Federico Ercole per Dagospia
Si agitano le acque del cambiamento sul futuro di Final Fantasy VII Remake, che quando uscì l’anno scorso (https://www.dagospia.com/rubrica-40/videogiochi/dagogames-by-federico-ercole-grandioso-ritorno-ldquo-final-fantasy-232764.htm) dimostrò con una conclusione irriverente, che sconvolse e irritò gli appassionati più radicali e meno aperti, che il destino già scritto nella storia del videogioco di questa fantasia finale sarebbe potuto mutare virando verso l’imprevisto.
Quella che fu per lo più percepita come una deriva narrativa irrispettosa per il pubblico, additata ingiustamente al geniale e incompreso Tetsuya Nomura, è stata invece una scelta di diegesi trasgressiva e soprattutto saggia, poiché pone il dubbio sopra la certezza rassicurante di una trama arcinota, stimola il desiderio, annulla il deja-vu.
Così mentre si attende la seconda parte di Final Fantasy VII Remake ecco tornare questo primo episodio rimasterizzato per PlayStation 5, rivelandosi quindi con un nuovo fulgore estetico e ludico grazie alla potenza della quinta console di Sony, e ampliato con un breve ma fondamentale contenuto aggiuntivo che continua a stravolgere le aspettative, alimentando oltremodo l’insicurezza del giocatore, alterando in maniera drastica lo “status-quo” ritenuto inviolabile del gioco originale uscito nel 1997.
Si tratta di “INTERmission”, un’avventura concisa quanto densa nel suo adrenalinico svolgimento che ci pone al controllo della giovane, entusiasta e irresistibile Yuffie Kisaragi, la Ninja di Wutai che viaggia fino a Midgar per sottrarre alla multinazionale Shinra una Materia ( energia cristallizzata che permette l’utilizzo della magia) dal potere ritenuto devastante.
GRAZIA IPERCINETICA
Controllare Yuffie durante i combattimenti è come gestire in tempo reale le coreografie di una danzatrice che mima i gesti marziali e impossibili di una guerriera, tramutando la furia in grazia, in ebbrezza del movimento. Talvolta sembra quasi di non percepire le mosse di Yuffie, che il nostro sguardo non le razionalizzi e le conceda una forma, come quando si osserva un rapido movimento ondoso sulla risacca.
Eppure, mentre siamo sull’orlo di essere travolti dall’astrazione, ecco intuire e decodificare l’arte marziale della fanciulla, inizialmente abbigliata con il comico costume di uno pseudo-orsacchiotto Moogle.
Yuffie non combatte da sola con i suoi shuriken ma sarà da un certo punto accompagnata da Solon, guerriero armato d’asta monacale e grave di un tragico passato. Al contrario di ciò che avviene nell’episodio principale non possiamo tuttavia cambiare protagonista durante gli scontri ma, cosa che esalta ancora l’idea di condurre una danza, abbiamo la possibilità di “ordinare” a Solon di agire in sinergia con Yuffie.
Trascorreremo soprattutto per luoghi già visti, rinfrescati tuttavia dalla potenza di Playstation 5 e dal nuovo punto di vista; quindi l’esperienza risulta fresca e irrinunciabile, grazie anche alla velocità con cui si affronta il viaggio di Yuffie, un moto che stravolge il ritmo già esperito trasformandolo nel motore di una musica diversa per occhi e dita.
NARRATIVA MUTANTE
Ci vogliono dalle sei alle dieci ore per giungere alla sorprendente fine di INTERmission, dipende dalla difficoltà scelta, da quanto siate contemplativi e dalla volontà di completare le missioni secondarie, alle quali va aggiunto il mini-gioco dedicato a Fort Kondor, che chi scrive non considera coinvolgente in una maniera particolare, con le sue dinamiche strategiche superficiali, ma che potrebbe comunque dilettare altri giocatori.
Sebbene nelle fasi iniziali questa espansione possa risultare un semplice e spassoso “divertissement”, poco dopo la sua trama decolla e senza mai rinunciare a parentesi ironiche e ispirate, si fa epica, coinvolgendo la “contemporanea” epopea principale di Cloud e delle sua compagnia con i loro formidabili antagonisti, dai periferici e trasandati ma così vitali sobborghi popolari di Midgar fino ai più segreti laboratori della Shinra.
Può risultare inevitabile, per chi amò il Remake uscito per Playstation 4, desiderare di rivivere le trascorse emozioni nella nuova veste luccicante di Playstation 5 e cominciare così da capo il gioco intero che, è innegabile, risulta ancora più bello, godibile e potente sulla nuova console.
Chissà allora se giungendo di nuovo al tanto discusso finale il pubblico non intuisca che quel grande, vituperato e inedito mostro gigante non sia che l’ombra allegorica dei giocatori conservatori, da sconfiggere affinché Final Fantasy VII Remake non si sostituisca al capolavoro originale ma lo affianchi, contrappuntando quell’antica grandezza di pochi pixel con una rivoluzionaria e imprevedibile.
Riusciremo questa volta a scongiurare quella nota tragedia che sconvolse i giocatori dal 1997 in poi? Non ci è dato ancora di sapere. Ma sarebbe una cosa dolce, anche se là fuori c’è sempre Sephiroth con la sua lunga katana assetata di vendetta dissennata e morte. È tutta una questione di fato, ed è così romantico avere la possibilità
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