Ampezzanus Maleficus per Dagospia
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Caro Dago,
ho già fissato il biglietto di ritorno da Cortina (anche se non ti dico per dove, rischierei di tradire il mio riuscitissimo travestimento da begonia). Martedì 30 è il giorno prescelto per abbandonare le Tofane, ma fino ad allora non penserai mica di sfuggire ai miei dettagliatissimi reportage, eh? Sarebbe impossibile, e ora che Pizzi è partito dopo aver clamorosamente sputtanato Montezuma e la sua cura (a due ruote) per l'ultimo rampollo, tocca a me tenere alto il nome dei reporter d'assalto.
Quindi, senza indugio, vado a raccontarti quanto avvenuto ieri nella tana di Fra' Cisnetto, quell'Audi Palace che sarebbe una serra a tutti gli effetti se i Cisnetto's, ormai sostituitisi a tutti gli effetti all'Onnipotente, non avessero deciso di accendere l'aria condizionata che ha permesso la conservazione della platea.
Il primo incontro, quello pomeridiano delle 18, ha visto protagonisti due "ex". Sergio Chiamparino, già sindaco di Torino - ma a lui non piace, si sente defunto - e Fausto Bertinotti, presidente della Camera nell'esperienza non particolarmente longeva del Governo Prodi, si sono confrontati sul tema dei temi: esiste ancora una sinistra? E, se sì, che cosa può fare per riuscire a unirsi almeno in questo momento di crisi in cui, come dicono all'unisono i due protagonisti, molti dei temi in questione, uguaglianza sociale in primis, sarebbero capisaldi della sinistra.
Eppure? Eppure sono lì a rimboccarsi le maniche e a fare la ceretta allo yeti e non ci pensano minimamente a proporre, fare, brigare, inventarsi qualcosa di nuovo. Insomma, mutuando gli indignados spagnoli, "fate silenzio, potreste svegliare la sinistra".
D'altronde, che ci sia rassegnazione sulla sorte di Bersani e compagni trapela dalle parole di Bertynights, che definisce la gauche nostrana "come l'Araba Fenice, molti pensano che ci sia, ma nessuno sa dove sia. Anzi, è morta".
Mario Moretti Polegato ADSCaro Dago, non ti sfuggirà un pizzico di malinconia nelle parole del subcomandante Fausto, estromesso - indegnamente aggiungo io da vecchio bolscevico - dalla Camera dopo anni e anni di militanza dura, pura e intelligente.
Troppo partigiano? Hai ragione, ma non riesco a mascherare le mie emozioni. Insieme ai due sopra citati, sul palco c'erano Fra' Cisnetto e Giovanni Valentini, il golfista che a tempo perso scrive dalle colonne di Ripubblica editoriali di fuoco contro il Banana e scherani vari.
Insomma, un bel parterre, non ti pare? Bertynights picchia come un fabbro (o un metalmeccanico, scegli tu) sui suoi ex colleghi progressisti: non sarà mica sinistra quella che si vede oggi a Montecitorio, "a meno che per sinistra non si voglia intendere una o più nomenclature, forze politiche organizzate solo per prendere voti, perché in quel caso esiste ancora".
Sergio ChiamparinoGli fa eco Chiamparino, in splendida forma dopo aver mollato le chiavi di Torino a Grissino Fassino ed essersi messo a fare il nonno a tempo pieno. Sportivo, per di più, visto che racconta felice di aver ripreso l'amata bicicletta. "L'analisi di Fausto è certo radicale e impietosa ma fondamentalmente giusta. Quello che manca in tutta Europa è appunto la politica, e dentro questa carenza generale c'è l'assenza della sinistra. Nelle dinamiche politiche residue emergono solo gli elementi del populismo e delle tecnocrazie, nell'esasperato tentativo di difendere quel che si ha".
MAUInsomma, de profundis e tutti a casa? Sì, almeno per quanto può sentire il pubblico. Ma ascolta che chicca ho raccolto per te grazie al mio ultimo travestimento (vassoio per tartine): mentre Fausto e Sergio sbocconcellano pizzette e salumi in attesa dell'ennesima intervista a Sky degli ospiti cisnettici, ecco che Chiamparino lancia un'idea. Perché non immaginare un manifesto della sinistra a cui aderiscano tutti coloro che si riconoscono in questi valori?
Lina Sotis MARIndipendentemente dalle convinzioni sulle singole 'issues' (ti piace, di' la verità, questo stranierismo), perché non creare un tavolo di concertazione progressista? Fausto sembra entusiasta, addirittura Fra' Cisnetto fornisce ai due un taccuino su cui annotare i primi punti. Come sarà andata a finire? Ah, saperlo..., appena si sono accorti di me mi hanno dato un calcio in culo e mi hanno messo fuori.
Giovanni ValentiniPerò ho fatto in tempo a portare a casa la "chicca numero due" (poi non dire che non ti penso). Chiamparino lancia una doppia bomba: se la giunta Cota dovesse essere annullata dal Tribunale e si dovesse tornare a votare, indovina un po' chi si candiderebbe per il posto che fu della Bresso? Hai detto Chiamparino? Indovinato. Però, vecchio gianduiotto d'un Dago, se sei sveglio!
Lella Curiel MARMi faccio una macedonia di cervo ed è già ora di tornare al Pala. Sul palco si parla di moda e di mode, di buon gusto e di cafonaggine. Mi siedo e ascolto, insieme all'Amedeo nazionale, Stefano "buonumore" Zecchi, in forma strabiliante, Cesarona Buonamici, Lina "jet set" Sotis e Lella "forbici e metro" Curiel. Peccato non ci sia Lella Bertinotti, rimasta al Miramonti per una fastidiosa allergia ai farmaci (viaggia con le stampelle).
Letizia Leviti ADSA qualche pirla sembra che la Sotis si scagli contro le scollature troppo azzardate più per invidia che per impartire una lezione di stile. Ma non è così: ha perfettamente ragione, ci sono troppe tette cafonal in giro. Comunque la serata passa tranquilla, e tra il pubblico accorso numeroso individuo subito il fan più affezionato: si tratta del cagnone di Cesara Buonamici, che in prima fila segue attento le mosse della sua padrona. E non si perde una virgola.
Gideon Meir e Cesara Buonamici con il caneMa non è finita, il giorno dopo (siamo a venerdì 26), ho assistito personalmente a una nuova invenzione, un nuovo brevetto che permetterà agli imprenditori veneti di diventare ancora più ricchi. No, caro Dago, non sono vittima di un'insolazione: Mario Moretti Polegato, che ha preso le scarpe e le ha bucate per farci respirare meglio i piedi (e ha messo da parte tre miliardi di euro, tanto che è il sesto uomo più ricco d'Italia) si è presentato sul palco dell'Audi Palace con dei pantaloni verdi stile catarifrangenti, buoni per quando ti si buca una gomma in autostrada nottetempo, che può fare a meno del giubbotto d'ordinanza.
Fausto BertinottiInsieme a lui, Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta, un'azienda che ha aumentato il numero di dipendenti in nove anni di circa cento volte...e che per di più vuole andare in Borsa a febbraio! Niente male, vero? E giù le solite bordate contro i politicanti, le ricette da "partito degli imprenditori", "ma quest'Italia ce la può fare a condizione..." e gli applausi contro la casta: nessuno che voglia scendere in campo direttamente, ma la casta ha proprio stufato.
Fausto Bertinotti e Sergio ChiamparinoInfine, alle 18 di venerdì, parliamo un po' di terrorismo che non fa mai male. Sono passati quasi dieci dall'11 settembre. Una volta ucciso Bin Laden, che resta di Al Qaeda? Siamo al sicuro? Hanno provato a rispondere Andrea Angeli, ex portavoce Ue in Afghanistan che indica come residenza Kabul; Letizia Leviti di Sky a condurre; Fiamma Nirenstein sempre più agguerrita (le manca solo l'elmetto); l'elegantone Antonio Caprarica e il generalissimo Carlo Jean. Che scorpacciata di attualità e di temi caldi. E ancora non sai che ti tengo nascosto il meglio... Sono un po' sadico ma ne varrà la pena, vedrai!
Fabio Franceschi ADSFuori sacco: colazione molto meneghino-veneziana dai Brion (ci sono i Perricone, i Puri-Purini, i Coin, i Concina, i Tabacchi, Pietro Marzotto) e cena molto romana dai Gherardi (ci sono i Benedettini, i Chiariello, i Carfagni, i De Felice, i Monticelli). Tanto per non farti mancare la mondanità a te tanto cara.
A domani, caro Dago, sapendo che siamo agli sgoccioli di una lunga stagione cisnettiana davvero notevole.
Tuo
Ampezzanus Maleficus