VIDEO: SGARBI: "ECCO PERCHE' BERLUSCONI HA LE ORECCHIE GRANDI": http://video.corriere.it/sgarbi-ecco-perche-berlusconi-ha-orecchie-grandi/da7d3f0a-4d83-11e1-bd39-8bec83f04289
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Mattia Feltri per "la Stampa"
VITTORIO SGARBI VITTORIO SGARBIDi solito funziona così: spunta una donnona con scollatura maestosa, ne spunta una seconda, una terza, e poi di certo apparirà come immagine mistica Silvio Berlusconi. Se dalla terza si sale alla quarta e alla quinta, state certi che dall'alto dei cieli calerà anche Vittorio Sgarbi.
Ieri è accaduto nella più solenne delle solenni stanze di Montecitorio, quella del Mappamondo gremita di abruzzesi a cui prudevano le mani dall'eccitazione di vedere lì, ospite d'onore, un celebre figlio della loro terra: l'onorevole Antonio Razzi. Dall'Abruzzo partì giovane - al pari di un Benedetto Croce, di un Ignazio Silone - per andare incontro a una vita laboriosa, come ha detto Silvano Moffa che di Razzi è il capogruppo in Popolo e Territorio, evoluzione dei Responsabili.
SPETTATORE CON PANAMAInsomma, che è successo? Be', questo Razzi, noto ai cronisti e ai lettori di politica per essere improvvisamente passato ai Responsabili dall'Italia dei Valori nella indimenticabile giornata del 14 dicembre 2010, quella del golpe fallito da Gianfranco Fini e della nascita della stella di Domenico Scilipoti (ieri presente con una competitiva semicapigliatura catramata), ecco, questo Razzi presentava la sua biografia titolata Le mie mani pulite (il Borghese editore).
UN PASTORE SVIZZERO FANS DI RAZZIE le mani saranno senz'altro linde, e per di più c'era Berlusconi a confermarlo, sicché truppe di fans si sono riunite nella Sala del Mappamondo, come si è detto gli abruzzesi febbrili per Razzi, i pidiellini spiritati per il carnale manifestarsi del capo.
Sgarbi è sorto con sublime ritardo seguito da una scoppiettante combriccola. Nell'ordine c'erano una certa Carmen Castellani da Montecarlo, alta uno e novantaquattro secondo gli accreditamenti di Sgarbi. «Non è vero, sono uno e settantotto a piedi nudi», precisava la ragazza. Era venuta alla presentazione della biografia di Razzi perché si sente «una cittadina del mondo». Seguiva Tania Riccò, assessore alla Legalità di Salemi, come Razzi già dell'Idv, movimento abbandonato, ricorda Sgarbi, poiché Antonio Di Pietro si oppose alla nomina della ragazza a vicesindaco.
TAVOLO DEI RELATORI SILVIO BERLUSCONI«E' soltanto perché è prosperosa», dettagliava Sgarbi all'ombra della traboccante dote. La Riccò era salita a Roma per un così curioso appuntamento perché si considera «un battitore libero». Chiudeva la brigata una non notissima ma esorbitante pornostar, Vittoria Risi, molto nota nel web per le abbondanze: «Sono ammirata da questo Razzi, è uno che si è dato da fare». Già, nessuno dei tanti cervelloni presenti era stato capace di inquadrare la situazione meglio della Risi. La quale, comunque, transitava nelle sacralità del legislativo soltanto per stare avvinta a Sgarbi: «E' un uomo che mi arricchisce».
SILVIO BERLUSCONICapirete, è tutto passato in secondo piano. Berlusconi non aveva una gran voglia di celebrare la biografia, sebbene fosse una novità assoluta che Razzi ne possedesse una, e però bastavano la presenza e la gratuità del gesto. Dall'incontro è uscita un'aneddotica scarna.
UN PASTORE SVIZZERO FANS DI RAZZIRazzi giovanotto che a Giuliano Teatino va al bar a vedere Carosello, e il privilegio gli costa una consumazione, la più economica, una gazzosa. Razzi cresciutello che va a lavorare a Emmenbrücke nel Canton Lucerna, Svizzera, portando con sé il sogno di una Vespa, e lo realizzerà. Razzi parlamentare ormai poco incline all'italiano - troppi anni a parlar tedesco - che quando in aula non capisce si rifugia nelle spiegazioni di Maurizio Paniz.
Berlusconi era piuttosto nervoso perché Sgarbi aveva nel frattempo accennato con perfida ambiguità alla grandezza delle sue orecchie, intese come organi atti ad accogliere i desideri e le lagne di mezzo mondo ma anche vaste come cotolette alla milanese.
RAZZI BERLUSCONI E MOFFA PAOLO BONAIUTIEcco, non fosse stato per le esuberanze (e le intemperanze) di Sgarbi (« Le mie mani pulite non è un mio titolo, i miei titoli sono più belli, una volta per una mostra sull'omosessualità avevo proposto Vade retro , ma mi dissero di no...»), la faccenda sarebbe stata molto sbrigativa, molto dovuta, tendente al tristanzello.
Anche se poi il pericolo è sempre quello di finire nei soliti vicoli, e infatti mentre Sgarbi paragonava i miracoli suoi e di Berlusconi a quelli di San Filippo Neri, e si concedeva un'incursione nel concetto di aldilà, il nostro ex premier coglieva l'occasione per sigillare il pomeriggio: «Nell'aldilà c'è il Bunga Bunga».
NINO BENVENUTI