VISITORS
Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
Roberta Petronio per \"Il Messaggero\" - ...la Gagosian Gallery l\'altra sera ha inaugurato la mostra di Yayoi Kusama, con il solito viavai eclettico di appassionati d\'arte gestito dalla direttrice Pepi Marchetti Franchi. Nel parterre, fra gli altri, Monachesi e Ugolini, Mario d\'Urso, Luigi Ontani, l\'ambasciatore di Germania Michael Gerdts. Un must anche in assenza di gallerista, artista, e post-evento.
ROSANNA E ANTONIO PURI PURINIKUSAMA YAYOI E L\' ESTRO A POIS L\' ARTISTA GIAPPONESE IN MOSTRA DA GAGOSIAN
Edoardo Sassi per il \"Corriere della Sera-Roma\"
A 82 anni le spetta, e da tempo ormai, il ruolo di vera e propria leggenda vivente dell\' arte contemporanea, che lei sta attraversando da protagonista da oltre mezzo secolo. Una vita difficile, si dice in questi casi: per anni e ancora oggi dentro e fuori, fuori e dentro dai sanatori per curare una malattia psichica con tendenza allucinatorie, che però non le ha affatto impedito di disegnare, lavorando ancora quotidianamente, uno degli alfabeti più riconoscibili (e gioiosi) dell\' universo artistico tra Novecento e Terzo Millennio.
PEPI MARCHETTI FRANCHILei è la giapponese Yayoi Kusama, di Matsumoto, classe 1929, l\' artista con sue opere in tutti i maggiori musei del mondo e un\' imminente mostra che la consacrerà definitivamente facendo il giro, dal prossimo 10 maggio, di quattro «templi» espositivi: Reina Sofia di Madrid, Centre Pompidou di Parigi, Tate Modern di Londra e Whitney Museum di New York.
PHILIPPE CASANOVA CON RUDZIAIntanto, a ospitarla a Roma ora a due anni dalla mostra al Pac di Milano, e con una rassegna tanto scenografica quanto impeccabile nell\' allestimento, non poteva che essere la Gagosian Gallery, leader tra le gallerie private a livello mondiale, nonché luogo dove il patron mister Larry e la direttrice dello spazio Pepi Franchetti continuano a snocciolare da anni una puntuale carrellata di personali su artisti top del firmamento mondiale.
PASSING WINTEREsposti fino al 7 maggio nove grandi lavori della Kusama, al solito assai riconoscibili per fattura e caratteristici della sua maniera che da sempre non è solo e non del tutto astratta, ma è anche astratta; non è solo e non del tutto figurativa, ma è anche figurativa; non è solo e non del tutto concettuale, ma è anche concettuale; il tutto però connotato da una matrice dominante fatta di estro, pop, gioco, visività, creatività, fascino, colore e immaginazione, non senza inquietudini (una delle artiste, Yayoi, e non è un caso, che più divertono e accendono i bambini, anche molto piccoli, i quali evidentemente devono sentirsi, al cospetto delle sue opere, un po\' come Alice nel paese delle meraviglie).
PASSING WINTERVero e proprio tratto distintivo della Kusama, e dunque anche di questa mostra, suo marchio di fabbrica si potrebbe definire, il pois: colorato o a specchio, con cerchi e circonferenze che sono oggetto d\' arte in sé o elemento costruttivo base, spesso ossessivamente ripetuto, dell\' opera, che si tratti dei coloratissimi autoritratti (in mostra Self Portrait (Tway) e Self Portrait (Aawaoy), entrambi 2010) o delle grandi tele monocrome. Tra i lavori esposti da Gagosian anche un vero e proprio ambiente, Reach Up to the Universe, Dotted Pumpkin, dove torna un altro dei leit-motiv dell\' arte della Kousama, il prediletto specchio a forma di zucca, da lei più volte descritto come una sorta di alter-ego.
OPERE DI YAYOI KUSAMAL\' opera, vuota all\' interno e in alluminio, è ricoperta di fori circolari attraverso i quali emerge un interno laccato rosso-acceso, in una stanza con pareti dello stesso colore e 31 specchi convessi di dimensioni varie, in grado di proiettare e amplificare il gioco di riflessi tra scultura, spazio circostante e visitatore. Un gioco che si fa ancora più esplicito nel lavoro forse più famoso dell\' artista, presentata per la prima volta alla Biennale veneziana del 1966 e all\' epoca allestito con l\' aiuto di Lucio Fontana.
OLGASi tratta di Narcissus Garden, installazione scultorea variabile composta da centinaia di sfere specchiate sparse in terra, che riflettono l\' ambiente circostante in una fantasmagoria di rimandi a ogni minimo cambio di punto di vista. Fontana, all\' epoca ai vertici della notorietà, contribuì anche a finanziare l\' opera dell\' allora giovane Kusama, che in un evento improvvisato nei giardini del Padiglione Italia, con indosso il tradizionale kimono, offriva in vendita le sfere a 1200 lire ognuna, richiamando l\' attenzione sulle dinamiche commerciali dell\' arte. Dieci le versioni di Narcissus prodotte nel tempo.
NARCISSUS GARDENE questa, composta da 900 sfere, risulta in perfetto dialogo con la grande sala ovale che connota la galleria Gagosian. Bella anche l\' opera Passing Winter, cubo in vetro specchiato del 2005, un\' architettura minimalista che però rivela complessi giochi ottici a chi osserva attraverso i fori (tre per ciascuna delle facciate principali) la propria immagine riflessa e moltiplicata.
LUIGI ONTANIYayoi, che ormai da anni ha quasi smesso di viaggiare, non è presente a Roma, ma ha contribuito all\' allestimento di questa mostra che conferma, a più di mezzo secolo dai suoi esordi newyorkesi - tra avanguardie, eccessi, nudità, happening, Sex Obsession, performance, bizzarre mise con parrucche - il sua cammino sempre in cresta di donna che ancora oggi, entrando e uscendo liberamente dal luogo di cura dove vive a Tokio, è la maggior testimonial, a dispetto di tutto, del grande «partito» della libertà e della gioia della creazione.