Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Sara Grattoggi per "la Repubblica"
Una marcia cominciata sulle note di ‘I want it all' dei Queen, per scandire ancora meglio lo slogan di quest'anno: "Vogliamo tutto". Decine di migliaia di persone - 150 mila secondo gli organizzatori - ieri hanno attraversato Roma a ritmo di musica pop e house, passando per il Colosseo e il Circo Massimo, per il Gay Pride 2012. Una coloratissima sfilata dell'orgoglio omosessuale, transgender e queer organizzata da un coordinamento di oltre trenta sigle (dall'Arcigay al Circolo Mario Mieli) per dire: «Non possiamo più aspettare. Chiediamo gli stessi diritti delle coppie etero e una legge contro l'omofobia».
LO SPERMAN CHICCOUn appello ancor più urgente dopo l'escalation di violenza e intolleranza nella capitale e nel suo hinterland, con sei aggressioni nelle ultime settimane ai danni di attivisti e ragazzi omosessuali. «È ora che in Italia qualcosa cambi, per questo sto facendo una battaglia nel mio partito - spiega la deputata del Pd Paola Concia - La politica deve raccogliere il segnale lanciato da questa piazza».
gay prideE in effetti, al di là di un carro dell'Idv, ieri si rintracciavano pochissimi simboli e esponenti di partito, al massimo qualche bandiera di Sel tra le tante arcobaleno. Ne prendeva atto ironicamente un altro carro, rappresentando i politici come "Flinstones" rimasti «all'età della pietra» in tema di diritti civili per la comunità lgbtqi. «Puntiamo dritti al matrimonio e i partiti devono saperlo: se vogliono i nostri voti, devono accogliere le nostre richieste senza se e senza ma» dichiarava in chiusura dal pullman a due piani con lo slogan del Pride Andrea Berardicurti, rappresentante del circolo Mario Mieli.
gay pride«A meno che non si voglia ancora una volta lasciare la parola libertà in mano ad un Berlusconi che si ripresenta sulla scena, è doveroso per il centrosinistra sposare le rivendicazioni del movimento Lgbt» gli faceva eco Franco Grillini, responsabile diritti civili e associazionismo dell'Idv. Tantissimi i travestimenti ironici, uno su tutti quello di una coppia gay con pallone da calcio e maglia della Nazionale, protagonista di un bacio appassionato in piazza della Repubblica appena prima della partenza.
gay pride«Invitiamo i giocatori della nazionale a fare coming out, sarebbe un esempio per dare coraggio ai ragazzi omosessuali che ogni giorno subiscono episodi di bullismo nel mondo dello sport» dichiarava Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, spiegando
l'iniziativa.
Ad accendere le polemiche è stata, invece, Militia Christi, che nella notte fra venerdì e sabato aveva tappezzato via Cavour di manifesti (poi rimossi) che ritraevano Giovanni Paolo II e una sua frase del luglio 2000. «Da Militia Christi viene la solita propaganda omofoba» ha commentato il portavoce del Gay Center.