Ampezzanus Maleficus per Dagospia
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Caro Dago,
Immagino tu stia aspettando il mio resoconto su Montezuma, ma visto che nei giorni precedenti ti sei sempre lamentato per la mia prolissità, non vorrei soddisfare la tua curiosità. Partirò quindi raccontandoti della flora e della fauna ampezzana, del Cristallo che la sera diventa rosso, dei canederli che come li fanno qui nessun altro in Italia...ok, mi sono annoiato da solo.
Ma, piccola penitenza, nel raccontarti la bella (in tutti i sensi) giornata di ieri, inizierò dalla coda, da Aldo "so tutto io" Cazzullo e dal suo spettacolo sull'Italia unita. Sono piccole soddisfazioni, caro Dago, che a sette giorni dalla mia partenza dalla Cortina tutta d'un pezzo voglio togliermi.
"Viva l'Italia", titolo della piéce ideata da Cazzullo, è una celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Della Resistenza che, come tiene a precisare, "non è roba da comunisti" (pare che Pizzi sia furibondo) e del Risorgimento che "non è roba da liberali, visto che partecipò anche il popolo".
Cazzullo non recita, legge, fa il Virgilio, guida il pubblico mentre gli attori, quelli veri, si fanno un culo così e ottengono alla fine una vigorosa stretta di mano dall'Aldone che rimane fino a mezzanotte a firmare i suoi libri e a baciare tutti quelli che vadano a salutarlo (ma solo se hanno in mano il prezioso volume, se no, pedalare...).
Ok, ti ho tormentato anche troppo. Eccoti Montezuma, in forma smagliante e cervello smagliato, che arriva sul piazzale della stazione e viene attorniato da una folla che sembra eleggerlo per acclamazione Gran Visir d'Italia. Mima anche una colluttazione con Pizzi che ride felice (mah, dopo una querela a Dagospia da due milioni di euro).
L'Audi Palace è talmente pieno che qualcuno senza posto dà di matto e viene portato via dalla polizia per accertamenti. Luchino nostro si siede in compagnia di Cisnettone e di due ricercatori Telethon per raccontare il suo progetto di solidarietà che in 21 anni ha raccolto oltre 300 milioni di euro. Ma dopo mezzora, i due vengono tanto gentilmente quanto risolutamente allontanati perché Montezuma muore dalla voglia di parlare di politica.
Sarà la volta buona che annuncia l'habemus partito? Pronti via, Cisnetto prova ad aprire bocca ma Montezuma, assiso sulle sue poltrone Frau, non lo lascia neanche iniziare. "So già quello che vuoi chiedermi, quindi lascia che parli direttamente, non ho niente di scritto e se mi interrompi perdo il filo".
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO MARIO BENEDETTOEccoti qualche passaggio del monologo di Luchino: "Questo è un Paese straordinario ricco di eccellenze in tutti i settori. Credo che per quello che rappresenta, non meriti di trovarsi nella situazione in cui si versa in questi anni. Ma ha bisogno di una grande operazione verità, perché gli ultimi anni sono stati per l'Italia un fallimento".
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO EIn culo a maggioranza, opposizione, destra e sinistra. Anche perché Luchino ha voglia di entrare in politica. Non lo dice apertamente, perché è troppo furbo per farlo; ma lo si capisce lontano un miglio che non vede l'ora di insediarsi a Palazzo Chigi. Ascolta un po' che dice: "E' possibile un'offerta politica nuova, da qui a un anno e mezzo, è possibile che alcune persone che hanno avuto molto decidano di impegnarsi in politica".
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO FRANCESCO FANTI ENRICO CISNETTOE secondo te a chi fa riferimento, oltre che alla Minetti? E incalzato da Cisnetto (tornato Frate per un giorno per la pazienza francescana mostrata col Montezuma) sulla "discesa in campo": "Montezemolo - ha detto parlando di sé in terza persona, ma chi cazzo si crede di essere, Giulio Cesare? - ci sta riflettendo molto, ma per fortuna di Montezemolo ce ne sono molti".
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO CON FIGLIA E CANECisnetto evoca il "partito che non c'è", gli dice papale papale che se ha intenzione di farlo lui lo deve dire chiaro e tondo, ma Luchino oltre non va. Tradotto in italiano il suo discorso suona così: "l'intenzione di farlo, il partito nuovo, c'è, ora vediamo se ce ne sono le condizioni". Della serie, io non voglio rischiare.
Ha voluto fare anche lo spiritoso, Luchino, con risultati altalenanti. Per esempio, caro Dago, lo sai per che cosa è famoso il Brasile? "Per le favelas, il calcio e, per alcuni di noi, per le belle donne". D'altronde, con quel pisellone da mandingo che ha sfoderato qualche anno fa sul suo yacht, vuoi che non si sia fatto una gitarella a Rio per conoscere qualche bella carioca?
Poi è il momento di analizzare la congiuntura politica ed economica che l'Italia sta vivendo: "Ci siamo sentiti dire dalla maggioranza che tutto andava bene, e che saremmo usciti dalla crisi senza difficoltà; dall'opposizione invece ci hanno detto che tutto il problema era Berlusconi e che, caduto lui, saremmo ripartiti a razzo".
Eh sì, caro Dago, non si risparmia nessuno. Qual è la ricetta di Montezuma per uscire dalla crisi? Perché una, lui ne ha addirittura tre, e la platea dell'Audi Palace diviene tutta eccitata come neanche con Cicciolina. "Primo: occorre finalmente affrontare e ridurre il debito pubblico che ci uccide; secondo: bisogna avere una macchina-Italia che nel suo complesso costi meno, perché chiunque sia il pilota, anche Nembo Kid, oggi non sarebbe in grado di farla arrivare ai primi posti.
Terzo: bisogna togliere i vincoli alla crescita dell'imprenditoria, soprattutto privata. C'è bisogno di togliere un tappo, per dare gas all'imprenditorialità degli italiani. Non a caso nessuno investe più da noi, è tutto troppo difficile. Anche perché ci sono ancora troppi monopoli che resistono e che impediscono uno sviluppo reale".
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO CON FIGLIA E CANETi faccio una domanda, Dago. Secondo te, in questa sparata contro i monopoli, a chi pensava? Alle Ferrovie di Moretti? Ammazza come sei perspicace, ahoo!!
Ti do ancora un paio di chicche e mi dileguo. La prima, su Calderoli che aveva definito Montezuma "una scoreggia dell'umanità che non ha mai lavorato in vita sua". Scusa se rido, ma la definizione è estremamente creativa: gliel'hai suggerita tu? Comunque, lo Smontezemolato non fa una grinza e risponde così: "C'è un limite a tutto nella vita. Rispondere a Calderoli, no... anche per toni di questo livello non posso che ripetere che se questo Paese non recupera il senso dello Stato non so dove andremo a finire...
Da cittadino devo dire che mi dispiace per le tante persone serie della Lega che sono in imbarazzo e che hanno un grave danno da queste esternazioni, fatte da chi avrebbe l'onore e l'onere di rappresentare il nostro Paese a livello governativo". Hai capito che silurone?
La seconda chicca è invece in linea con il suo nuovo ruolo da ricco asceta che vuole pagare più tasse, una specie di Warren Buffet de' noantri - che però, appena sente parlare di tassa sui capitali che rientrano ci vede rosso come lo sfondo della bandiera svizzera - e di conseguenza si dice disposto a tassare dello 0,5% i patrimoni sopra i 10 milioni di euro. Scommetto che tu Dago, perfido più del Maleficus Ampezzanus, pensi si sia fatto due conti e abbia scoperto che il suo, di patrimonio, arrivi al massimo a 9,999 milioni. Sarebbe il colmo.
Sai con chi se n'è andato, perdendosi nella sera cortinese? Ma con Giustina Destro, ex sindaco di Padova, ora parlamentare del Pdl e, a quanto si dice in giro, ex amica del Berlusca. Già, che ci facevano i due a braccetto? Ah saperlo, avresti risposto tu che poco o niente sai. Io, invece, lo so: perché la Destro ha mollato il Banana e si messa con Italia Futura.
Candidandosi ad essere lei il punto di riferimento degli Smontezemolati in Veneto. Tiè, pure le notizie esclusive ti servo, per quattro denari fuori corso che mi paghi.
Anzi, sai cosa ti dico, adesso arriva Bonanni e quasi quasi mi faccio aiutare a fondare il sindacato degli sfruttati di Dagospia.
Adieu Dago, direi che per oggi è tutto.
Tuo (nonostante tutto) Ampezzanus Maleficus
2- ALTRO CHE FERRARI! MONTEZEMOLO HA ANNUNCIATO LA NASCITA DEL SUO PARTITO "TRA UN ANNO E MEZZO", SEMBRA PIÙ UNA 500 (DI QUELLE VECCHIE)
Stefano di Michele per "Il Foglio"
A pensarci bene, la faccenda appare non del tutto comprensibile. Dunque, Luca Cordero di Montezemolo sembra ormai deciso: come il Cav. scese in campo, lui è pronto a scendere in pista. L'altro giorno, nell'ambito di Cortina InContra (e con Luca e Cordero e Montezemolo si è formata subito una piccola folla) ha finalmente fatto l'atteso annuncio: "Il nuovo partito? Forse tra un anno e mezzo" (titolo della Stampa).
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOSarà stata l'aria rarefatta di Cortina - con gli uomini in giacca simil-tirolese e le donne col grembiulino simil-locandiere goldoniane - che invita alla meditazione e alla riflessione, ma c'è da restare a bocca aperta:, fino al 2023 come cantava Dalidà, "se il mio cuore batterà non lo so"?
Va bene che il movimento montezemoliano si chiama "ItaliaFutura", ma non bisogna peccare di eccessivo ottimismo. Un anno e mezzo per fare un partito è un'esagerazione - lasciando per ora da parte le necessarie prove su pista. Non per dire, ma il Cav. quando dovette fare il suo, di partito, cominciò a rimuginarci a Natale e a Pasqua era tutto già bello e pronto, lui truccato e i seguaci indottrinati.
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOAbbastanza chiaro che Montezemolo sta seguendo il solco tracciato da Berlusconi nel '94 (opportunamente all'epoca soprannominato: "Silvio, l'aratro del partito liberale di massa"), ma forse se la sta prendendo un po' troppo comoda. A sentirlo dal palco di Cortina, pareva di avere di fronte un monaco zen piuttosto che il presidente della Ferrari. Tante, e con tale ardore, le emergenze denunciate (debito pubblico, inadeguatezza della classe dirigente, dismissioni da fare), che veniva da pensare: cavolo, per non procurare altri ritardi al paese è capace di scalare le Tofane in meno di venti minuti.
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOE invece, "forse tra un anno e mezzo" - il periodo esatto di due gravidanze. Ma scherziamo? E che c'è da fare? La linea del nuovo partito c'è già: aerodinamica, tanto per cominciare, magari un pizzico liberale. Il doppiopetto, come quello del Cav., LCdM ce l'ha pronto e gli sta una meraviglia. I capelli, per dire, ci sono in abbondanza, mentre il Cav. ha dovuto provvedere in seguito, nel pieno dell'attività governativa.
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOPer l'inno, si potrebbe chiedere in prestito alla grande Iva Zanicchi (berlusconiana, certo, ma di sicuro non agglomerato Olgettina) e riadattare quella sua vecchia canzone degli an- ni Sessanta: "Sciogli il cavallino al vento bene mio / galoppa lo vedi il sole è alto già..." - mettendo, come sottofondo, un "wromm! wromm! wromm!" d'incoraggiamento. Insomma, non stiamo a far flanella. Già il diretto interessato ha cominciato a parlare di sé in terza persona: "Montezemolo ci sta riflettendo molto, ma per fortuna di Montezemolo ce ne so- no molti" (in effetti, anche Luca e Cordero di), e dalla terza persona all'Unto è solo un salto.
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOAd aprile, Cacciari avvertiva che LCdM stava lavorando al simbolo e al nome. Come simbolo l'equino è perfetto (peccato sia rosso, e già si può immaginare il Cav. apostrofarlo come Brancaleone il suo Aquilante: "Malo caballo comunista!"). Per il nome, escluse le parole Futuro e Democratici - e che se ne dovrebbe fare, Montezemolo? Se il Cav. pallonaro scelse Forza Italia, la sua risposta non può essere che Italia in Pista! Basta che poi non gli tocchi andare a recuperare gli elettori in discoteca.