Foto di Mario Pizzi da Zagarolo
TRANSITI DI VENERE UMBERTO CROPPIDAGOREPORT
All'antico mercato del pesce degli Ebrei a Roma fino al 22 aprile, per l' ennesima edizione di un rito ormai decennale, Raffaele Curi mette in scena la propria visione del mondo. Questa volta, dopo aver inneggiato con "Black White Blok" al furto post-proletario, il Robert Wilson di Alda Fendi esagera.
STEFANO DOMINELLA"Transiti d'amore" dovrebbe occuparsi di cosmogonie amorose ma si rivela la solita accozzaglia di temi pretestuosi, ragazzi svestiti in scena, fanciulle svolazzanti e frasi altisonanti ma prive di senso da proiettare sulla parete. Gente che ride, che sbadiglia, che aspetta solo il gong per potersi lanciare a Palazzo Fendi, godere del panorama del Foro Traiano e mangiare gratis fino alle ore piccole, godendo dell'ospitalità di Fendi Alda, la minore delle sorelle, mecenate per scelta.
TRANSITI DI VENERECuri per l'occasione profitta del suo amico "Bertynights" e gli offre in pasto i versi di Elliot. Con la sora Lella in platea, scortata dal suo portaborsette preferito Marione D'Urdo, Berty si presta felice. Li declama con sentimento, ci crede. "Aprile è il mese più crudele" e non solo per la poesia. Il tutto dura mezz'ora scarsa. Poi il buffet. In coda, in mezzo al pubblico (pellicce, vecchie carampane, giovani modelli), giudizi irriferibili. La rappresentazione e il dietro le quinte. Tutto, naturalmente, a bassa voce.
SPETTACOLO