Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo - ieri alla Camera dei Deputati si votava la manovra di Tremonti
1 - NESSUNA ESPULSIONE, MA UNA DURA CENSURA POLITICA E DEFERIMENTI AI PROBIVIRI DI TRE DEPUTATI BIRICHINI
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L\'ufficio di presidenza del Pdl ha votato il documento in cui sono contenute accuse sull\'atteggiamento tenuto dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Oltre al deferimento ai probiviri di tre deputati: Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Fabio Granata. A votare no al documento sono stati i finiani Andrea Ronchi, Adolfo Urso e Pasquale Viespoli.
GIANFRANCO FINIQuindi nessuna espulsione, ma una dura censura politica e tre deferimenti ai probiviri (non Fini). Secondo quanto riferiscono alcune fonti, i finiani avrebbero sollecitato 24 ore di tempo prima di arrivare alla rottura.
PROBLEMA PRESIDENZA CAMERA - Silvio Berlusconi all\'ufficio di presidenza ha letto il documento redatto insieme ai vertici del Pdl. Nel documento, secondo quanto si apprende, «si pone il problema della presidenza della Camera» e si ripete che «in questo modo non si poteva più continuare». «Abbiamo provato in tutti i modi a ricucire con Fini, ma non è stato possibile», ha spiegato, sempre secondo quanto si apprende, il Cavaliere.
GIANFRANCO FINIVIE LEGALI - L\'ipotesi dell\'espulsione. In quest\'ultimo caso, infatti, Fini potrebbe ricorrere alle vie legali, appellandosi al giudice ordinario, sulla base dell\'articolo 700 del Codice di procedura civile. Il presidente della Camera ha rivelato il progetto ad alcuni dei suoi. Il piano al momento resta l\'ultima risorsa, ma metterebbe il Pdl nelle mani della magistratura.
GIANFRANCO FINI PIERO FASSINOL\'ex leader di An potrebbe infatti chiedere ai giudici il reintegro immediato degli esponenti sospesi dal partito. «Avrebbe anche buone possibilità di riuscita», ammette una fonte parlamentare del partito. Il ricorso avrebbe conseguenze politiche devastanti. «Un ricorso provocherebbe ulteriori danni di immagine», dice un deputato berlusconiano.
GIANFRANCO FINI2 - PDL, I FINIANI SI CONTANO - LA MAGGIORANZA È A RISCHIO
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\"Nessun problema, il governo è saldo\". Con questo parole Silvio Berlusconi mininizzava, solo ieri, le conseguenze della cacciata dei finiani dalla maggioranza. E adesso che questo ipotesi è quasi certa, vale la pena di usare il pallottoliere per capire se l\'ottimismo del premier è solo di facciata.
DI PIETRO ROCCO GRANATA ITALO BOCCHINOAttualmente la maggioranza di governo è di 341 deputati e 175 senatori a fronte di una maggioranza necessaria, rispettivamente di 316 a Montecitorio e 162 a Palazzo Madama. La pattuglia finiana alla Camera può contare, ad oggi, su 33 deputati: Bocchino, Briguglio, Granata, Raisi, Barbareschi, Proietti, Divella, Buonfiglio, Barbaro, Siliquini, Perina, Angela Napoli, Bellotti, Di Biagio, Lo Presti, Scalia, Conte, Della Vedova, Urso, Tremaglia, Bongiorno, Paglia, Lamorte, Rubens, Menia, Angeli, Ronchi, Moffa, Cosenza, Patarino. I numeri per dare vita ad un gruppo autonomo ci sono.
In totale, dunque, la pattuglia composta dai finiani e dai finiani in bilico potrebbe contare su più di 30 deputati e su una 15ina di senatori. Cifre di tutto rispetto che potrebbero costringere il governo ad una Via Crucis su ogni provvedimento. Alla Camera l\'uscita dei finiani, infatti, ridurrebbe moltissimo il margine e il governo si vedrebbe costretto a cercare, volta per volta, il voto dei Liberaldemocratici, dei Repubblicani regionalisti, delle minoranze linguistiche e dell\'Mpa.
VERDINI COSENTINO FASSINO MADIA DALEMAAl Senato, invece, la situazione sembrerebbe di poco più tranquilla. Anche se nel calcolo andrebbero considerati i senatori a vita, che durante il governo Prodi sostennero e non poco l\'esecutivo di centrosinistra. Ma che non bastarono a tenerlo in vita.