Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
1 - IL VIDEO DEL "COMIZIO" DI SANTORO A MARINA DI PIETRASANTA...
Dal sito del "Fatto Quotidiano"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/11/il-futuro-di-santoro-comizi-damore/156850/
2 - DAGOREPORT
Madonna che silenzio c'è stasera! Alla festa del Cetriolo Quotidiano, dove si annuncia il tentativo di Santoro di fottere una volta per tutte la tv generalista, Raiset e le paure di Telecom-La7, ci vanno solo gli inviati della ‘Stampa' e del ‘Giornale'. Vorrà dire qualcosa?
Se aleggiava qualche dubbio sull'insostenibile pesantezza del duplex "Il Fatto"-Santoro, dopo la tre giorni sotto le querce della borghesissima Versiliana, è stato fugato con gli interessi.
Sulla festa del giornale di Padellaro-Travaglio sia il prossimo programma di Michelone-one-one, non essendo alle dipendenze dei Passera, Della Valle, Elkann, De Benedetti, Caltagirone e padroni a scelta, è scesa una saracinesca di silenzio.
Eppure sul palco del "Fatto" sono saliti tipini come i bombardieri Landini e Flores d'Arcais, l'irresistibile prete-à-porter Don Gallo, per non parlare di magistrati del calibro di Giancarlo Caselli, Francesco Greco e Piercamillo Davigo. Ebbene sui grandi giornali nazionali, nisba, manco una riga.
TRAVAGLIO GRECO E RUOTOLOEppure la folla che abbiamo visto nel parco di una cittadina perfettina, culla della borghesia più grassa, che con i nostri eroi c'entrava davvero poco, era sorprendente. Alla rappresentazione teatrale (a pagamento) di Travaglio e Isabella Ferrari, intorno a Montanelli e al miglior libro di Marcolino "La scomparsa dei fatti", ormai in possesso dei ritmi attoriali, gente in piedi e maxi-schermi fuori.
SILVIA TRUZZIIdem con patate per Santoro che ha sciabolato per un'ora e mezza, a braccio, uno show gonfio di quel populismo e grondante di quella retorica che è il primo presupposto necessario per sedurre la folla.
Tra un calciinculo e una testata, da Bersani al Banana, da Stella a Lerner-Mentana ("In Borsa il titolo de La7 schizza in alto quando si sa della trattativa, e tu cosa fai? Mi chiedi la scaletta? Ma allora ridateci Mauro Masi, che almeno fa ridere..."), ebbene Santoro ha citato Dagospia che ha rivelato come il ‘no' a La7 sia arrivato a Bernabè tramite Berlusconi (attraverso Confalonieri prima, Cesar Alierta, prima azionista di Telecom Italia, poi).
SANTORO PADELLARO TRAVAGLIOMa questo è solo l'inizio: a fine ottobre, quando andrà in onda "Comizi d'amore", nello stesso giovedì che l'ex amico Formigli ha "usurpato" su La7, la cortina di silenzio scenderà ancor pesante. E senza la tutela legale di qualche emittente come Rai e La7, partirà il tiro a bersaglio grosso...
3- SANTORO: DATEMI 10 EURO PER I "COMIZI D'AMORE"...
Paolo Colonnello per "La Stampa"
Dopo L'Anno Zero di Rossellini, Michele Santoro punta sui «Comizi d'amore» di Pier Paolo Pasolini. Eccolo dunque il titolo della nuova trasmissione del conduttore televisivo più amato/odiato d'Italia, annunciata davanti a una platea di quasi 4 mila persone radunate sotto le fronde della Versiliana alla festa del Fatto Quotidiano, probabile partner della nuova avventura santoriana insieme ad altri imprenditori editoriali, come Sandro Parenzo e Etabeta. «Sono alla ricerca di una mia nuova identità», spiega il conduttore al pubblico e ai giornalisti «di destra, sinistra, di centro e di sotto i tavoli». Ma si capisce che da grande Michele Santoro farà ancora e semplicemente s'è stesso. Più in libertà, però.
TELESE CORRIAS DAGOSTINOLa sede c'è già, in via Angelico, quartiere Prati, Roma dove oggi arriveranno primi mobili anche se il progetto non è ancora definitivamente chiuso, si aspettano firme di contratti, adesioni e messa a punto degli ultimi dettagli ma l'idea, nata dagli esperimenti d Bologna (Rai per una notte) è precisa: un programma libero, che non possa essere messo fuori gioco da «editti bulgari» di ogni genere, non sia schiavo «del mercato» e dia voce a una pubblica opinione «che non ha voce ma che esiste e che ha voglia di dire a Berlusconi basta, è finita, vai fuori dalle balle» e alle opposizioni «ma dove cavolo state?». Ed è standing ovation.
UNA PAPARAZZAAlla base del programma, un format vendibile a chi lo vorrà, un azionariato diffuso che verrà chiamato «servizio pubblico» e al quale si potrà partecipare con una quota base che potrebbe essere fissata a dieci euro. «Indicheremo una società alternativa alla società italiana».
Perché Santoro ne ha per tutti: per Berlusconi, ovvio, ma anche per l'amministratore delegato di La Sette, Stella, per i «bravissimi colleghi» Mentana e Lerner (rei di essersi intromessi nelle trattative), per i dirigenti della Rai che lo hanno epurato definitivamente dopo un anno di battaglie e sottili boicottaggi (il contratto per il disegnatore satirico Vauro, per esempio, venne firmato solo la penultima puntata).
ROBERTO DAGOSTINO LAURA URBINATI MARCO TRAVAGLIOI tempi stanno cambiando anche nel mondo dell'informazione e Santoro vuole cavalcare questo cambiamento proponendo un progetto tutto nuovo: non più in onda sulle televisioni generaliste ma in streaming su Internet, in network su piccole televisioni locali e in chiaro su un canale Sky. Ancora non si capisce se sarà solo un programma o una vera e propria televisione «all news», magari sotto l'egida de Il Fatto.
SANDRO RUOTOLO MARCO TRAVAGLIOPer ora si parla di collaborazione, poi si vedrà. Di certo Santoro non ha rinunciato del tutto alla Rai «che è un servizio pubblico ed è nostra perché siamo noi che la paghiamo». E intanto confida su collaborazioni sicure: «Sono andato in ginocchio da Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi, Adriano Celentano», che saranno gli «special guest» della trasmissione.
PIZSantoro, per dare un'idea di come potrà essere il sui nuovo programma, che ancora non si sa quando inizierà (ma sicuramente in autunno), parte da lontano, dall'attacco alle Torri Gemelle, per dimostrare come con l'essere «tutti americani» si siano perse di vista prospettive diverse e capacità critiche uniformate in una più generale perdita di libertà di informazione nell'intero occidente in nome della «paura». Ed è ora di ritrovare coraggio: «Se riusciremo a far vivere sul digitale e sui canali Sky che ospiteranno la trasmissione questo progetto e se milioni di persone saranno lì, allora noi ci saremo avvicinati alla possibilità di trasformare la televisione italiana».
DON GALLO