Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
VALERIA GOLINO1 - NASTRI; DA TAORMINA APPELLI PER TEATRO VALLE. E KIM ROSSI STUART BALLA PER AVER VINTO CON VALLANZASCA...
(Francesco Gallo per l\'ANSA) - Kim Rossi Stuart si mette a ballare per la contentezza di aver vinto il Nastro per \'Vallanzasca e gli angeli del male\', Alessandro Siani si lascia andare a tutta la sua comicità sopra le righe nel consegnare il premio per la migliore sceneggiatura a Massimo Gaudioso (\'Benvenuti al Sud\'), mentre Nanni Moretti supervincintore con \'Habemus Papam\' non si lancia ad altre considerazioni politiche antigovernative e infine tante dediche da parte dei vincitori al Teatro Valle di Roma occupato.
E\' quello che è successo al Teatro Antico di Taormina dove, con la conduzione con qualche perdonabile smagliatura di Miriam Leon (ex Miss Italia), si è svolta la cerimonia conclusiva della 65/ma edizione dei Nastri d\'Argento, il premio del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani. E\' stato comunque il balletto classico di Rossi Stuart sull\'enorme palcoscenico del Teatro Antico il momento forse più sorprendente di questa cerimonia (sicuramente il più fotografato).
SINDACATO GIORNALISTI CINEMATOGRAFICI\"L\'avevo promesso. E\' successo. E lo faccio\", ha detto l\'attore quasi a giustificare questa inedita performance. Momento più applaudito della serata invece la consegna del premio per la migliore commedia (\'Nessuno mi può giudicare\') a Massimiliano Bruno, mentre quello musicale più bello la consegna del Nastro per la canzone originale ad \'Amami di piu\'\' (\'Se sei così ti dico si\") cantata da Emilio Solfrizzi, che ha mostrato ancora una volta la sua capacità di tenere il palcoscenico e improvvisare come pochi sanno fare.
SCAMARCIO GOLINOA pioggia sono arrivate poi, sul palcoscenico, dediche e solidarietà al Teatro Valle di Roma, occupato da giorni e diventato il simbolo di una cultura che non accetta di essere dismessa. Ad iniziare è stato Giancarlo De Cataldo (\'Noi credevamò), poi arriva la dedica di Massimiliano Bruno e ancora un pensiero al Valle da parte di Giuseppe Battiston (miglior attore non protagonista), di Carolina Crescentini (attrice non protagonista) e Alba Rohrwacher, mentre infine Giulio Scarpati, presidente del Sindacato attori, fa un appello al rinnovo del contratto della categoria.
SABRINA FLORIO E BRUNETTO TINIE Moretti che nel pomeriggio in conferenza stampa, dopo anni era tornato a parlare di politica, in serata non concede più nulla alla polemica e incassa i suoi sei Nastri su sette candidature buttando a terra le scatole dei premi e dicendo in molto politically correct \"di condividere i suoi molti premi con i collaboratori e gli attori\".
2 - NANNI MORETTI: ASPETTATE A DARE PER MORTO IL CAIMANO
Fulvia Caprara per \"La Stampa\"
In un attimo la scena è tutta sua. Accaldato, appena sceso dall\'aereo, con il trolley al seguito e senza calzini (se li mette velocemente, nascosto tra le poltrone dell\'Auditorium del Palazzo dei Congressi) Nanni Moretti è il trionfatore, con sei riconoscimenti per Habemus Papam , dei Nastri d\'argento consegnati dal Sindacato Giornalisti Cinematografici ieri sera al Teatro Greco.
PAOLO CONTOCONO E MOGLIECosì, a sorpresa, mentre tutti s\'interrogavano sul suo umore (parlerà/non parlerà?), regala uno show a 360 gradi, dalla politica al 3D, da Woody Allen al Festival di Cannes, dal sistema Bisignani a Terrence Malick, compreso il tormentone sull\'assenza di altre due premiate per il suo film, la sceneggiatrice Federica Pontremoli e la scenografa Paola Bizzarri («ma dove sono? Ma arrivano?»), più lo sfottò ai giornalisti con le loro domande trite e ritrite.
L\'altra sera «Il Caimano» su Raitre ha avuto ottimi ascolti, pensa che il successo sia legato al momento politico che il Paese sta attraversando?
«Sono rimasto sorpreso, non mi aspettavo un\'audience così alta, quasi il 13 per cento che per Raitre è moltissimo, in genere i miei film in tv non vanno benissimo. No, non ritengo che c\'entrino in modo così schematico i risultati delle amministrative e dei referendum, penso solo che il direttore della terza rete voleva trasmetterlo da tempo e alla fine ci è riuscito».
Come vede la vicenda Bisignani?
«E\' molto grave che un personaggio di quel genere abbia condizionato scelte così importanti per il Paese».
Secondo lei siamo alla fine del berlusconismo?
«Siete sicuri? Aspettiamo, vediamo che cosa succederà dopo l\'estate. E\' chiaro che c\'è stata una sconfitta nazionale e locale e che Berlusconi mi sembra, ad essere generosi, più confuso che mai. Sappiamo però che in qualunque altro Paese di democrazia occidentale, se si fosse saputo anche solo un millesimo di quello che si è saputo su di lui, Berlusconi sarebbe stato costretto alle dimissioni dai rappresentanti della sua stessa coalizione...
Insomma, vediamo, ho letto per troppo tempo un quotidiano italiano che scrive un giorno sì e l\'altro no, che ormai il premier è alla fine. Ogni volta mi illudo e poi mi arrabbio con me stesso perché ci ho creduto... Valuteremo poi quanto di quello che è successo in queste settimane, resterà nella nostra memoria».
Ha visto i film che hanno vinto al Festival di Cannes?
«Sì, ne ho visti due, il giorno prima che il Festival finisse, quindi prima dei premi. Conosco bene e stimo i fratelli Dardenne, del Ragazzo con la bicicletta mi ha colpito molto la sequenza in cui il bambino cade giù dall\'albero, ho fatto un salto sulla sedia, è una scena non compiaciuta, direi che l\'hanno girata in modo rosselliniano».
E la Palma d\'oro «The tree of life» di Malick?
«L\'ho visto, ma lo rivedrò, ho una posizione un po\' mediana, sento in giro che tanti lo amano e che altri invece escono a metà».
Le vendite di «Habemus Papam» a Cannes sono andate benissimo. Che cosa è piaciuto all\'estero?
«Per Caro diario era stato molto importante il premio vinto, stavolta invece è il film che ha funzionato».
Una parte della critica straniera è rimasta male perché da lei si aspettava un film iconoclasta e dissacrante nei confronti della Chiesa.
«E\' lecito che ogni spettatore si costruisca delle aspettative su un film, ma a me non interessava raccontare al pubblico quello che già sapeva, non volevo ritagliare i pezzi dei giornali sugli scandali della pedofilia e costruirci una storia, io volevo raccontare il mio Papa, i miei cardinali».
Di lei qualcuno ha detto che è il Woody Allen italiano. Che ne dice?
«Nel tempo trascorso tra Il caimano e Habemus Papam, Allen ha fatto otto film e Clint Eastwood sei, insomma, dal punto di vista del ritmo siamo molto diversi, e non so come Allen faccia ad averne uno così sostenuto. Comunque sì, la definizione mi fa piacere».
Come giudica l\'esplosione del 3D?
«Personalmente non ne sento il bisogno, né come attore né come regista, però due anni fa avrei avuto sull\'argomento una posizione più rigorosa, adesso sono un po\' più curioso».
E il dilagare dei multiplex?
«Per molto tempo ho ritenuto che non ci fosse niente di male, che si giudicasse il fenomeno con una certa prevenzione, anche a me piacciono i pop-corn movies, poi, guardando i film programmati che sono quasi sempre di un unico genere, mi sono convinto che invece degli elementi negativi ci sono. I multiplex hanno provocato la chiusura di tante sale cittadine e
questo è molto brutto».
Quali sono i suoi prossimi impegni?
«Forse riprenderemo il Concerto che abbiamo proposto all\'Auditorium di Roma, adesso, al Sacher, c\'è la rassegna dedicata gli esordienti, quindi avremo tutti, da Alice Rohrwacher a Massimiliano Bruno...».
Sicuro? Vuol dire che ha perdonato Bruno per la battuta che ha messo in «Nessuno mi può giudicare», quella «ve lo meritate Nanni Moretti»?
«Certo, è qui? Sì? Beh, ditegli che lo aspetto fuori...».
E il prossimo film? Ha intenzione di accorciare i tempi e avvicinarsi al modello Allen?
«Devo scegliere se trascorrere il prossimo anno andando in giro a promuovere Habemus Papam oppure starmene a casa e iniziare a pensare.... Ma mi sa che ho già scelto».