Federico Ercole per Dagospia
Festeggiare Super Mario, nato nel 1985 dal genio di Shigeru Miyamoto, è come celebrare tutti i videogame, almeno quelli belli dì qualsivoglia genere, perché anche se siete tra quei giocatori o non giocatori che l’idraulico non l’hanno mai fatto saltare, correre, schiacciare funghetti malvagi, combattere a turni o gareggiare su un kart, dovreste comunque essere consapevoli che egli è il Videogioco, il soggetto immaginario universale e positivo che rappresenta tutta un’industria e una arte elettronica presunta o vera che sia.
Sopravvissuto alle evoluzioni della tecnologia, all’antica rivalità spietata con Sonic di Sega e alle mutazioni delle modalità di gioco, perché spesso è stato lui il motore di rivoluzioni ludiche, Mario continua ad essere protagonista di varie e molteplici opere di Nintendo, tante delle quali sono capolavori dell’intrattenimento elettronico.
Mario cresce e si trasforma negli anni, dalle due alle tre dimensioni, cambia forma e ruolo, secondo le metamorfosi fungine che stanno alla base delle sue epopee, determinando il gusto del pubblico anziché assecondarlo o lusingarlo.
Nessun personaggio dei videogame può vantare la biografia immensa e vincente dell’idraulico di Fungolandia, nessuno fa giocare nuove generazioni di giocatori mentre delizia al contempo gli appassionati della prima ora, restando sempre se stesso come il tema di una variazione sinfonica permane riconoscibile attraverso i tanti cambiamenti timbrici, ritmici e armonici ai quali è sottoposto dal compositore. Insomma, bisognerebbe ascoltare le Variazioni su un Tema di Haydn di Johannes Brahms, ad esempio, per intuire, solo alla fine, quando il motivo principale torna in tutta la sua splendente originalità, chi è davvero Super Mario.
TRE CAPOLAVORI IN UNO
L’occasione migliore per innamorarsi per la prima volta o sempre di più di Mario, che in verità esordì nel 1981 sui grattacieli dominati da Donkey Kong sebbene non avesse ancora un nome e fosse chiamato “Jumpman” (fu nominato solo nel 1985, appunto, con Mario Bros), è una raccolta di tre classici rimasterizzati, tre meraviglie del divertimento totale, uscita di recente per Switch Nintendo. Si tratta di Super Mario 3D All Stars, contenente quindi le avventure “platform” con una grafica in tre dimensioni dell’idraulico.
Si comincia con la prima, opera che rivoluzionò il modo di giocare e rappresentare lo spazio ludico da “saltare”, ovvero Super Mario 64, ancora oggi considerato uno dei migliori videogiochi di tutti i tempi. Uscito nel 1996 al lancio della console Nintendo 64, Super Mario 64 è un viaggio eccezionale e impegnativo, che fa tuffare i giocatori nelle versioni tridimensionali di mondi che dapprima aveva esperito e ammirato solo in due dimensioni, con un effetto di stupore e meraviglia.
Mario 64 non ha perso nulla della sua impressionante facoltà di divertire e appassionare, ma attenzione molti dovranno abituare di nuovo le dita a virtuosismi ormai dimenticati; non ci vorrà tuttavia molto perché è uno strumento perfetto, bisogna solo imparare di nuovo a “suonarlo”.
La seconda opera contenuta in questa collezione è l’insolito e avventuroso Super Mario Sunshine, uscito sulla mai troppo lodata Game Cube Nintendo nel 2002. Avremo a che fare con una versione oscura dell’eroe che ha lordato la turistica isola di Delfina e tanta è la somiglianza di questo cattivo, frutto delle trame vendicative del solito antagonista Bowser e del suo rampollo, che il nostro all’inizio viene addirittura incarcerato.
Per punizione dovrà pulite l’isola dalla sporcizia grazie all’ausilio del multifunzionale Splac 3000, uno spruzzatore d’acqua che ci coinvolge in diversi modi di giocare, facendoci planare, correre ad alta velocità e schizzare verso l’alto oltre che detergere e attaccare i nemici, qui davvero tanti e anche di varia e inconsueta tipologia.
I vasti livelli, esplorabili con un margine di libertà, sono solari, liquidi e splendidi malgrado la sozzura; pulirli è un catartico oltre che ecologico dovere che il giocatore interiorizza dopo pochi minuti. Il lavoro di masterizzazione dona a Sunshine ulteriore fulgore estivo, ed esperire i suoi spazi è una giocosa, indimenticabile vacanza nell’altrove.
Chiude la trilogia tridimensionale del Mario passato un altro capolavoro, ovvero Super Mario Galaxy, uscito per la stellare Wii nel 2007. Qui il baffuto operaio ci fa giocare con la gravità, facendoci volare in uno spazio di bizzarri pianeti e pianetini dalla fattura squisita. Sebbene sia stato pensato per i controlli peculiari di Wii, Galaxy è davvero godibile sulla Switch, soprattutto in portatile, rivelando mondo dopo mondo tutta la galattica bellezza del suo disegno e della sua consolante, dolce narrazione.
IN UNA SELVA OSCURA
Super Mario compie trentacinque anni ed è dunque nel “mezzo del cammin di nostra vita”, sebbene sia probabile (Pianeta Terra, umanità o destino permettendo) che campi assai più a lungo di ogni umano, così come altri miti prima di lui. L’idraulico italiano rosso-blu vestito si ritrova a celebrare il suo anniversario in una “valle oscura”, quella di questo infausto duemila e venti, e questo fa di lui una figura triste prima che buffa e malgrado i tentativi di festeggiarlo il clima emotivo del suo anniversario può ricordare quello attorno ai tanti bambini che hanno festeggiato il loro compleanno chiusi in una casa senza balconi, lontano dagli amici, facendo finta di divertirsi per mamma e papà depressi e senza soldi. Mario vive nel gioco e il gioco non è solo fuga, c’è bisogno di gioia per giocare, di serenità.
Mario, l’eroe operaio è oggi una stella velata dal cupo presente ma permane un messaggero di divertimento assoluto, almeno in quelle zone del mondo dove ci si può permettere questo tipo di passatempo, laddove non si muore di fame e guerre. Non c’è festa, se non quella della Maschera della Morte Rossa torna a sussurrarci l’oggi dopo l’illusione di un’estate. E il rito si rivela di nuovo funebre, le celebrazioni postume.
Eppure in tanta tetra realtà, anche grazie a Mario qualcuno sta sorridendo, magari non gioisce, solo un piccolo sorriso, mentre tenta per l’ennesima volta di salvare una principessa che forse non l’amerà mai; qualcuno dolcemente smarrito in più ameni immaginari, nei panni numerici da lavoro di un eroe operaio asceso all’empireo senza avere mai perso la sua tenerezza e la sua umiltà. Tanti auguri quindi, caro Mario. Tanti auguri a te.