Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Luca Telese per \"il Fatto Quotidiano\"
Mentre Silvio Berlusconi si cala l\'elmetto e trascina il Pdl in trincea, Giulio Tremonti impugna il fioretto e cesella arabeschi possibili nel nome di Enrico Berlinguer, celebrando il segretario del Partito comunista, il leader più amato della sinistra italiana. Possibile?
Mentre il centrodestra alza il ponte levatoio e si chiude nel fortino, Tremonti impugna la bandiera dell\'austerità (lasciata cadere nel fango dai dirigenti immemori del centrosinistra) la modella sulle proprie esigenze, scavalca a sinistra il suo interlocutore di sinistra di ieri - Emanuele Macaluso - cita Pierpaolo Pasolini con magnanimità e una ironia sorprendentemente anti-industriale.
MARIA TERESA MELI GIULIANO GIUBILEI BIANCA BERLINGUERSe non è un viatico per il governissimo, poco ci manca. Non ci credete? Eppure è successo, ieri a Roma. Per capire il senso dello strappo culturale del ministro dell\'Economia bisogna capire il colpo d\'occhio. Lo spunto del convegno è un libro pubblicato da un piccola ma acutissima casa editrice (Le edizioni dell\'Asino), La via dell\'austerità.
LUIGI MANCONIIl testo è il recupero del discorso più importante, delicato (e anche controverso, visti gli attacchi furibondi che piovvero da destra e da sinistra) di Berlinguer, quello con cui nel 1977 il segretario del Pci indicava (molto prima delle riflessioni sullo \"Sviluppo sostenibile\") l\'idea che una società capitalistica avanzata per non declinare deve abbandonare il modello dello sviluppo e del consumo indiscriminato.
GIULIO TREMONTIAl tavolo i moderatori sono due \"ex ragazzi\" della sinistra come Luigi Manconi e Marino Sinibaldi (oggi direttore di Radio3). Al fianco di Tremonti c\'è il più importante padre nobile della sinistra riformista, Macaluso. In platea ci sono Bianca Berlinguer (Tg3), il leader possibile del Pd Nicola Zingaretti (che era anche padrone di casa ospitante), ma anche nomi importanti della storia socialista come Bobo Craxi (Bettino fu il grande nemico dell\'Austerità) e Gianni De Michelis (che in qualche modo fu anche il simbolo incarnato di un certo edonismo craxiano degli anni Ottanta).
GIULIO TREMONTI GIULIO TREMONTI UGO SPOSETTIÈ di fronte a questa platea della sinistra magicamente riunita in nome del dibattito delle idee che Tremonti spiazza tutti. Ad esempio quando cita in questo modo gli Scritti Corsari: \"Io mi ricordo l\'articolo di Pasolini sulle lucciole. Voglio leggervi come finiva. Darei l\'intera Montedison in cambio di una lucciola\". La platea resta quasi interdetta, Tremonti piazza la sua battuta: \"Come è andata a finire lo sapete tutti: la Montedison oggi non c\'è più, e le lucciole invece sono tornate\" .
GIULIO TREMONTI LUIGI MANCONICome come? Cosa vuol dire il ministro dei tagli in asse? Che la poesia e il romanticismo pasoliniano sono più importanti dell\'apologia del mercato e dell\'industrialismo? Lo stupore non si dirada e il ministro continua: \"Quel discorso era in realtà un discorso sul vuoto del potere in Italia\".
Mentre tutti cercano di capire i riferimenti, Tremonti passa a Berlinguer, con un\'altra soprendente apologia del leader comunista che gli ex comunisti non hanno più il coraggio di citare: \"Quando Berlinguer ha fatto il suo discorso sull\'austerità il comunismo non era solo l\'hardware dell\'Unione sovietica, ma anche il software dei movimenti e della decolonizzazione...\".
GIULIO TREMONTI LUIGI MANCONITutti sono con il fiato sospeso, il ministro si prosegue la sua analisi: \"Il mondo occidentale era al suo punto più basso dopo lo shock petrolifero, il comunismo reale era al punto più alto della sua storia. Ma in realtà quel vertice di successo è stato anche il punto della sua crisi nel mondo\". E in Italia? La lezione prosegue così: \"L\'austerità fu un fondamento di moralità con cui Berlinguer voleva combattere gli sprechi, ma poi, per l\'eterogensi dei fini, i governi di solidarietà nazionale produssero il debito publbico\".
Rino FormicaAncora una volta abilissimo, insomma, Tremonti salva il segretario del Pci, ma accontenta anche gli ex socialisti. Manconi sottolinea il passagio più forte: \"Quindi il discorso di Berlinguer era fondato sulla moralità, non sul moralismo...\". Quando Tremonti ritorna all\'oggi c\'è un altro brivido anti-globalizzazione: \"Se ci pensate, sul fronte del tempio dei valori del primo novecento c\'era ancora scritto: liberté, egalité, fraternité.... Mentre sul tempio dela contemporaneità si legge solo: Globalité, monnaye, marché\". Ovvero: globalizzazione, mercato e moneta.
PAOLO FRANCHI GIANNI DE MICHELISQui Tremonti si fa ironico: \"Non dico di recuperare il dirigismo del passato, ma almeno tornare a degli elementi di programmazione economica, almeno sul piano internazionale, non solo si può, ma si deve\". Ed è curioso che nella dinamica del dibattito il discorso sul software e sull\'hardware sia contestato proprio da Macaluso: \"Non condivido. Nel 1977 il comunismo era già in crisi\". E legge - a riprova - l\'intervento con cui proprio in quel convegno Aldo Tortorella criticava l\'economia del socialismo reale.
GIANNI DE MICHELIS angelo maria PETRONIEppure, quando si passa alla contemporaneità c\'è spazio per un altro colpo di scena. Già, perché Tremonti ritorna al nodo della moralità berlingueriana per declinarla in questo modo: \"Il federalismo è la nuova etica civile\" (ad esser maliziosi - e lo siamo - si potrebbe dire che nel programma immaginario di un nuovo governo arruola anche la Lega). E il centrodestra? Qui c\'è persino un giallo.
EMANUELE MACALLUSO LUIGI MANCONIGià, perché Tremonti dice: \"Tra le poche cose buone fatte da questo governo ci sono la lotta al debito pubblico e gli ammortizzatori sociali\". Altro che ministro arcigno: \"Abbiamo usato le risorse che avevamo per difendere le pensioni e la sanità, che sono come l\'aria: te ne preoccupi solo quando non li hai\". Insomma ecco il programma di un governo rigorista, equo, morale, che ricorre a un personale politico di destra, ma affonda le sue radici nella storia della sinistra italiana.
Cinzia Leone e Ugo SposettiIl sottotesto politico è molto sofisticato, ma il messaggio simbolico è clamoroso: è nato il tremontismo berlingueriano, l\'ideologia perfetta di un possibile governissimo. Che tiene insieme tutti gli \"ismi\", ovviamente. Tranne il consumismo, e il berlusconismo.