Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
SILVANA PAMPANINI1- OPERA ROMA: MACBETH ACCENDE LA STAGIONE LIRICA APPLAUSI PER MUTI E STEIN, PRESENTE NAPOLITANO...
Maurizio Giammusso per l'ANSA - Con una forte e sanguigna edizione del ''Macbeth'' di Giuseppe Verdi si e' aperta questa sera la stagione lirica dell'Opera di Roma. Sul podio Riccardo Muti completamente a suo agio con una partitura che ha diretto piu' volte e in un teatro, dal quale ha accettato di recente la nomina a ''Direttore onorario a vita''. La regia del dramma e' affidata al tedesco Peter Stein, uno dei maestri riconosciuti della regia europea, famoso per spettacoli-monumento come 'I demoni'.
Applausi per tutti, ma un calore particolare per l'ingresso in sala del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel palco Reale sedeva fra la moglie Clio e il sindaco di Roma Gianni Alemanno, presidente del Teatro dell'Opera. Presente anche il neo ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi, alla sua prima uscita nel mondo della musica. Al termine di una maratona musicale di quasi quattro ore, il pubblico ha tributato a tutti gli artisti un applauso molto intenso.
SERVITORI DELLO STATO GALEAZZI DI PAOLA E2- L'INNO DI MAMELI PER IL PRESIDENTE NAPOLITANO...
(ANSA) - Come accade ormai sempre quando in un teatro c'e' il presidente della Repubblica, il maestro Riccardo Muti in segno di omaggio ha suonato con la sua orchestra l'''Inno di Mameli'', prima che si aprisse il sipario sul ''Macbeth'' di Giuseppe Verdi. Si tratta di una versione un po' accelerata dell'Inno, che caratterizza il gusto e l'arte di Muti. Questa volta, tuttavia, il coro non ha cantato l'Inno, come e' avvenuto in altre occasioni. E neanche in platea nessuno si e' lanciato nel canto ma tutti sono scattati in piedi alla prima nota.
3- RICCARDO MUTI SI LANCIA CONTRO I MORALISTI CHE CRITICANO LA POLITICA MA EVADONO LE TASSE
Luigi Mascheroni per "Il Giornale"
Niente da dire. Come usa la bacchetta Riccardo Muti, non c'è nessuno. Per dirigere, e per tirare una staffilata sulla bocca a quelli che... l'Italia è impresentabile e corrotta. E per poterlo dire meglio, loro che sono la coscienza morale e la faccia pulita del Paese, prendono la residenza all'estero per evadere le tasse. Vicini all'Italia, ma lontano dal fisco.
SIGNORA BOTOXATA PUJA JERMIIntervistato ieri dal giornalista Armando Torno su Radio 24, Riccardo Muti parlando del premio «Paolo Borsellino» appena conferitogli ( e che gli sarà regolarmente tassato, così come il Premio Birgit Nilsson, il «Nobel della musica», consegnatogli quindici giorni fa a Stoccolma, del valore di un milione di euro, praticamente dimezzato dallo Stato italiano), si è scagliato contro i suoi colleghi che criticano la nostra classe politica, ma hanno la residenza fiscale all'estero: «Molti miei colleghi, direttori, registi e cantanti non hanno la residenza in Italia; è una loro scelta e ognuno è libero di fare quello che vuole. Però non sopporto chi poi polemizza contro la politica e i ministri. Non si può tenere la residenza fuori dall'Italia e sputare sul proprio Paese».
RICCARDO MUTIRiccardo Muti è un Maestro, e come tutti i maestri per eleganza ha preferito non aggiungere nomi alla sua già di per sé esplosiva dichiarazione. Comunque, dietro alla generica espressione «colleghi »s'intravede una pletora di moralisti a partita doppia, con la residenza fiscale a Montecarlo e quella politicamente corretta in Italia. In effetti da Luciano Pavarotti in giù, il mondo della cultura e dello spettacolo (e dello sport...) conosce una gloriosa tradizione nel nobile passatempo di fare gli indignati con il salario degli altri.
RICCARDO MUTI E MOGLIESono gli intellettual-vip che si dicono schifati di un governo che taglia i fondi alla Cultura, che non dà lavoro ai giovani, che non tutela i pensionati, che ormai non si riesce ad arrivare alla quarta settimana... e poi «Scusi,il mio cachet per la serata quanto ha detto che è?... Quarantamila?Bene, bene...». E certo che va bene. Lavori in Italia però risiedi fiscalmente a Montecarlo, o in Svizzera. Tutti esterofili ed esentasse.
Il Maestro Muti parlava «in generale», è chiaro. Di certo non pensava - ad esempio - a quel direttore di orchestra che ha un indirizzo a Zuoz, nei Grigioni (ma che di sicuro paga le tasse in Italia), o all'altro che ha un appartamento nel Principato (ma che di sicuro paga le tasse in Italia), o quel mezzo soprano che si esibisce in Costa Azzurra (ma che di sicuro paga le tasse in Italia), o quella popstar che vive a Dublino, e quella che ha una villa sopra a Montecarlo (ma che di sicuro pagano le tasse in Italia). Sicuro? Muti è uomo di poche parole.
pucci melitoMa ogni parola è una sentenza. L'avesse detto chiunque altro, sarebbe apparso un qualunquista. Detto da Muti - che conosce bene il suo mondo quel«Non si può tenere la residenza fuori dall'Italia e poi sputare sul proprio Paese» suona come un «Prima di sentenziare sulla moralità degli altri, colleghi, pensate alla vostra». Direttori, registi, cantanti. Politicamente evasivi, fiscalmente evasori. Artisti che lavorano in teatri e in stadi italiani, pagati con soldi pubblici o con i biglietti dei privati. Mantenuti dai contribuenti, ma che di contribuire hanno poca voglia. Tutte celebrità per le quali, a causa di certi politici, c'è da vergognarsi a dire di essere italiani. Soprattutto al fisco.
pucci melito