Federico Ercole per Dagospia
I nazisti non sono più i padroni del mondo ma il loro dominio non è del tutto estinto e da qualche parte prospera virulento. Ovunque, a causa di un clima mutato con violenza, nubi gravi e violente scagliano sull’umanità pioggia fitta, tuoni e fulmini in un presagio d’apocalisse, ma la televisione e la radio dichiarano che tutto è normale. Non siamo nella nostra realtà (o no?) ma in una “ucronia”, ovvero pura fantastoria le cui premesse narrative sono tuttavia fondate su fatti storici realmente accaduti.
Si tratta dell’ucronia inaugurata nel 2014 da Wolfenstein The New Order che trasforma la celeberrima serie di sparatutto in prima persona horror-paranormale a sfondo storico cominciata nel 1982 in una speculazione sul “cosa sarebbe successo se i nazisti avessero vinto la guerra”, ispirata alla più colta anche se meno spettacolare visione di Philip K. Dick in The Man in the High Caste o La Svastica sul Sole.
Seguito dall’ottimo Wolfenstein the New Colossus, il gioco del 2014 permane ancora oggi uno degli sparatutto più appassionanti e riusciti della storia del genere grazie alla sua imprevista enfasi narrativa e ai momenti di intimismo che interrompono per poi esaltare quelli più spettacolari, e più liberatorio perché ammettiamolo, nessun nemico virtuale è spassoso da massacrare come l’orripilante e ignobile feccia nazista che compare nel gioco.
Ma torniamo all’inizio, quindi i nazisti sono stati sconfitti dal protagonista storico della saga, l’uomo che ha ucciso Adolf Hitler, ovvero il leggendario BJ Blazkowicz ma i nazi permangono in Europa, soprattuto in Francia con la sua Neu Paris e ovviamente in Germania mentre il mondo si sta sfasciando tra uragani e tempeste. Siamo nel 1980 e stiamo giocando a Wolfenstein Youngblood pseudo-seguito (da non intendere in un’accezione negativa) della saga pensato soprattutto per la cooperazione ma davvero godibile anche giocando da soli, appena arrivato per Playstation 4, Xbox One, PC e Switch.
LE MAGNIFICHE GEMELLE
Protagoniste di Youngblood sono le due giovani figlie gemelle di Blazkowicz, addestrate dallo stesso e dalla moglie Anya nelle “sottili arti della sopravvivenza”. La bruna e la bionda, in compagnia di un’amica geniale rubano un elicottero dell’FBI perché ad un certo punto il padre scompare e parrebbe proprio essersi recato nella Nuova Parigi nazista per ignoti motivi. Dopo questa lunga introduzione dalla regia funzionale, solo a tratti ispirata, ma sempre dalla scrittura esemplare, le due fanciulle ricoperte di un’armatura hi-tech cominciano la loro strage di nazisti anni ’80 all’interno di un dirigibile.
Non hanno mai ucciso nessuno e il momento del loro primo “nazicidio” è esilarante, tarantiniano nella sua dimensione trash e ricercata: da una radio suona una musica che rimanda alla new wave di quegli anni ma ovviamente cantata in tedesco, un nazista che sembra uscito da “visitors” per lo stile della sua uniforme la ascolta lavorando, una delle ragazze si avvicina ma esita, il nazi si gira e sta per spararle ma ecco che compare l’altra che gli pianta un proiettile in testa vomitando subito dopo e nel contempo ridendo giuliva, mentre la sorella si lamenta di avere del cervello nazista in bocca. Nel corso del gioco sono numerose le parentesi narrative di questo tipo che non sfiorano mai il lirismo disperato di The New Order o The New Colossus ma risultano comiche e leggere, almeno per chi è indifferente allo splatter o non simpatizza da nostalgico con Hitler e compagnia.
MEGLIO SOLI O ACCOMPAGNATI?
Wolfenstein Youngblood funziona molto bene se vissuto da soli, soprattutto durante la storia principale che non è troppo lunga ma non ha nessun cedimento ludico o narrativo. Tuttavia il cuore di questo Sangue Giovane nato dalla strepitosa unione tra MachineGames e Arkane Studios, è la cooperazione con l’altra “sorella” quindi dispiace che sia pensata per essere disponibile solo online e non localmente, giocando accanto ad una persona vicina e non chissà dove nella rete.
In ogni caso è possibile giocare con amici distanti e l’esperienza risulta comunque appagante. Fondamentale per sopravvivere ai branchi di nazisti che incontreremo nel gioco è l’elemento strategico localizzato in una “salita di livello” pensata in maniera intelligente, accurata e sofisticata come quella dei migliori giochi di ruolo.
Se crivellare di proiettili nemici cattivi e violenti non funziona più che bene in un videogame del genere, allora questo si rivela dimenticabile se non disprezzabile, ma qui, come era prevedibile, gli autori del gioco in questione hanno lavorato mantenendo l’alta qualità “blastatoria” dei titoli recenti della serie, talvolta addirittura migliorandola grazie all’agilità delle due ragazze. Quindi sparare è bellissimo in Youngblood e solo in un videogame “bellissimo” e “sparare” possono convivere, sia chiaro.
Non sottovalutate questo squisitamente femmineo Youngblood pensandolo uno spin-off di seconda categoria, perché si tratta di un più che degno esemplare di un saga storica che con il dramma, la tragedia e in questo caso con tanta ironia, mantiene viva la nostra attenzione sull’oscenità del pensiero nazi-fascista.