1- E’ ARRIVATA LA BERLUSCONA-ONA-ONA! LA RAMPOLLA DI VERONICA SCENDE IN CAMPO, SI CIUCCIA COME UN CALIPPO IL COLLO DEL SUO TOY-BOY PATO E MOSTRA A CHI DI DOVERE (LEGGI: MARINA B.) CHE C’è ANCHE LEI PER LA SUCCESSIONE ANTICIPATA DEL PADRE - 2- SULL’IPOTESI DI ENTRARE IN MONDADORI, CHE è NELLE MIRE DI VERONICA COME CONTROPARTITA PER CONCEDERE IL DIVORZIO AL BANANA, LA CALIENTE LADY BARBARA CONFERMA LA SUA VOGLIA: \"L’EDITORIA CONTINUA A ESSERE UN SETTORE CHE MI APPASSIONA\" - 3- ANCHE IL SICULO ANGELINO JOLIE ALFANO IN CAMPO PER LO SCUDETTO ROSSONERO -

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  • FOTO MEZZELANI GMT

    1- BARBARA, L´EREDE SI PRENDE LA SCENA \"SCUDETTO CENTRATO AL PRIMO ANNO\"
    Maurizio Crosetti per la Repubblica

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    Stavolta la Berluschina non sembra proprio il diminutivo di papà. Anzi, la bionda si prende tutta la scena in tribuna, ma soprattutto sul prato dell´Olimpico, dove pare quasi di assistere alla successione anticipata del padre. «Un´emozione fortissima, sono riuscita a centrare lo scudetto al mio primo anno di Milan: spero porti fortuna al mio futuro da dirigente», dice Barbara Berlusconi prima di abbracciare e baciare Pato, fidanzato in casa e in campo. Passi da gigantessa, visto che pareva appena arrivata. Si vede che ci sta prendendo gusto.

    barbarabarbara ed uil suo campione foto mezzelani gmt

    La Berluschina era appena scesa dalle copertine, tra carezze rubate dai paparazzi e sottofondi rosa. La versione da gossip aveva però ingannato: la ragazza non è arrivata solo per i baci per il suo bell´attaccante che disegna i cuoricini con le dita. E´ arrivata, invece, per comandare. Figlia di papà anche in questo.

    Così, se papi ha appena indicato (forse) in Tremonti il possibile delfino politico, nel Milan la dinastia è più diretta e familiare, non in linea maschile ma femminile. La ragazza capisce di pallone, dicono, e ha deciso di farlo di mestiere. L´hanno affiancata a Galliani perché imparasse, e davvero Barbara lo sta facendo alla svelta. In una manciata di settimane si è fidanzata col bomber e si è sposata, sportivamente parlando, il resto della squadra.

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    Guardatela, mentre passeggia sul campo dopo la vittoria. Non vi ricorda qualcuno, solo un filo più alta e con un po´ più di capelli? Pure il sorrisone è più o meno lo stesso. Sulla voce, invece, c´è ancora parecchio di lavorare. Non è quella impostata e recitativa di papi, appare invece increspata dall´emozione.

    Ai microfoni Mediaset, giocando in casa, ha rivolto prima la frase puntata sul futuro come una spada («Speriamo mi porti fortuna»), poi s´è arrestata come vinta da un sentimento che era meglio non svelare a parole. Ci sarà tempo per imparare a non emozionarsi così.

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    Forse, la vittoria al primo colpo della Berluschina dipende anche da quella polizza scudetto chiamata Ibrahimovic: chi lo prende, poi vince il campionato. Si sa che funziona così. Anche stavolta gli è accaduto quello che dal 2002 gli riesce sempre (a parte il 2003, unica annata da zero tituli). Cioè vincere lo scudetto.

    Come, regolarmente, con l´Ajax (2002 e 2004), come con la Juventus (2005 e 2006: poi qualcuno li cancellò, ma lui li vinse eccome), come con l´Inter (2007, 2008, 2009), come col Barcellona (2010). Il piedone non segna da una vita, però nessuna sua azione si chiude nella banalità. Anche nelle insolite pause, Ibrahimovic c´è più di tutti.

    Sarà per il suo corpo onnipresente, per la sua forza bruta, oppure per gli istinti cattivi così difficili da domare: ma ieri sera Ibra si è controllato quasi angelicandosi. Gli basta esserci. Lo scudetto è la sua clausola contrattuale non scritta: ma quando Galliani è andato a prenderselo a Barcellona, legandosi alle pietre della Sagrada Familia pur di tornare a casa con lui, sapeva bene che insieme a Ibra stava portando a Milano anche il triangolino con i tre colori. Poi, per sovrammercato, si è preso pure Robinho, come quando dal benzinaio ti regalano il portachiavi dopo un pieno.

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    Stavolta, per Ibrahimovic non c´è stato bisogno di colpi di tacco acrobatici, e neppure di stangate da trenta metri, o di volate tra birilli. Non ha insultato e picchiato nessuno. L´unico colpo, però di gioia durante la festa, l´ha ammollato a Cassano, in testa, e quell´altro è rimasto con la borsa del ghiaccio sulla fronte: «Che bestia che sei, Zlatan!», gli ha ripetuto a lungo. Lì accanto, rideva una strana padroncina bionda.

    2- MONDADORI. IPOTESI ARCHIVIATA? «NO, L\'EDITORIA CONTINUA A ESSERE UN SETTORE CHE MI APPASSIONA
    Angela Frenda per il Corriere della Sera

    .......

    Mi racconti perché ha deciso di lavorare proprio nella società rossonera. «Il Milan mi ha sempre appassionata prima come tifosa e oggi da un punto di vista professionale. Questa è una realtà di rilievo per Fininvest ed è importante che ci sia la volontà di interessarsi in modo diretto al suo sviluppo» . E che dà anche grande visibilità. «L\'esposizione mediatica è del Milan e della squadra, che è al centro dell\'interesse dei tifosi» .

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    Con suo padre quando ne avete parlato la prima volta? «Da un po\' di tempo si discuteva di questa possibilità e, quando ho terminato gli studi, ho pensato alle parole che spesso mi diceva: ‘‘Se riesci a comprendere come si gestisce una società di calcio, allora sarai in grado di operare in qualsiasi altro settore\'\'. Allora ho creduto che il Milan potesse essere una realtà stimolante in cui formarsi» .

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    Lei però in un primo tempo aveva manifestato interesse per la Mondadori. Ipotesi archiviata? «No, l\'editoria continua a essere un settore che mi appassiona» . Sua madre che ne pensa di questa scelta? «Mamma è stata la mia prima sponsor. Lei, che non ha mai messo piede in uno stadio, ora sta cominciando a tifare Milan. Quantomeno si informa sui giorni in cui giochiamo, se non altro perché così sa quando deve tenermi i bambini!» .

     

     

     

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