Ampezzanus Maleficus per Dagospia
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Caro Dago,
non indugerò stavolta su dettagli insignificanti come il clima, le montagne e le fighe under 40 che continuano a scarseggiare. Ho capito che non sono queste le cose che ti interessano, sei in pieno riflusso, poco gossip e tutta ciccia, ovvero i miei dettagliatissimi resoconti cortinesi. Ecco allora, senza indugio, che vado a descriverti l'ennesimo successone dei Cisnetto's, i Bonnie & Clyde delle Dolomiti.
Iniziamo a mezzogiorno con l'appuntamento all'Ufficio Postale, dove la sempre scicchissima Lella Curiel - che ha dichiarato di avere quasi 70 anni, portati benissimo aggiungo io - ha presentato il suo libro, un misto di ricette e aneddoti di una vita davvero straordinaria.
Oltre al presidente di Poste, Giovanni Ialongo, padrone di casa, era presente, con quel suo portamento "sugli attenti", Rolly Marchi, che a 90 anni è molto più lucido di tanti altri sgallettati che solcano il corso di Cortina ad ampie falcate.
LUIGI DE MAGISTRISHa raccontato aneddoti sulla Lella, come ama farsi chiamare lei, e sulla sua mamma mancata troppo presto. La Curiel, visibilmente commossa, ha ringraziato i presenti prima di farsi venire i crampi al polso a forza di autografare i suoi volumi. Anche la truppa degli amici dei Cisnetto's si è messa diligentemente in coda per la firmetta della Lella, come se fosse una rockstar.
Pranzo leggero con penne alla boscaiola, capriolo con polenta e strudel, dormo un paio d'ore nel mio pagliaio (a proposito, chissà se posso aggiungere veranda e piscina senza dover aspettare permessi vari, magari facendomi aiutare dalla Alemanna) ed è già ora di andare all'Audi Palace, dove è in programma il consueto appuntamento delle ore 18.
Sul palco, una pletora di personaggi che, effetto magico, quando salgono quei quattro gradini, si spaludano: se ti aspetti solo ingessati che si fanno stampare fervorini da ufficio stampa, ti conviene scendere a sud di circa 400 km, e imboccare l'uscita Rimini (Comunione e Fatturazione, per intenderci) perché qua alla corte dei Cisnetto's tutti sono insospettabilmente veraci, a volte anche troppo.
LUIGI DE MAGISTRISArgomenti erano il lavoro (sempre di meno), le tasse (sempre di più) e la ripresa che recentemente è stata cercata anche da quelli di "Chi l'ha visto". Gli ospiti erano Raffaele "D'Artagnan" Bonanni, sempre più polemico con i cigiellini, Claudio "Truciolo" Siciliotti (il presidente dell'ordine dei commercialisti, gemello separato alla nascita di Enzo Paolo Turchi e quindi cognato di Carmen Russo), Domenico "Merlino" Arcuri (amministratore delegato di Invitalia), Luigi "la belva" Brugnaro (presidente di Umana e di Confindustria Venezia, uno che urla come un'aquila ma si fa sentire e capire), e Giuseppe "accigliato" Bortolussi, presidente della CGIA di Mestre, gli unici artigiani che s'atteggiano a teste d'uovo degli artigiani italiani, roba che manco la Bce. Direttore d'orchestra, il maestro Roberto Petrini di Repubblica.
JALONGO POSTE LUIGI DE MAGISTRISInizia il bel ciuffo Siciliotti: "La crescita dell'Italia negli anni 60 è stata del 5,6%, negli anni 70 del 3,8%, negli anni 80 del 2,4%, negli anni 90 del 1,6%, negli anni 2000 dello 0,2%. A questa palese difficoltà si aggiunge la pressione fiscale, che ufficialmente è del 42,4%, ma in realtà è del 52-53%". In culo a chi dice che la crisi è internazionale e noi non ci possiamo fare niente.
GIANNI DE MICHELIS LUIGI DE MAGISTRISDopo di che iniziano gli interrogativi, ovviamente con scarsa possibilità di risposta: "Abbiamo il secondo risparmio privato del mondo e il terzo debito planetario. Perché col sistema di welfare che ha l'Italia, il risparmio privato è altissimo, mentre con lo stato sociale inesistente gli americani non hanno un penny da parte? Perché noi siamo iper garantiti eppure non spendiamo, mentre negli Usa non hanno rete di protezione eppure spendono senza problemi, fino a indebitarsi? Forse perché gli americani si fidano del loro governo, mentre noi no".
ILARIA DAMICOEcco, direi che non c'è molto altro da aggiungere. Però beccati la chiusa del capo dei commercialisti nostrani: "Siccome dobbiamo fare dei sacrifici, facciamoli tutti: innalziamo l'età pensionabile, il 30% dei 55-65enni di questo paese lavora, e questo è scandaloso". Io, anche volendo, in pensione non potrei andarci e mi toccherà lavorare almeno fino all'età di Rolly Marchi, ma mi piacerebbe non essere il solo a dover fare così.
GIANNI DE MICHELIS LUIGI DE MAGISTRISE senti un po' che dice Bortolussi: "Con la recente manovra correttiva la pressione fiscale in Italia salirà fino al 44,5%, diventando una delle più alte d'Europa. Questo per effetto di un federalismo fiscale imperfetto che sta aumentando il peso della tassazione sulle spalle dei cittadini". E per fortuna che con il governo del Banana avremmo dovuto pagare meno tasse.
GIANNI DE MICHELIS LUIGI DE MAGISTRISIn conclusione, beccati D'Artagnan Bonanni sullo sciopero generale indetto per il 6 settembre dalla Camusso sotto la pressione della Fiom: "Mi meraviglio che i partiti riformisti non dicano niente, ma a che serve questo sciopero generale, che poi generale non è perché vi partecipa una minoranza che è sempre più minoranza? Il 1° settembre Cisl e Uil saranno sotto il Senato a dire la propria, cioè che è tempo di tagliare fortemente i costi, che significa non solo recuperare i soldi ma la fiducia della gente che è stanca del balletto a cui assiste da troppo tempo". Insomma, tradotto per i più ingenui, Landini vaffanculo!
GIANNI ALEMANNOMa so che la tua attesa è tutta per la serata in cui Lupomanno e Giggino A' Manetta De Magistris vedovo Di Pietro hanno incrociato le spade. Ecco, devo subito dirti, per amore della verità, che i due sono stati d'accordo praticamente su tutto. Ok, essendo sindaci saranno travolti entrambi dai tagli agli enti locali previsti dalla nuova manovra - che ammontano per Roma a circa 270 milioni per il 2012, mica bricioline, e per Napoli un terzo di quelli della Capitale - è ovvio che facciano fronte "comune".
GIANNI DE MICHELIS LUIGI DE MAGISTRISPreparati, caro Dago, a rassodarti il culo sulle buche capitoline, perché non credo che ci saranno molti soldi per ripararle. Comunque i due salgono sul palco davanti a una platea ancora una volta sterminata (ma secondo te Fra' Cisnetto li ipnotizza? Come fa ad avere sempre la sala piena che si parli di politica o di economia, di scienza o di cultura?) e partono in quarta contro la manovra del Banana. E, soprattutto, contro il tuo amico Tremendino.
Inizia Lupomanno (che afferma di aver detto queste cose a Tremolino Tremonti di persona, in modo anche piuttosto duro): "Quello che invece va ridiscusso profondamente sono da un lato i tagli agli enti locali che sono insostenibili, e dall'altro lato i contributi di solidarietà che colpiscono il ceto medio e chi paga già pesantemente le tasse. Ci sono molti rimedi per fare queste modifiche. Si può parlare di un aumento di un punto dell'Iva, non sui generi di necessità ovviamente, si può parlare di una piccola patrimoniale, dell'aumento dell'età pensionabile o della riduzione delle pensioni di anzianità. Però tutto questo va concertato".
GIANNI ALEMANNORieccolo l'Alemanno di lotta! De Magistris invece è più serafico e fa sorridere la platea quando racconta che al suo ingresso nell'ufficio del primo cittadino partenopeo "non funzionavano neanche le penne". Caro Dago, te lo vedi Giggino che cerca di apporre la firma su un modulo e non ci riesce, tenta col fiato, perfino con l'accendino per scaldare l'inchiostro ma niente, la penna fa cilecca e il sindaco è costretto a vergare col sangue.
GIANNI ALEMANNOOk, scusa, mi sono preso una breve digressione, ma cerca anche di capire me. Comunque, andiamo avanti. Sempre Giggino racconta una cosa che fa rabbrividire la platea: lo sai che costerà meno alle casse napoletane portare i rifiuti su un barcone in nord Europa che a Giugliano, a cinque chilometri da Monnezzopoli? Non lo trovi agghiacciante?
FAUSTO E LELLA BERTINOTTIIo, caro Dago, di fronte a queste cose provo ancora adesso un senso di vergogna e di disagio. Smetto di fare il cazzone per raccontarti che pare, e sottolineo pare, che Roma non rischi di fare la fine di Napoli, nonostante Malagrotta sia al collasso. Speriamo in bene.
Ma rieccomi ancora in veste di spiritosone a dirti l'ultima perla di Lupomanno: "Sono per l'abolizione delle Province, che non solo costano ma sono spesso un passaggio in più nel passaggio di una decisione dal Comune alla Regione. E la proposta di Formigoni a proposito delle sette macroregioni è seria, permetterebbe un'autonomia più efficace".
FAUSTO E LELLA BERTINOTTIInsomma, ecco il programma che unifica i due sindaci due: semplificare le Regioni, abolire le Province, adottare un discorso premiale per l'aggregazione dei Comuni. Sul palco gli atteggiamenti "vasa vasa", dandosi ragione su tutto o quasi, si sprecano. Perché per Giggino non esiste il ruolo di amministratore locale senza dialogo anche con l'opposizione.
In platea si sente odore di nuovo e ci si spellano le mani (cinque minuti di applausi) quando Aledanno, dopo aver confessato di essersi battuto per un altro candidato che non fosse Lettieri, dice al collega "adesso mi batto perchè tu riesca a salvare Napoli", e l'ex magistrato si alza di scatto e gli stringa calorosamente la mano. Scena da immortalare.
DOMENICO ARCURI SERGIO LUCIANOInfine, il Miramonti - pardon, Villa Arzilla - dove il Farfallone Amoroso Sergio Luciano ha condotto un incontro con Mazzuca e Marchetti Tricamo. Il titolo, "storie d'Italia", spiegava già molto dell'argomento del dibattito. Mazzuca s'è prodotto in "Sangue romagnolo", romanzo storico sul Duce e i suoi tre amici per la pelle, Bombacci, Arpinati e Nanni, che l'editore Minerva ha stampato con due sovracoperte, una nera e una bianca, per scimmiottare Ken Follett e forse, con quella nera, ammiccare ai nostalgici. Invece Marchetti, con Maiorino e Zagami, ha aggiornato e rieditato "L'Italia s'è desta, la vera storia dell'Inno di Mameli". Il farfallone temeva che ci fosse da destare la platea, visto che si temeva la concorrenza del duo Lupomanno-Manetta. Invece un sacco di aficionados si sono riuniti, e non c'è stato neanche bisogno di destarli, forse perchè quando i tempi sono cupi ripensare alla storia è sempre meglio, se poi è storia di sangue o di simboli tanto meglio.
DANIELA SCOTTI E DANIE LA DAMICO DOMENICO ARCURIMa ora basta chiacchiere melodrammatiche caro Dago, è tempo che io vada a riverniciare la staccionata, che con quello che mi paghi tu devo fare cinque mestieri. Non prima di averti raccontato l'ultima: Lupomanno e Manetta cheek-to-cheek al Miramonti a mezzanotte, tra un bicchiere di prosecco e noccioline. Con contorno di Alemanna (nel senso di Gabriella), di Buzzetti capo dei costruttori italiani (Aledanno gli chiede di terminare la più presto i lavori in via Condotti) e di Capotosti (presidente emerito della Corte Costituzionale). Amen.
Hasta Luego
tuo
Ampezzanus Maleficus