpellare quando li si incontra per le strade delle città o per i viottoli dei villaggi, poiché questi non hanno mai niente di inutile da comunicare, alimentando così la vitalità del mondo di gioco, alludendo alle sue storie, al passato e al presente.
Sembra davvero assurdo che, su Metacritic, Visions of Mana abbia una media di 76, bassa quindi considerato il suo valore; un fatto che denuncia la “barbarie” ormai da troppo tempo diffusa e accettata dei voti numerici applicati alle opere d’ingegno, qualcosa che invece di diventare obsoleta mantiene la sua tirannia sulle parole che sempre adombra. C’è tuttavia chi ha apprezzato quest’opera così degna di rispetto e amore, coloro che hanno alzato la sgradevole, scolastica, inutile media.
C’è una “demo” del gioco da provare gratuitamente che consentirà di capire se quest’opera, che qui è consigliata senza alcun indugio, farà o no per voi. Provatela, perché più di tante parole, brutte o belle che siano, può indurvi alla passione che Visions of Mana merita.
visions of mana 8 visions of mana 9 visions of mana 1 visions of mana 5